Quando un neonato si mostra meno soddisfatto o piange improvvisamente dopo la poppata, non è raro che la neomamma si senta rivolgere critiche e raccomandazioni in fatto di alimentazione. “Meglio se eviti alimenti dal sapore forte” e “attenta a non esagerare con cavoli e fagioli, che potrebbero dare coliche al bambino” sono i consigli che vanno per la maggiore.
Ma la lista degli alimenti vietati è lunga e può capitare che sia lo stesso pediatra a sconsigliare il consumo di alcuni cibi. Si tratta di raccomandazioni che, però, non hanno alcun fondamento scientifico. Vediamo come stanno le cose.
Le donne che allattano devono seguire una dieta particolare?
L’allattamento è caratterizzato da un aumento delle richieste energetiche giornaliere molto superiori rispetto a quelle della gravidanza, ma non è necessario che la mamma segua diete particolari o che “mangi per due”, come si sente spesso dire. Per produrre 800 grammi di latte servono circa 700 Kcal [1]. Una parte di queste viene di solito fornita dai grassi accumulati nei nove mesi di gestazione, permettendo così di buttare giù almeno 3-4 dei chili presi con la gravidanza.
Per questo non è necessario seguire una dieta ipocalorica in allattamento. Anzi, è assolutamente controindicato! Infatti, per la restante parte di surplus calorico si devono aggiungere alla dieta abituale circa 330 Kcal [2]. Uno spuntino costituito da 30 grammi di frutta secca, un frutto e uno yogurt parzialmente scremato permette di soddisfare ampiamente l’aumentato fabbisogno energetico della neomamma che allatta.
Il neonato allattato al seno rischia carenze di vitamine o sali minerali?
A questa domanda abbiamo già risposto nella scheda “I neonati allattati al seno rischiano una carenza di vitamine?”. Qui ribadiamo il concetto che, se la madre segue un’alimentazione varia e bilanciata, non c’è il rischio per il neonato di riportare deficit nutrizionali. A meno che non si sia in presenza di uno stato di malnutrizione grave, cali o eccessi moderati di alcuni nutrienti vengono adeguatamente compensati dai meccanismi di trasporto dal sangue al latte materno [3].
Pare invece che l’alimentazione materna influisca molto sulla composizione del microbiota intestinale del neonato [4]. Alcuni studi hanno dimostrato che la qualità dei carboidrati e dei grassi introdotti con l’alimentazione e i livelli di alcuni micronutrienti (vitamina C e acido folico) nella dieta della madre sono collegati alla varietà di ceppi batterici che si trovano sia nel latte materno sia nell’intestino del neonato, oltre al tipo di prebiotici che dal latte passano al bambino [5,6,7].
Dottore, è vero che alcuni cibi favoriscono le coliche nel neonato?
Un sondaggio realizzato nel 2019 su ventuno madri di bambini allattati ha indagato i pregiudizi materni in fatto di alimenti proibiti, scatenati da episodi di pianto sconsolato e il modo in cui questi influenzano la dieta materna. I risultati, pubblicati in un articolo dal titolo “Something is wrong with your milk”: Qualitative study of maternal dietary restriction and beliefs about infant colic, hanno rivelato che la maggior parte delle donne attribuiva il pianto del bambino a un presunto mal di pancia e collegava il dolore al pancino a uno o più alimenti [8].
Alla fine, gli alimenti che le donne si rifiutavano di continuare a mangiare erano soprattutto broccoli, cavoli e fagioli. Alcune mamme arrivavano anche a decisioni più estreme, scegliendo di rinunciare a gran parte di frutta e verdura o smettendo del tutto di allattare.
Anche se alcuni studi sembrano suggerire l’esistenza di un collegamento fra alimentazione materna e pianto del neonato, due revisioni Cochrane hanno concluso che non abbiamo prove scientifiche sufficienti per dire alle neomamme che consumare probiotici o escludere dalla propria dieta alcuni alimenti migliora i disturbi gastrointestinali del neonato [9,10].
Il consiglio da dare è esattamente il contrario: mangiare tutto. Mangiare di tutto è il modo migliore per non strafare con nessun alimento e avere così un latte dalla giusta composizione nutrizionale [11,12].
Dottore, che mi dice di aglio e peperoncino?
Se la mamma ha sempre gradito i sapori forti, consumare peperoncino, aglio e spezie anche in allattamento garantisce al neonato di continuare quella “educazione al gusto” che aveva iniziato durante la gravidanza. Le scelte alimentari materne, infatti, condizionano il sapore del latte, così come avevano fatto con il sapore del liquido amniotico nei nove mesi precedenti: un meccanismo che, qualche mese più tardi, nel passaggio all’alimentazione con i cibi solidi, non potrà che facilitare l’assaggio di cibi nuovi.
Quindi, le donne che allattano possono mangiare tutto?
A questo proposito le uniche raccomandazioni in allattamento riguardano principalmente il divieto di consumare alcolici, la limitazione di bevande e cibi contenenti caffeina e di cibi a rischio di contaminazione da sostanze tossiche [11,12].
L’alcol è vietato perché passa molto rapidamente nel latte. Si può consumare un bicchiere di vino al pasto, ma distanziato di un paio d’ore dalla poppata e, in ogni caso, sarebbe più sicuro non consumarlo affatto. Lo stesso vale per il consumo di birra, nonostante una credenza popolare dura a morire affermi che bere birra aumenta la produzione di latte. Non è vero: oltre ad alterare lo sviluppo psicofisico del bambino, il consumo di alcolici può compromettere la produzione di latte [13].
È invece sconsigliato il consumo di pesci di grossa taglia, come tonno e pesce spada, perché potrebbero contenere elevati quantitativi di mercurio, che ad alte concentrazioni nell’organismo dei bambini risulta tossico [14].
Alla luce delle considerazioni fatte, possiamo quindi dire alle mamme che allattano che, in generale, è possibile mangiare tutto, naturalmente continuando a seguire i principi di un’alimentazione sana e bilanciata: almeno cinque porzioni di frutta e verdura ogni giorno, più proteine di origine vegetale e cereali integrali, pochi grassi e di buona qualità, molta acqua (anche in allattamento è sufficiente assecondare il bisogno della sete per assicurarsi di bere abbastanza), poco sale, zuccheri e dolci in quantità limitata.
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