4 Settembre 2020 di Ulrike Schmidleithner

Sars-CoV-2: un viaggio nel futuro con Star Trek

“The naked time” – quarto episodio della prima stagione di Star Trek (la serie originale degli anni Sessanta), dal titolo italiano “Al di là del tempo” – contiene alcune scene che ricordano un po’ quello che stiamo vivendo con il Sars-CoV-2. In questo episodio due membri dell’equipaggio, il sottotenente Joe Tormolen e il primo ufficiale dell’astronave USS Enterprise, Spock (interpretato magistralmente da Leonard Nimoy) vengono teletrasportati su un pianeta morente, Psi 2000, per recuperare i sei scienziati di stanza su quel pianeta. Entrambi indossano una tuta protettiva che ricorda un po’ quella usata dagli apicoltori.

Purtroppo tutto l’equipaggio della stazione scientifica è morto per assideramento. Mentre Joe Tormolen ispeziona l’ambiente intorno a una delle vittime, si toglie uno dei guanti protettivi per grattarsi il naso. Non si rimette il guanto subito e, mentre continua a esaminare la zona, la telecamera inquadra la mano con cui si sta tenendo in equilibrio mentre si inginocchia per poter vedere anche sotto il tavolo. Così il telespettatore può osservare una strana sostanza rosso sangue che si avvicina velocemente alla mano e la infetta. Poco dopo il sottotenente si rimette il guanto, ma solo dopo essersi grattato un’altra volta il naso.

Quando i due ritornano sull’astronave viene seguito scrupolosamente il protocollo: mentre si trovano ancora nella sala teletrasporto vengono decontaminati e subito dopo il medico di bordo, Leonard McCoy (interpretato da DeForest Kelley), fa loro un check-up completo. Sono giudicati sani e hanno il permesso di continuare a svolgere il proprio lavoro sulla nave. Purtroppo Joe Tormolen non è veramente sano, bensì è nel periodo di incubazione, e ancora nessuno sa che si è infettato sul pianeta.

Anche per il Sars-CoV-2 c’è stato, non si sa né quando né dove esattamente, un momento simile alla scena che ho descritto. Solo che non c’era nessuna telecamera con uno zoom che poteva trasmettere in mondovisione il salto di specie del virus. Vedendo l’inquadratura dell’episodio di Star Trek, quando ci si rende conto della minaccia, verrebbe voglia di mettere in guardia il sottotenente, ma essendo “solo” una fiction la cui trama si basa proprio sulle disavventure, le difficoltà, le sfide e i pericoli dello spazio, senza l’errore del personaggio questo episodio non sarebbe nemmeno stato scritto. Se Joe Tormolen non avesse infranto il protocollo grattandosi il naso, non avrebbe portato a bordo l’infezione e non avrebbe messo in grave pericolo l’equipaggio e la missione dell’USS Enterprise.

Nella vita reale, quella prima infezione con cui il Sars-CoV-2 è riuscito a entrare a far parte della nostra vita è avvenuta senza che nessuno lo sapesse. Nessuno poteva metterci in guardia nel tentativo di evitare quel primo contagio, che successivamente ha portato a milioni di contagi ancora oggi in espansione.

A pensarci bene, tutti noi potremmo essere un Joe Tormolen, e anche se non saremmo il paziente zero, rischieremmo comunque di contribuire a una catena di contagio con conseguenze, prima o poi, fatali per qualcuno. Quando Joe si è tolto il guanto per grattarsi il naso era ignaro della pericolosa vicinanza di un liquido infettante, perché dalla posizione in cui si trovava questa sostanza per lui era invisibile. Comunque, non vederla e non sapere dell’esistenza dell’inquinante non gli ha impedito di infettarsi e di trasmettere il male ad alcuni membri dell’equipaggio dell’astronave.

Oggi noi, al contrario di Joe, siamo ben consapevoli della presenza del virus Sars-CoV-2 e non abbiamo nemmeno la scusa di essere ignari del pericolo. Troppi si tolgono il guanto e si grattano il naso, e alcuni addirittura si battono ad alta voce per questo “diritto sacrosanto”. Insomma, non è accettabile che qualcuno ci dica di non toglierci il guanto, noi ce lo vogliamo togliere, toccare liberamente tutte le superfici e grattarci il naso ogni volta che ne abbiamo voglia! È anticostituzionale toglierci questo diritto! Inoltre, i guanti sono dannosi per le mani: ostacolano la traspirazione!

Se tutti ci rendessimo conto di poter essere il Joe Tormolen della situazione – un paziente zero rispetto ai contagi che potrebbero partire da noi, se non ci atteniamo alle pochissime e semplici regole che conosciamo ormai a memoria – avremmo fatto un passo importante nella direzione giusta. Ognuno di noi ha un ruolo nella lotta al Sars-CoV-2, e non mi riferisco a quello del bastian contrario o dell’imbonitore.

Invece ci troviamo circondati da gente che discute di “debolmente positivi”, di “virus indebolito”, o che passa il messaggio che il virus si stia ritirando praticamente da solo, quando invece – dove e quando questo succede – è soprattutto grazie alle misure prese dai governi e al comportamento responsabile e prudente della maggioranza delle persone.

Nell’episodio di Star Trek che ho preso come spunto per questo articolo il contagio avviene tramite il sudore, perciò basta anche un contatto breve, per esempio dando la mano a qualcuno. Ovviamente la strana malattia si diffonde molto velocemente sull’astronave e vengono infettati anche il capitano Kirk (interpretato da William Shatner), il signor Spock e altri membri dell’equipaggio. Il morbo si manifesta con la perdita del controllo inibitorio: in pratica chi ne è affetto impazzisce, e questo naturalmente pone l’astronave in una situazione molto pericolosa. Il bravo dottor McCoy riesce comunque a isolare l’agente infettivo e produce all’istante l’antidoto (non dimentichiamoci che siamo intorno all’anno 2250!). Divertente la scena in cui il dottore, appostato all’ingresso del ponte di comando, attende l’ingresso del capitano Kirk e gli strappa con decisione la manica della divisa per iniettargli il siero usando una specie di enorme siringa che farebbe paura anche a un elefante. Naturalmente il tutto senza consenso informato. Kirk, da vero eroe, fa finta di niente e procede verso la propria postazione per riprendere le redini della sua amata astronave. Alla fine vince la scienza, nelle vesti del dottor McCoy che ha scoperto nel giro di pochi giorni l’agente infettivo, il modo di trasmissione e l’antidoto.

Anche nel mondo reale ci affidiamo alla scienza per proteggerci dalle devastanti conseguenze causate da Sars-CoV-2, ma ci vuole molto più tempo e purtroppo il più grande ostacolo è rappresentato proprio dagli esseri umani: invece di essere uniti contro il virus, infatti, si separano in tanti gruppi contrapposti.

Photo Credits: Rhys A., licensed under CC BY 2.0

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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