Durante lo svezzamento del bambino gli alimenti vanno introdotti in un ordine preciso?

7 Settembre 2023 di Maria Cristina Valsecchi

Intorno ai sei mesi di vita, quando il latte da solo non è più sufficiente a soddisfare i fabbisogni nutrizionali del bambino, si avvia lo svezzamento, cioè si cominciano a introdurre nella sua dieta alimenti complementari al latte.

Un tempo si raccomandava di proporre i nuovi ingredienti in un ordine ben preciso: per primi quelli considerati meno allergenici e più vicini al gusto del piccolo, come la carota, la patata e altre verdure dolci in forma di brodo o di passata; e solo in seguito, dopo gli 8-9 mesi, gli ingredienti che più spesso provocano reazioni allergiche in età pediatrica come l’uovo, il pesce, il pomodoro, le fragole. Per prevenire la celiachia, si consigliava di posticipare anche l’offerta di cereali che contengono glutine. Si indicava inoltre di aspettare un giorno o due prima di introdurre ogni nuovo ingrediente, per verificare l’assenza di reazioni.

Negli ultimi anni, però, diversi studi hanno dimostrato che queste cautele non hanno alcuna utilità nel prevenire le allergie o le intolleranze [1]. Introdurre uova, pesce, glutine e arachidi fin dalle prime fasi dello svezzamento non aumenta il rischio di eczema, asma, rinite allergica, disturbi gastrointestinali o celiachia. Anzi, secondo alcuni risultati, l’introduzione tempestiva di uova e arachidi ridurrebbe il rischio di sviluppare allergia nei confronti di questi ingredienti.

Inoltre, nel primo anno di vita il bimbo costruisce le sue future preferenze alimentari e impara a nutrirsi in modo sano, quindi è importante che entri in contatto con un’ampia varietà di sapori. Ecco perché oggi non si raccomanda più di seguire un ordine specifico nell’offerta dei cibi e di introdurne uno alla volta [2]. Ovviamente i genitori devono prestare sempre attenzione all’eventuale comparsa di potenziali sintomi di allergia – come vomito, dolori addominali, diarrea o dermatite atopica – nei minuti successivi al pasto, e segnalarli al pediatra.

Ci sono alcuni alimenti che è meglio non offrire nel primo anno di vita?

Il latte di mucca è povero di ferro e molto ricco di grassi e proteine [3]. Il suo consumo abituale nel primo anno di vita può provocare anemia da carenza di ferro e squilibri nutrizionali, quindi si raccomanda di aspettare il secondo anno di vita prima di introdurlo nella dieta.

Si raccomanda inoltre di non aggiungere sale o zucchero nella preparazione degli alimenti e di evitare i prodotti già pronti ad alto contenuto di sale o con aggiunta di zuccheri come le patatine e le bibite dolcificate, per ridurre il rischio di obesità e ipertensione in età adulta.

Infine, è importante che gli alimenti destinati ai bambini siano preparati e conservati in condizioni igieniche adeguate, che carne e pesce siano ben cotti, frutta e verdura lavate con abbondante acqua potabile per prevenire il rischio di tossinfezioni alimentari [4].

cibo bambino icon

Inizialmente il cibo deve essere offerto in forma di purea?

Di norma i bambini sviluppano il coordinamento motorio necessario per deglutire gli alimenti in forma di passato o purea intorno ai 4-5 mesi di età e a 6-7 mesi quello necessario per masticare e deglutire cibo morbido a pezzetti [2].

Il modello di svezzamento tradizionale a cui si faceva ricorso un tempo prevedeva inizialmente la somministrazione di brodo, passato o pappe in forma di purea con il cucchiaino e solo in seguito di pastina e alimenti triturati. Da qualche anno si è diffuso anche in Italia il cosiddetto “svezzamento autogestito”: prevede l’offerta di piccoli pezzi di cibo solido che il bambino possa afferrare con le mani e portare alla bocca in modo autonomo. La maggior parte delle famiglie alterna i due approcci.

Al momento la ricerca non ha evidenziato un maggior rischio di soffocamento per i bambini che seguono l’approccio dello svezzamento autogestito rispetto a quelli alimentati con il cucchiaino e cibi in forma di purea [5]. Ovviamente è necessario che in caso di svezzamento autogestito i genitori offrano ai piccoli alimenti morbidi, come verdura o carne cotta al vapore, che possano essere facilmente masticati anche senza denti. Da evitare alimenti di forma sferica o affusolata come acini d’uva o carotine baby intere e alimenti che contengono ossicini, spine, nervature o filamenti. I cibi di forma allungata devono essere tagliati a rondelle, quelli di forma tondeggiante in quarti. Carne e pesce, in pezzetti piccoli, puliti di ogni residuo duro o fibroso.

Autore Maria Cristina Valsecchi

Maria Cristina Valsecchi lavora come giornalista scientifica freelance per diverse testate, occupandosi principalmente di salute riproduttiva e salute materno-infantile. Con la collega Valentina Murelli ha creato il sito web indipendente di informazione sulla salute della donna “Eva - Sapere è potere” (https://evasaperepotere.wordpress.com/).
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