La maggior parte delle persone che si ammala di Covid-19 sperimenta una malattia lieve e può vivere la convalescenza a casa. Secondo il Ministero della Salute, in questi casi il sistema immunitario delle persone riesce a contrastare l’infezione senza difficoltà, quindi “non è indicata alcuna terapia” al di fuori di eventuali terapie domiciliari di supporto per alleviare i sintomi [1].
Cosa si intende per caso lieve di Covid-19?
Generalmente, nei casi lievi di Covid-19 la malattia si manifesta come una sindrome simil-influenzale. Possono insorgere febbre, malessere generale, tosse secca, mal di gola, congestione nasale, mal di testa, dolori muscolari, diarrea, perdita della capacità di percepire gli odori (anosmia) e i sapori (disgeusia) e affanno (“fame d’aria” o dispnea), alterazione dello stato di coscienza anche in assenza di polmonite causata da SARS-CoV-2 [1,2].
Dottore, posso prendere delle medicine per alleviare questi sintomi?
Innanzitutto, occorre sapere che, sia per le persone che non manifestano alcun sintomo sia per coloro che manifestano una sintomatologia lieve, il Ministero della Salute sottolinea l’importanza del concetto di “vigile attesa”: contrariamente a quello che ogni tanto sentiamo dire, questo non vuol dire “non far nulla”, ma monitorare costantemente i parametri vitali e le condizioni di salute della persona che ha contratto la malattia [1]. Se lo ritiene opportuno, il medico di medicina generale può prescrivere terapie domiciliari di supporto, e per questo possono essere utili le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) [3].
Tra le cure che possono alleviare i sintomi, il paracetamolo è suggerito come una scelta sicura e raccomandabile per gestire la febbre nei pazienti Covid-19 che sono a casa [1,3]. Anche i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), inclusi l’acido acetilsalicilico e l’ibuprofene, sono efficaci nel trattamento della sindrome simil-influenzale correlata alla Covid-19 e dimostrano un potenziale beneficio nel contrastare il decorso dell’infezione verso forme più gravi [1,3]. Sulla base delle raccomandazioni dell’OMS, è consigliabile non eccedere nelle dosi raccomandate, prestare attenzione ai possibili effetti collaterali e, soprattutto fin tanto che si ha la febbre, assicurarsi di mangiare in modo sano e adeguato e bere molta acqua [1,3].
Cosa si intende per parametri vitali da monitorare?
Tra le indicazioni fornite dal Ministero della Salute, viene raccomandata la misurazione periodica della saturazione dell’ossigeno (per saperne di più leggi la scheda “Posso usare il saturimetro per collaborare col mio medico?”) [1]. Sulla base dell’analisi della letteratura scientifica disponibile a oggi, e sulla base delle caratteristiche tecniche dei saturimetri disponibili in commercio per uso extra-ospedaliero, il Ministero della Salute considera come valore soglia di sicurezza il 92% di saturazione dell’ossigeno [1]. Se la saturazione dell’ossigeno scende sotto il 92% il medico di medicina generale valuterà il ricovero in ospedale oppure la somministrazione di ossigeno a casa [1].
Ci sono altri aspetti su cui porre attenzione?
Altre raccomandazioni che dovrebbero seguire le persone in isolamento domiciliare e i familiari che li assistono riguardano i comportamenti da osservare durante il periodo di malattia. La persona con sospetta o accertata infezione da SARS-CoV-2 deve isolarsi in una stanza singola e ben ventilata, se possibile, e non deve avere contatti stretti con i familiari, condividere oggetti di uso comune e spazi o ricevere visite [4].
Inoltre, per le persone che devono osservare l’isolamento domiciliare è consigliabile mantenere una anche minima attività fisica, beninteso moderata e nei limiti consentiti dagli spazi disponibili e dalle condizioni di salute, perché è in grado di prevenire le conseguenze indotte da un lungo periodo di immobilità. Chi sta prendendo delle medicine per delle malattie croniche, non dovrebbe interrompere le terapie. Ma sarà il medico di medicina generale a dare indicazioni a questo riguardo [1].
