La mascherina può essere pericolosa per la salute?

1 Settembre 2020 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Ogni anno, in Italia, vengono eseguiti più di tre milioni di interventi chirurgici: tutti i professionisti presenti in sala operatoria indossano una mascherina a protezione della salute del paziente. Non è un caso che una delle prime a pronunciarsi sull’importanza di questa misura precauzionale in tempo di pandemia sia stata la Società Italiana di Chirurgia, con un invito esplicito del proprio presidente, Paolo De Paolis: “Noi chirurghi indossiamo la mascherina ogni giorno, in sala operatoria è necessaria per tutelare il paziente che si sottopone all’intervento. Oggi le mascherine chirurgiche possono diventare il più formidabile strumento contro la pandemia in corso, contro la diffusione del contagio. Le mascherine devono essere usate da tutti. Se le utilizziamo moltiplichiamo l’efficacia del distanziamento sociale e riduciamo quindi i tempi di questo terribile momento” [1]. Potrebbe bastare l’evidenza dell’uso prolungato e quotidiano delle mascherine da parte di migliaia di operatori sanitari per ridimensionare l’allarme sulla possibilità che il loro uso possa nuocere alla capacità di restare lucidi da parte di chi la indossa.

Come è stato sottolineato da parte dei media di tutto il mondo, il 5 giugno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato nuove linee guida in merito all’utilizzo delle maschere protettive da parte degli operatori sanitari e dei cittadini [2]. In precedenza, la massima istituzione internazionale sanitaria ne aveva raccomandato l’uso solo da parte delle persone con sintomi di Covid-19, la malattia causata dal nuovo coronavirus, e del personale sanitario impegnato nell’attività di assistenza. L’aggiornamento delle raccomandazioni dell’OMS ha suggerito a Dottore ma è vero che la revisione della scheda già preparata che è stata pubblicata in una nuova versione lo scorso 7 giugno 2020.

Oltre a essere una delle questioni più discusse da parte di ricercatori e decisori sanitari [3] tra quelle legate alla pandemia, il ricorso alle maschere protettive è ancora oggi oggetto di dibattito nella cittadinanza: c’è chi sostiene che l’obbligo di indossare una mascherina rappresenti addirittura una violazione delle libertà personali. Negli Stati Uniti si sono formate associazioni che rivendicano autonomia e indipendenza nella scelta di proteggersi. Per esempio, l’agenzia Freedom to Breathe ha prodotto una specie di biglietto da visita che pretenderebbe di giustificare la scelta di chi lo possiede (ed eventualmente lo mostra a un’autorità) di non indossare la mascherina in luoghi pubblici. La grafica del biglietto richiama quella delle agenzie istituzionali statunitensi, così che qualcuno potrebbe pensare si tratti di un’autorizzazione ufficiale concessa per motivi di salute [4].

Anche su Facebook e su altri social media si sono creati dei gruppi tematici come Million Unmasked March e Unmasking America! che hanno raggiunto rispettivamente 7.800 e 9.600 membri prima di essere chiusi dalla amministrazione del social media fondato da Mark Zuckerberg [5]. Uno dei temi più comuni nei messaggi fuorvianti che circondano l’uso delle maschere è che queste limiterebbero la quantità di ossigeno inalato.

Però, perché con una mascherina ho la sensazione di beneficiare di una minore ossigenazione?

Si tratta probabilmente di una sensazione dovuta a una percezione soggettiva e a meccanismi di tipo psicologico. In realtà i materiali traspiranti consigliati e prevalentemente utilizzati per la produzione di maschere per il viso non inibiscono la respirazione. Beninteso, le mascherine vanno indossate correttamente. La carenza di ossigeno nel sangue si chiama ipossia: “Il tessuto non tessuto a strati o le maschere di stoffa non portano all’ipossia: i chirurghi operano per ore indossando le mascherine e non hanno questi problemi”, precisa il professor Keith Neal, professore emerito di malattie infettive all’università di Nottingham [6].
Anche l’OMS tranquillizza: “L’uso prolungato di maschere mediche se indossate correttamente non provoca intossicazione da anidride carbonica né carenza di ossigeno”. Piuttosto, aggiunge, indossando una mascherina chirurgica bisogna assicurarsi che si adatti correttamente e che aderisca bene al viso ma non sia così stretta da impedire di respirare normalmente.

Davvero indossare le maschere non può causare un avvelenamento da anidride carbonica?

