Il tennista spagnolo Carlos Alcaraz usa spesso i cerotti nasali per respirare meglio durante le partite più importanti, soprattutto se è raffreddato, ma questi nastri adesivi indossati in modo da allargare le narici sono ormai molto diffusi anche tra i praticanti di altri sport.
Non solo, molti li utilizzano anche per russare meno durante il sonno. Online e sui social media si trovano molte pubblicità di prodotti del genere [1,2]. A Dottore, ma è vero che, quindi, ci siamo chiesti quali siano le prove scientifiche della loro efficacia e se comportino rischi da cui mettere in guardia i cittadini.
Dottore, come funzionano i cerotti nasali?
Il principio su cui si basano i cerotti esterni (ma esistono anche dilatatori interni) è molto semplice: applicando un nastro adesivo sul naso si vuole facilitare la dilatazione delle narici, e ridurre quindi la resistenza al passaggio dell’aria. Lo stesso obiettivo si può raggiungere anche tramite dilatatori interni, che in uno studio italiano di qualche anno fa si sono anche dimostrati migliori dei primi per ridurre i tempi di russamento e migliorare la qualità del sonno in una quarantina di soggetti [3,4].
È prevalentemente attraverso il naso, infatti, in condizioni normali, che entra ed esce l’aria necessaria per la respirazione. Durante l’esercizio fisico, il corpo ha però bisogno di più ossigeno. Per questo, le narici si allargano per far entrare più aria.
A un certo punto, l’aumento del flusso d’aria può creare una pressione negativa che tende a far restringere le pareti del naso, bloccando il passaggio dell’aria. Il cerotto è pensato per evitare questo fenomeno, permettendo così di continuare a respirare dal naso anche per sforzi di maggiore intensità [5]. Indipendentemente dallo sforzo, per esempio durante il sonno, una simile difficoltà di flusso si può realizzare per deviazioni del setto nasale, raffreddori e riniti allergiche, polipi e così via [6].
In tutti questi casi, comunque, l’organismo supplisce alla carenza di ossigeno proveniente dal naso utilizzando anche l’aria che può entrare attraverso la bocca. Nel sonno, chi respira a bocca aperta tende a russare, ed è per questo che si è pensato di usare questi dispositivi per ridurre durata ed entità del fenomeno, fastidioso soprattutto per i partner (delle soluzioni per smettere di russare avevamo parlato nella scheda “Smettere di russare è impossibile?”).
Infine, ci sono molte altre situazioni nelle quali un’ostruzione nasale può essere molto fastidiosa, che sia un comune raffreddore o una rinite allergica, un difetto del setto o la presenza di polipi. Anche in questi casi, si può provare se questi semplici strumenti riescono a migliorare il respiro.
Dottore, ma è vero che i cerotti nasali sono sicuri ed efficaci?
Primum non nocere, dicevano gli antichi. Prima di tutto, è sempre importante non fare e non farsi dei danni. Da questo punto di vista i cerotti nasali possono essere considerati del tutto innocui, anche per i bambini e le donne in gravidanza. Tutt’al più potrebbero provocare irritazione della pelle con arrossamento e prurito, in persone particolarmente sensibili, stimolando gli starnuti.
A chi sceglie di provarli per smettere di russare la Sleep Foundation raccomanda però di consultare prima il proprio medico, per verificare che il disturbo non sia provocata da apnee notturne. Contro questi arresti della respirazione durante il sonno, infatti, i cerotti non servono a nulla, per cui il loro uso potrebbe ritardare la diagnosi [7,8].
Dal punto di vista dell’efficacia, vari studi, come quello condotto in Italia e citato sopra, riportano un miglioramento rispetto al russare riferito dal soggetto o da chi dorme con lui o lei. Ugualmente, per gli sportivi, è stato dimostrato che i cerotti nasali aumentano leggermente l’apporto di ossigeno, la capacità cardiorespiratoria e la resistenza allo sforzo, anche se non ci sono prove solide che ciò abbia alla fine un vero impatto sulla performance [9].
È possibile che in molti casi, di conseguenza, intervenga un effetto placebo, per cui chi li usa si convince di respirare meglio, e di conseguenza anche dormire, allenarsi e riuscire meglio nello sport. Bisogna sempre ricordare tuttavia che anche l’effetto placebo è reale, può essere utile e non va sottovalutato.
Non sorprende quindi che Alcaraz e tanti altri come lui utilizzino spesso questi dispositivi, anche se la loro efficacia misurabile non è clamorosa (altrimenti lo farebbero tutti). Li fanno stare meglio, e questo basta. Purché non si pensi che da questi “trucchetti” possa dipendere la loro scalata ai vertici del ranking mondiale nel loro sport, per la quale devono ringraziare piuttosto talento, allenamento, sacrifici e forza di volontà.
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