Fare la tinta ai capelli durante la gravidanza non è controindicato in assoluto, ma non è del tutto esente da rischi. Si può fare, con le dovute cautele. Nel corso degli ultimi decenni sono stati pubblicati studi epidemiologici che suggeriscono una correlazione tra l’uso di tinture per capelli e un lieve aumento del rischio di sviluppare alcuni tumori, come quello al seno e quello alla vescica, e anche un aumento del rischio di neuroblastoma, un tumore infantile, nei figli di madri che hanno tinto i capelli in gravidanza. Chi vuole consultare queste ricerche, ne trova diverse elencate nella bibliografia di uno studio pubblicato nel 2020 sul British Medical Journal [1].
L’allarme per i risultati emersi ha spinto le autorità sanitarie europee a emanare nel 2009 un regolamento [2] molto stringente che vieta la presenza nei cosmetici di alcuni ingredienti potenzialmente pericolosi per la salute e limita la concentrazione e le indicazioni d’uso di altri. Oggi, quindi, i prodotti per la tintura dei capelli che si trovano regolarmente in vendita nei negozi italiani, come nel resto dell’Unione Europea, sono sicuri in generale per la salute e in particolare in gravidanza se utilizzati seguendo scrupolosamente le istruzioni riportate sulla confezione.
Dottore, quindi se volessi fare la tinta ai capelli durante la gravidanza potrei stare tranquilla?
Le ricerche per verificare la sicurezza degli ingredienti dei cosmetici proseguono, tanto è vero che periodicamente la lista di quelli vietati o limitati viene ampliata con nuove voci. Inoltre, sono in corso studi per valutare la potenziale tossicità di sostanze che non sono contenute nelle tinture, ma che si formano nelle reazioni chimiche che avvengono nel capello dopo l’applicazione del prodotto. Possiamo dire, perciò, che le tinture vendute regolarmente in Italia sono sicure allo stato attuale delle nostre conoscenze.
Ci sono però prodotti di dubbia qualità, importati da Paesi extra europei dove le regole sono meno stringenti, quelli acquistati in rete o sui banchetti. La loro vendita è illegale: eludono i controlli. Bisognerebbe evitarli sempre, non solo in gravidanza, perché possono contenere ingredienti pericolosi. Infine, ci sono i coloranti di origine vegetale, come l’henné, che possono spingere all’imprudenza chi li utilizza e li considera sicuri a priori perché naturali (ne abbiamo parlato nella nostra scheda “I prodotti naturali sono sempre da preferire?”). Anche per questi vale la raccomandazione di scegliere solo prodotti di buona marca e seguire scrupolosamente i tempi di posa e le modalità d’uso riportati nelle istruzioni.
Dottore, che cosa contengono le tinture per capelli e in che modo potrebbero nuocere in gravidanza?
Il fusto del capello ha uno strato interno, la corteccia, dove si trova la melanina, il pigmento che dà alla chioma il suo colore naturale. Sopra la corteccia c’è lo strato più esterno del capello, la cuticola, che ha una struttura a scaglie come la superficie di una pigna. Le tinture temporanee, quelle che vanno via con qualche lavaggio, contengono coloranti che aderiscono allo strato più esterno, alla cuticola del capello. Le tinture permanenti invece penetrano nella cuticola e agiscono sulla corteccia.
Per far questo si servono di diversi ingredienti che devono essere mescolati all’ultimo momento prima di applicare il prodotto: l’ammoniaca o un’altra sostanza alcalina, che apre le scaglie della cuticola, il precursore, formato da piccole molecole non colorate che passano attraverso le scaglie aperte della cuticola e raggiungono la corteccia, e l’acqua ossigenata, che decolora la melanina della corteccia e reagisce con le molecole del precursore formando molecole più grandi e colorate.
Terminata la posa e sciacquata via la tintura, si applica un prodotto acido, un fissatore, che richiude le scaglie della cuticola, e il colore rimane permanentemente imprigionato nella corteccia. Applicando la tintura sui capelli e sul cuoio capelluto, una parte di queste sostanze viene assorbita dall’organismo.
Come abbiamo già detto, il regolamento europeo per la sicurezza dei cosmetici esclude la presenza nelle tinture di una lunga lista di coloranti potenzialmente tossici o cancerogeni. Ce ne sono altri, ammessi, che possono scatenare allergie in una parte consistente della popolazione. I prodotti che li contengono devono riportare sull’etichetta la dicitura “Può dare una reazione allergica”. È consigliabile controllare per escludere questa eventualità, a maggior ragione in gravidanza, quando i problemi di salute della futura mamma possono nuocere anche al nascituro.
