Con le statine bisogna prendere un integratore?

12 Dicembre 2025 di Roberta Villa

Le statine sono una delle categorie di farmaci più utilizzate al mondo. Sono raccomandate a tutti coloro che hanno avuto un infarto, un ictus o un altro evento ischemico, per ridurre le probabilità di un ulteriore episodio. Questi farmaci possono essere prescritti anche a scopo preventivo a persone che, per ragioni genetiche o per la somma di altri fattori, sono considerate ad alto rischio e in cui la dieta e l’esercizio fisico non bastano ad abbassare i valori di colesterolo nel sangue [1, 2].

La cura andrebbe proseguita per tutta la vita, ma alcuni pazienti la interrompono a causa di effetti indesiderati a livello muscolare. Qualcuno suggerisce che questi si potrebbero evitare con supplementi a base di coenzima Q10, ma non esistono prove solide che sia così.

Dottore, come funzionano le statine?

I principi attivi di questi farmaci (atorvastatina, fluvastatina, lovastatina, pitavastatina, rosuvastatina e simvastatina) possono ridurre il rischio di malattie cardiovascolari con diversi meccanismi, per esempio rimuovendo il colesterolo LDL dal sangue, facendo scendere i livelli di trigliceridi ed esercitando un’attività antinfiammatoria che contribuisce a proteggere le pareti delle arterie. Il loro effetto principale è però l’inibizione di un enzima, detto HMG-CoA reduttasi (in forma estesa, idrossi-metilglutaril-coenzima A reduttasi), fondamentale per la sintesi epatica del colesterolo: infatti, il colesterolo è ricavato solo per il 20% da alimenti di origine animale, mentre per l’80% è di natura endogena, cioè, prodotta dall’organismo stesso.

La stessa reazione chimica inibita dalle statine serve a produrre anche ubichinone, detto coenzima Q10, un mediatore importante per il rifornimento di energia alle cellule. In passato si è stimato che i livelli di questa sostanza si dimezzino già entro il primo mese di trattamento con le statine [3].

Per questa ragione, si è provato ad associare ai farmaci supplementi a base di coenzima Q10, sperando così di contrastare i disturbi muscolari che possono insorgere in chi è sottoposto a questo trattamento. Lo stesso può accadere a chi assume integratori a base di riso rosso fermentato dal momento che la loro efficacia dipende dal fatto di contenere una statina naturale, la monacolina K.

Dottore, quali sono gli effetti indesiderati delle statine?

Come tutti i medicinali, infatti, anche le statine possono causare effetti indesiderati, in genere lievi, che spesso si risolvono cambiando molecola o aggiustandone la dose. I più noti, tuttavia, anche se non i più frequenti, sono debolezza, dolori alle gambe e crampi muscolari. Nei casi più gravi, il muscolo può subire un danno peggiore detto rabdomiolisi.

Si stima che disturbi muscolari si verifichino davvero solo nel 5% circa dei casi, ma l’enfasi data nel tempo a questo effetto indesiderato fa sì che molte persone attribuiscano alla terapia disturbi di altra natura: una recente metanalisi della letteratura stima che solo in un caso su 15 di quelli segnalati sia davvero da ricondurre ai farmaci. E si ipotizza che a volte possa subentrare un “effetto nocebo”, opposto al più noto “effetto placebo”: come possiamo trarre vantaggio da un intervento che riteniamo benefico, così potremmo convincerci che le statine ci causano dolori muscolari perché sappiamo che possono farlo [4].

Dottore, il coenzima Q10 può proteggere da questi effetti?

L’efficacia del coenzima Q10 contro questi sintomi muscolari, tuttavia, è dubbia. Al riguardo esistono pochi studi, per lo più datati, che hanno coinvolto poche decine di pazienti, insufficienti per trarre conclusioni significative: alcuni mostrano un vantaggio, altri no. Una metanalisi che ha messo insieme questi risultati ha concluso che non ci sono prove di un beneficio [5].

Per verificare che il risultato scoraggiante non dipendesse da un dosaggio insufficiente è stata condotta una successiva ricerca, in cui sono state confrontate con il placebo dosi giornaliere di coenzima Q10 superiori alla norma, pari cioè a 600 mg al giorno contro i 100 mg raccomandati abitualmente. Anche in questo caso, tuttavia, non sono state osservate differenze in termini di dolore muscolare tra chi prendeva l’integratore o il placebo [6].

Infine, occorre ricordare che molti pazienti che soffrono di cuore sono in terapia anticoagulante con farmaci come warfarin, la cui efficacia può ridursi per interazione con il coenzima Q10. Se si decide di prenderlo, quindi, è sempre meglio prima consultarsi con il proprio medico [7].

Autore Roberta Villa

Giornalista pubblicista laureata in medicina, Roberta Villa ha collaborato per più di vent’anni con le pagine di Salute del Corriere della Sera e con molte altre testate cartacee e online, italiane e internazionali. Negli ultimi anni ha approfondito il tema delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della comunicazione, anche in risposta a bufale e fake news. Sul tema della comunicazione della scienza è attualmente impegnata nel progetto europeo QUEST come research fellow dell’Università di Ca’Foscari a Venezia. Insieme ad Antonino Michienzi è autrice dell’e-book “Acqua sporca” (2014), un’inchiesta sul caso Stamina disponibile gratuitamente online. Ha scritto “Vaccini. Il diritto di non avere paura” (2017), distribuito in una prima edizione con il Corriere della Sera e in una seconda (2019) per il Pensiero scientifico editore. È molto attiva sui social network (Youtube, Instagram, Facebook) su cui sta sperimentando un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione.
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