Dottore, ho sentito parlare di altri farmaci per curare Covid-19 a casa…
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha prodotto alcune raccomandazioni, in continuo aggiornamento sulla base delle evidenze scientifiche che si rendono man mano disponibili, sui farmaci per la gestione domiciliare di Covid-19 [5].
Oltre ai già citati paracetamolo e FANS, utili in caso di febbre o dolori articolari o muscolari (a meno che non esista chiara controindicazione all’uso), tra i farmaci che possono essere prescritti dal medico ai pazienti che non sono ricoverati vi sono: gli anticorpi monoclonali (la cui somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero e monitorata per almeno un’ora da parte di un medico adeguatamente formato e in grado di gestire eventuali reazioni avverse gravi), i corticosteroidei e le eparine [5].
Tutte e tre, terapie domiciliari che possono essere consigliate dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta solo in presenza di particolari condizioni [5].
In cosa consistono queste terapie domiciliari?
Come spiega la Società italiana di Farmacologia, gli anticorpi monoclonali sono delle sostanze che si comportano allo stesso modo del nostro sistema immunitario quando deve contrastare un’infezione [6]. Essi “vengono creati in laboratorio” e da mesi sono in fase di studio per il trattamento di Covid-19 [6]. Il loro utilizzo è rivolto a persone che abbiano contratto l’infezione da SARS-CoV-2, non siano ricoverate in ospedale, manifestino i sintomi (da lieve a moderato) da pochi giorni e presentino almeno uno dei molti fattori di rischio elencati da AIFA nelle raccomandazioni [5]. Gli anticorpi monoclonali sono somministrati con un’infusione endovenosa in centri di riferimento ambulatoriali o ospedalieri.
L’uso di corticosteroidi a domicilio, invece, può essere considerato soltanto nel caso in cui il paziente presenti fattori di rischio che aumentano la progressione della malattia verso forme gravi, in presenza di un livello di saturazione minore del 90% e qualora non sia possibile nell’immediato il ricovero ospedaliero a causa del sovraccarico degli ospedali [5].
Infine, l’uso delle eparine è consentito per prevenire eventi trombo-embolici nei pazienti che presentano un’infezione respiratoria acuta e immobilizzati [5]. Per approfondire, è possibile consultare la scheda “Non ci sono farmaci per Covid-19?”
Chiunque si ammali di Covid-19 può essere curato a casa?
È bene ricordare che la decisione di isolare e curare un paziente Covid-19 presso il proprio domicilio dipende dalla valutazione clinica effettuata caso per caso dal medico di medicina generale. Le persone che non sviluppano sintomi, o quelle con malattia lieve o moderata senza fattori di rischio per forme più gravi (ovvero un’età superiore ai 60 anni, abitudine di fumare, obesità, malattie cardiovascolari, diabete mellito, malattia polmonare cronica, malattia renale cronica, immunosoppressione e cancro) possono non aver bisogno di un ricovero ospedaliero e potrebbero essere sufficientemente assistiti presso il proprio domicilio [2].
In generale, è utile seguire la raccomandazione fornita dal Ministero della Salute che invita a una “vigile attesa”, in caso si debba trascorrere un periodo di isolamento in casa per via dell’infezione da SARS-COV-2. Come è stato già spiegato, se si manifestano sintomi lievi il medico di medicina generale può consigliare il ricorso a terapie domiciliari, ad esempio l’assunzione di paracetamolo per allievare i sintomi.
Al contrario, non hanno alcun effetto sul decorso della malattia le cosiddette “cure fai da te”. Tra queste, alcune riguardano l’assunzione di vitamina D (di cui abbiamo parlato nella scheda “La vitamina D è efficace contro la Covid-19?”), l’uso del collutorio per l’igiene orale (“Il collutorio è utile contro Covid-19?”), bere bevande calde (“Bere bevande calde protegge dal coronavirus (SARS-Cov-2)?”), l’assunzione di estratti a base di oleandro (“L’oleandro può essere usato come cura contro Covid-19?”) o di integratori a base di lattoferrina (“La lattoferrina protegge dal SARS-CoV-2?”).
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