A volte crediamo a principi dati per scontati, che si trasmettono di generazione in generazione anche quando non hanno fondamento scientifico e addirittura confliggono tra loro. Si può quindi essere convinti che il succo di limone possa allo stesso tempo contrastare diarrea e stitichezza. Lo si raccomanda come “astringente” (termine poco preciso dal punto di vista medico), magari sul riso bianco, per ridare consistenza alle feci e ridurne le troppo frequenti evacuazioni, ma anche come lassativo, in un bicchierone di acqua calda, soprattutto al risveglio.
Possono essere sensati entrambi questi usi del succo di limone, o almeno uno dei due? Purtroppo la ricerca di prove scientifiche ci aiuta poco.
Dottore, è vero che a volte non esiste un consenso scientifico?
Capita talvolta di trovare nella letteratura scientifica risposte contrastanti – o leggermente differenti – allo stesso quesito. Ci sono conoscenze in divenire quando esistono diverse scuole di pensiero, punti di vista, esperienze e valori che possono spingere a sottolineare l’uno o l’altro aspetto, a dare maggiore o minore importanza a un effetto terapeutico o indesiderato, al risultato di un esperimento o ai limiti che presenta.
Come spieghiamo spesso su questo sito, la ricerca va avanti così, per successive domande, approfondimenti, nuovi esperimenti, accumulo di dati che confermano o smentiscono le acquisizioni precedenti. Solo così si arriva a punti fermi su cui il consenso scientifico è unanime, o quasi.
Tutto questo processo però richiede da un lato ricercatori incuriositi da una domanda specifica o da un argomento di studio, e dall’altra istituzioni pubbliche o private convinte che la questione meriti attenzione e, soprattutto, finanziamenti.
Il quesito che ci siamo posti a Dottore, ma è vero che? sul ruolo del limone nei disturbi della motilità intestinale non sembra aver riscosso altrettanto interesse nel mondo della ricerca, dal momento che è difficile trovare studi di alto valore metodologico che lo abbiano affrontato.
Dottore, ma qualcosa sappiamo?
Sull’efficacia sulla motilità intestinale di un bicchiere di acqua e limone bevuto al risveglio non ci sono al momento prove disponibili. Sicuramente bere acqua aiuta la motilità intestinale, ma andrebbe bevuta con costanza durante il giorno e, in ogni caso, l’aggiunta del succo di limone servirebbe solo a rendere più gradevole la bevanda. Se soffri di stitichezza, puoi leggere la nostra scheda per qualche consiglio utile.
Per quanto riguarda l’azione antidiarroica, invece, dal momento che alcune delle più comuni forme di diarrea sono provocate da batteri e virus, si è ipotizzato che il succo di limone possa combatterle per la sua acidità o per la presenza di sostanze dalla presunta azione antinfiammatoria, antibatterica e antivirale [1,2].
Una di queste molecole, l’esperitina, si sta studiando anche come possibile strumento di contrasto alla diarrea indotta dalla chemioterapia o dalla colite ulcerosa: se anche funzionasse, non sarebbe comunque per le quantità contenute nel succo di limone, ma sarebbe fornita in forma purificata e concentrata in un farmaco [3,4].
Dottore, ma allora contro la diarrea che cosa è bene fare?
Fermo restando che aggiungere limone agli alimenti non fa male, nemmeno con la diarrea, occorre fare attenzione a limonate zuccherate che invece possono peggiorare la situazione. Lo stesso vale per bibite gassate e succhi di frutta, che possono sostituire in caso di necessità le soluzioni reidratanti solo dopo essere stati molto diluiti.
La reidratazione è infatti l’obiettivo principale del trattamento, soprattutto nei bambini, che quanto più sono piccoli tanto più possono rischiare dalla perdita di liquidi. Tolti casi particolari, per i quali il medico o il pediatra potrà prescrivere farmaci specifici, nella maggior parte delle forme più comuni e lievi far bere il paziente è quindi l’obiettivo più importante. Se coesiste anche vomito, che ostacola l’assunzione di acqua o soluzioni reidratanti, si può provare a raffreddare la bevanda e prenderla a piccoli sorsi.
Il digiuno non serve, né è benefico, tranne in casi particolari. Mantenere un’alimentazione semplice e leggera può essere anzi di aiuto. Sull’utilità di fermenti lattici e probiotici per abbreviare la durata della malattia ci sono al momento pareri contrastanti, ma poche prove di efficacia [5].
Argomenti correlati:
AlimentazioneDisturbi gastrointestinali