Un post ampiamente condiviso su Facebook ha diffuso un’immagine tratta da Wikipedia che mostra i “sintomi di tossicità da anidride carbonica” riconducendo all’uso della mascherina quella che tecnicamente è definita ipercapnia, la presenza eccessiva di anidride carbonica nel sangue dovuta prevalentemente a disturbi cardio-respiratori. “Un’eventualità che non si può verificare a meno che la tenuta della mascherina non sia talmente ermetica da far sì che la persona respiri di nuovo e a lungo l’aria espirata”, afferma il Professor Neal [6]. Le molecole di anidride carbonica sono minuscole – molto più piccole delle goccioline contenenti coronavirus che le maschere sono progettate per arrestare – e non possono essere intrappolate da un materiale traspirante, in particolare durante periodi relativamente brevi come quelli durante i quali le indossiamo, per entrare in un negozio o nel corso di un trasferimento in autobus o in metropolitana.

Le mascherine possono danneggiare il sistema immunitario?

Questa è un’altra leggenda diffusa sui social media, da un’immagine che ha fatto il giro del mondo e che è purtroppo stata condivisa migliaia di volte. Si intitolava “Cosa succede quando indossi una maschera” ed è stata segnalata come “falsa informazione” su Instagram. Sosteneva, tra l’altro, che le mascherine protettive potrebbero “sopprimere” le funzionalità del nostro sistema immunitario, lasciandoci vulnerabili alle infezioni. Ovviamente, si tratta di affermazioni false che non hanno alcuna prova scientifica. “Le mascherine possono impedire ai germi di entrare nella bocca o nel naso e quindi il sistema immunitario non viene chiamato in causa, ma ciò non significa che le sue funzioni vengano soppresse”, afferma Keith Neal [6].
Purtroppo, le evidenze scientifiche che sostengono le raccomandazioni di molti ricercatori, medici ed esperti di politica sanitaria hanno un impatto sull’opinione pubblica minore rispetto alle affermazioni di attori, politici o sportivi che ostentano un atteggiamento ribelle a quella che presentano come una restrizione delle libertà personali. Negli Stati Uniti ha fatto molto discutere il caso di un ex giocatore di baseball, Aubrey Huff, che ha annunciato su Twitter che non avrebbe mai indossato una maschera ricevendo oltre quarantamila “cuori di approvazione” [7].
A sostenere pubblicamente l’inutilità delle mascherine nel contrasto del contagio da SARS-CoV-2 sono stati diversi personaggi dello sport e della politica. Il presidente degli Stati Uniti ha addirittura dichiarato che la disponibilità a seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie era un segnale di ostilità nei suoi confronti [8] e un’agenzia di stampa statunitense ha anche riportato alcune sue dichiarazioni in cui il presidente affermava di sentirsi ridicolo indossando la mascherina, col risultato di mettere in pericolo la sua rielezione per un successivo mandato [9]. Negli Stati Uniti il confronto è talmente polarizzato politicamente che tra gli elettori democratici la disponibilità a indossare una mascherina è di circa il 76% mentre tra i repubblicani il dato scende al 59% [8]. In generale, sembra che tanto maggiore sia la sensazione di vulnerabilità tanto più sia elevata la disponibilità a proteggersi. Ugualmente, maggiore è il desiderio di mostrarsi potente, maggiore è la resistenza a indossare una protezione facciale [10].

All’inizio dell’epidemia di Covid-19 si pensava che indossare una mascherina avrebbe potuto rendere le persone più sicure e disinvolte: non è così, allora?

In realtà, questa possibilità esiste, ma sembra che alcuni studi abbiano ridimensionato questi timori. “C’è chi ritiene che indossare una maschera incoraggi le persone a toccarsi il viso e ad allentare la propria vigilanza rinunciando ad altre precauzioni di sicurezza come il distanziamento fisico e il lavaggio delle mani” ammette Larry Chu, professore di Anestesiologia e direttore di un laboratorio specializzato di informatica e anestesia dell’università di Stanford in California. “In uno studio che abbiamo pubblicato da poco [11], abbiamo trovato risultati che vanno nel senso opposto. Indossare una maschera ricorda alle persone di continuare a essere cauti. Con una maschera, in realtà tocchi meno il viso. Le persone che soffrono di irritazione della pelle dovrebbero assicurarsi che la loro maschera abbia uno strato di tessuto traspirante, come il cotone, a contatto del viso e tutti dovrebbero cambiare la maschera se si bagna o si sporca” [12].

card covid coronavirus Indossare una mascherina può essere pericoloso per la salute

Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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