2 Marzo 2018 di Ulrike Schmidleithner

Vaccinare vs non vaccinare: due rischi a confronto

A volte, in seguito alla vaccinazione MPR (morbillo, parotite, rosolia) un bambino può sviluppare, circa 7-10 giorni dopo la vaccinazione, la febbre e un leggero esantema, come una forma di morbillo molto lieve, conosciuto infatti con il nome “morbillino”. Raramente questo “morbillino” si manifesta in modo più accentuato.

Vi racconto di uno di questi casi di grave reazione al vaccino.

La vicenda si svolge in Germania, circa 15 anni fa. Il bambino in questione è stato vaccinato con MPR. Dopo circa una settimana ha sviluppato la febbre, non riusciva a camminare, era assonnato e a tratti appariva disorientato. I suoi sintomi erano più accentuati rispetto alla reazione che si è osservata raramente anche in altri bambini, e che generalmente sparisce dopo pochi giorni. Anche il bambino in questione è guarito senza conseguenze.

Vi potete immaginare come hanno reagito i genitori a questa grave reazione al vaccino? Si saranno pentiti di averlo fatto vaccinare? Avranno dichiarato che non avrebbero mai più vaccinato un altro figlio con questo vaccino? Si saranno aggregati a qualche movimento antivaccinista per mettere in allerta altri genitori, cercando di spingerli a rifiutare questo vaccino per i propri figli?

Chi conosce bene il rapporto rischio/beneficio dei vaccini spiegherebbe a questi genitori che quel tipo di reazione è assolutamente rara, e comunque preferibile ai rischi che gli avrebbe fatto correre il morbillo vero. Direbbe loro che avevano in ogni caso preso la decisione migliore per loro figlio, perché vaccinandolo lo hanno protetto dal virus selvaggio.

Ma in realtà questi genitori sapevano già tutto questo. Conoscevano fin troppo bene la pericolosità del virus del morbillo. Purtroppo lo hanno imparato in un modo atroce, che non si augura a nessun genitore.

Quando è nato il bambino di cui vi sto parlando, la vera tragedia si era già consumata. Il bimbo aveva infatti due fratelli più grandi, entrambi non vaccinati contro il morbillo. I loro genitori, dopo essersi “informati”, avevano deciso di seguire il consiglio della loro pediatra omeopata. Questa aveva spiegato loro che siccome il più grande dei fratelli da piccolo aveva avuto una dermatite, era meglio evitare il vaccino MPR per non rischiare che questa si ripresentasse. Ma la dermatite non viene affatto considerata una controindicazione alle vaccinazioni, quindi il consiglio andava contro le raccomandazioni degli esperti. Di conseguenza, i due fratelli erano esposti – senza un valido motivo medico – ai rischi di una malattia pericolosa. Hanno invece ricevuto tutte le altre vaccinazioni disponibili e raccomandate all’epoca in Germania.

Nel 1999, quando il più grande dei due bambini aveva 5 anni, lui, suo fratello e loro padre si sono ammalati di morbillo e sono guariti senza complicanze.

Due anni dopo, però, il più grande dei due bambini ha manifestato i primi strani sintomi e poco tempo dopo è arrivato a non riconoscere più né i genitori né il fratello. Gli è stata diagnosticata la terribile complicanza tardiva del morbillo, la panencefalite sclerosante subacuta (PESS o SSPE) che generalmente porta alla morte nel giro di 1-3 anni. Anche suo fratello più piccolo ha sviluppato la PESS, un anno dopo la malattia. I medici hanno fatto una biopsia cerebrale al fratello più piccolo e hanno trovato il virus selvaggio.

Poi è nato il terzo fratello e dopo la terribile esperienza che questi genitori avevano fatto (due bambini in coma vegetativo a causa del morbillo contro cui non erano stati vaccinati) lo hanno naturalmente fatto vaccinare appena possibile. Quando hanno visto la grave reazione al virus attenuato non hanno maledetto il vaccino, ma avranno sicuramente detto: “Per fortuna lo abbiamo potuto vaccinare, perchè se fosse stato infettato dal morbillo vero forse avremmo rischiato di perdere anche lui. Se già il virus indebolito gli ha provocato questa reazione, figuriamoci quello selvaggio!”.

Ecco, quando si ha paura di una eventuale reazione grave al vaccino MPR, che comunque capita molto raramente, non bisogna mai dimenticare di mettere sulla bilancia il rischio del virus selvaggio, che è mille volte più alto di quello del virus vaccinale.

Nonostante la singolarità dell’accaduto, due fratelli colpiti da PESS e le numerose analisi condotte, non si è mai scoperto alcun difetto immunitario specifico predisponente alla PESS. I medici che hanno pubblicato nel 2003 questa storia clinica spiegano: “L’insorgenza in una famiglia, la breve latenza tra l’infezione e l’insorgenza della PESS, e il rapido deterioramento, specialmente nel fratello minore, suggeriscono la presenza di un fattore patogenetico geneticamente determinato. Numerosi test immunologici non sono riusciti a rilevare alcuna anomalia”.

[Lo spunto per questo articolo mi è stato dato dall’articolo del DDr. Wolfgang Maurer e della dott.ssa Silvia Vieker. Ringrazio in particolare la dott.ssa Vieker per le informazioni che mi ha dato riguardo ai sintomi e all’esito della reazione avversa al vaccino nel più piccolo dei tre fratelli.]

Bibliografia

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
Tutti gli articoli di Ulrike Schmidleithner