C’è poi l’ammoniaca, presente nelle tinture permanenti a una concentrazione non superiore al 6%. È fortemente irritante per la pelle, le mucose, le vie respiratorie e gli occhi, ma non risulta che sia tossica se viene assorbita o inalata in piccole quantità, non è cancerogena, né provoca difetti congeniti in gravidanza [3]. Per usare in sicurezza prodotti che contengono ammoniaca, in gravidanza e non solo, bisogna indossare guanti protettivi, aerare bene l’ambiente, lasciare in posa lo stretto indispensabile e poi rimuovere accuratamente la tintura. Da evitare se il cuoio capelluto è irritato o la pelle non è integra.
Molte tinture permanenti di nuova generazione non contengono ammoniaca ma un’altra sostanza alcalina che la sostituisce, l’etanolammina. È meno volatile dell’ammoniaca, quindi il rischio di inalarne quantità significative è minore, ma è altrettanto irritante. Se assorbita per via cutanea non comporta rischi riproduttivi né risulta cancerogena [4]. In sostanza, ha un odore meno pungente ma dal punto di vista della sicurezza è equivalente all’ammoniaca.
Dottore, in gravidanza posso fare l’henné?
Le tinture a base di henné contengono polvere ottenuta da foglie secche di una pianta, la lawsonia inermis. Agiscono sulla parte più esterna del capello, la cuticola, senza penetrare al suo interno. Conferiscono, quindi, una colorazione temporanea e sono meno aggressive per la chioma e irritanti per la pelle rispetto alle tinture permanenti. Il loro utilizzo non è controindicato in gravidanza. Tuttavia sarebbe un errore pensare che, trattandosi di un prodotto di origine naturale, l’henné sia sicuro al 100% dal punto di vista tossicologico.
Il pigmento responsabile della tinta rossa dell’henné, il lawsone, che penetra nell’organismo attraverso il cuoio capelluto durante la posa del prodotto sui capelli, è tossico. Nel 2013 il Comitato Scientifico per la Sicurezza dei Consumatori dell’Unione Europea ha pubblicato un documento [5] che fissa all’1,4% la concentrazione massima che il lawsone può raggiungere nelle tinture per capelli per garantirne l’innocuità. Il parere del Comitato per il momento non è stato tradotto in obbligo di legge e ancora oggi si trovano in commercio in Italia prodotti per la colorazione dei capelli che contengono lawsone a concentrazioni superiori all’1,4%. Le migliori marche di cosmetici, però, si sono adeguate spontaneamente all’indicazione. È opportuno controllare l’etichetta della tintura prima di utilizzarla, a maggior ragione in gravidanza. Per limitare l’assorbimento della sostanza attraverso la pelle e il cuoio capelluto, poi, bisogna indossare dei guanti mentre si applica il prodotto e ridurre al minimo indispensabile il tempo di posa.
Dottore, quali sono le accortezze da osservare quando si fa la tinta in gravidanza?
Riassumendo: tingere i capelli quando si aspetta un bambino non è controindicato, ma non è del tutto esente da rischi. Ecco gli accorgimenti utili per minimizzarli [6,7].
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Alcuni ginecologi consigliano di evitare la tinta nel primo trimestre di gravidanza, il periodo più delicato per lo sviluppo del nascituro, in cui si formano i suoi organi. È un invito all’attenzione che si applica per prudenza a diversi comportamenti durante l’attesa.
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Il prodotto deve essere scelto con cura. Deve essere di buona marca e l’etichetta deve contenere la lista degli ingredienti e le precauzioni di impiego. Se ci si rivolge a un parrucchiere, che sia un professionista scrupoloso e fidato e che utilizzi prodotti di buona qualità.
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Per l’applicazione della tintura bisogna osservare scrupolosamente le istruzioni riportate nella confezione, tenendola in posa il tempo minimo richiesto e sciacquando con cura i capelli e il cuoio capelluto al termine della procedura.
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Bisogna indossare i guanti prima di maneggiare il prodotto e aerare l’ambiente durante la procedura.
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L’operazione deve essere rimandata se il cuoio capelluto è irritato oppure non è integro.
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Per ridurre il rischio di reazioni allergiche è consigliabile usare una tintura che è già stata impiegata più volte in passato e non ha dato problemi. Conviene comunque fare una prova prima dell’utilizzo, applicandone una piccola quantità con la punta di un cotton fioc sulla pelle, lasciando agire per un tempo pari al tempo di posa, poi sciacquando accuratamente e osservando la reazione nelle 48 ore successive.
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Le istruzioni d’uso e il tempo di posa devono essere rispettati anche quando si utilizza un prodotto di origine vegetale.
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I colpi di sole, le meches e la tintura delle sole punte dei capelli sono procedure più sicure rispetto alla tintura completa, perché il prodotto non entra in contatto con il cuoio capelluto.
Scheda realizzata con la consulenza di Salvo Di Grazia, Specialista in ginecologia e ostetricia
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