L’oleandro può essere usato come cura contro Covid-19?

18 Settembre 2020 di Giada Savini (Pensiero Scientifico Editore)

Dalla fine di agosto, negli Stati Uniti, circola la notizia secondo cui sarebbe stata scoperta una cura “miracolosa” per sconfiggere il virus SARS-CoV-2. Infatti, poche settimane fa è stato diffuso un articolo in pre-print – ovvero non ancora validato scientificamente – che riportava come l’oleandrina, una sostanza chimica contenuta nella pianta dell’oleandro, attraverso un esperimento effettuato in una provetta (in vitro) abbia “inibito significativamente la replicazione del virus SARS-CoV-2” [1]. L’oleandrina infatti, come affermano i ricercatori, aveva già dimostrato in precedenza la sua attività inibitoria contro diversi virus. Pertanto, gli autori suggeriscono di testare la sostanza chimica presente nell’oleandro “su modelli animali e su esseri umani esposti a infezioni” per determinare quale sia l’utilità di tale composto nel controllo della pandemia [1].

Queste affermazioni hanno allarmato molti scienziati, perché secondo quanto riporta un articolo del New York Times: “Nessuno studio ha dimostrato che l’oleandrina sia sicura o efficace come trattamento per il coronavirus” [2]. Scott Weaver, virologo presso l’Università del Texas Medical Branch e tra gli autori dello studio afferma: “Il test sulle cellule in vitro è solo il primo passo e i risultati promettenti devono essere seguiti da test sugli animali. Ci sono molti farmaci come questo che sembrano promettenti durante i test iniziali, ma poi falliscono per una serie di motivi” [2].

Inoltre, “lo studio solleva anche domande sulla sicurezza del farmaco”, ha affermato Melissa Halliday Gittinger, tossicologa presso il Georgia Poison Center e docente presso la Emory University School of Medicine. “Una dose di appena 0,02 microgrammi per millilitro può essere fatale”. L’articolo in pre-print, afferma l’esperta, “non offre una dose consigliata per le persone, ma alcuni dei test effettuati in laboratorio hanno utilizzato concentrazioni sostanzialmente più elevate” [2].

In effetti ricordavo che l’oleandro fosse velenoso…

Il Nerium oleander, più comunemente noto come oleandro, è una pianta altamente tossica della famiglia delle Apocynaceae. Sebbene sia rinomato per la sua bellezza e per il lungo periodo di fioritura estiva, questa pianta è responsabile di molti casi di avvelenamento, poiché è tossica ogni sua parte. Se ingerito, i glicosidi cardioattivi presenti nell’oleandro – ovvero i composti organici responsabili della tossicità – sono in grado di alterare il ritmo cardiaco provocando aritmie di varia natura, portando a esiti fatali sia negli animali sia nell’uomo.
“L’intossicazione si manifesta inizialmente con episodi di vomito che spesso contribuiscono a ridurre l’assorbimento delle tossine. Seguono, a distanza di qualche ora, disturbi del ritmo cardiaco come il rallentamento del battito (bradicardia sinusale) e aritmie ventricolari. Sebbene i glicosidi cardioattivi agiscano a basse concentrazioni e l’intossicazione sia potenzialmente mortale, questa, purché riconosciuta e trattata tempestivamente, si risolve senza esiti” spiega Franca Davanzo, direttrice del Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano [3]. Negli adulti, se la pianta è stata ingerita volontariamente i sintomi possono essere molto gravi e si può verificare anche la morte.

Dottore, quindi non tutto ciò che è naturale è necessariamente sicuro?

“Ci sono molti esempi di estratti vegetali che sono tossici, ma l’oleandro è particolarmente pericoloso perché l’ingestione di qualsiasi parte della pianta può portare a gravi malattie e anche alla morte” afferma la ricercatrice statunitense Cassandra Quave, medico etnobotanico dell’Emory University School of Medicine di Atlanta nel suo articolo pubblicato su The Conversation [4]. Inoltre, “non ci sono prove scientifiche sulla sicurezza del consumo di oleandrina o della sua fonte vegetale. È fondamentale che la Food and Drug Administration e il suo commissario, Stephen Hahn, si assicurino che la popolazione sia protetta da questo veleno” [4].

Se tutti ne conoscono le proprietà tossiche, dov’è il problema?

“Particolarmente preoccupante è l’idea che le persone possano interpretare male qualsiasi pubblicità inerente all’oleandro e cercare di ‘automedicarsi’ con questa pianta altamente velenosa” commenta Cassandra Quave [4]. “Sono anche preoccupata che l’industria degli integratori alimentari possa provare a sfruttare la paura del pubblico nei confronti dell’infezione da coronavirus, sviluppando integratori contenenti oleandrina”.
Infatti, a mostrare interesse per questo esperimento è stato anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, suggerendo che la Food and Drug Administration (FDA) – l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici – avrebbe dovuto approvare la commercializzazione di un preparato di origine botanica per produrre integratori alimentari [5].
“Gli integratori sono come l’olio di serpente, nel senso che non sono regolamentati dalla FDA”, ha affermato Martin Ronis, professore nel Dipartimento di farmacologia e terapie sperimentali della Louisiana State University, in un articolo pubblicato su The Guardian [6]. “Mentre le aziende farmaceutiche devono dimostrare che i farmaci sono sicuri prima di essere immessi sul mercato, gli integratori alimentari sono considerati ‘cibo’ negli Stati Uniti e quindi, prima di essere ritirati dal commercio, devono essere certificati come non sicuri per la salute” [6]. A causa di questa struttura normativa, Ronis ha affermato che sarebbe possibile portare l’estratto vegetale sul mercato per la società che spinge per “la monetizzazione dell’oleandrina”. Si tratta della Phoenix Biotechnology, guarda caso la stessa società che ha pubblicato l’articolo in pre-print.
Loren Israelsen, presidente della United Natural Products Alliance aggiunge: “L’opinione unanime è che questa sia a tutti gli effetti un’idea stupida e nessuno dovrebbe permettere a un integratore derivante dalla pianta di oleandro di avvicinarsi alla bocca” [6].

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Autore Giada Savini (Pensiero Scientifico Editore)

Giada Savini è Web content editor in ambito medico-scientifico. Dopo gli studi classici e dopo aver collaborato con Medici Senza Frontiere onlus, ha abbracciato la carriera editoriale. Collabora con Il Pensiero Scientifico Editore, dove si occupa di medicina, salute e scienza.
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