I rapporti sessuali programmati possono aiutarmi a rimanere incinta?

26 Ottobre 2022 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

A volte può essere difficile rimanere incinta o comunque può non avvenire così rapidamente come si vorrebbe. Se si fa sesso regolarmente e la donna ha meno di 40 anni, in genere otto coppie su dieci concepiscono entro un anno. Tra le due coppie che non rimangono incinte nel primo anno, una concepirà nell’anno successivo [1]. Una donna, però, potrebbe voler ricorrere a qualche strategia che la aiuti a concepire più velocemente. Tra queste si parla spesso di rapporti sessuali programmati.

Dottore, cosa si intende per rapporto sessuale programmato?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dal presupposto che è possibile concepire solo durante il periodo fertile, che va da circa cinque giorni prima dell’ovulazione fino a poche ore dopo. Durante l’ovulazione, infatti, l’ovulo, detto anche ovocita, viene liberato dall’ovaia nella tuba uterina dove può essere fecondato dagli spermatozoi, per poi raggiungere l’utero dove avverrà la crescita del feto. Gli ovuli si trovano all’interno dell’ovaia e, quando raggiungono lo stadio finale di maturazione, vengono espulsi (di norma uno al mese) nelle tube di Falloppio. Il concepimento può avvenire anche quando i rapporti sessuali si consumano nei giorni immediatamente precedenti l’ovulazione, perché gli spermatozoi sopravvivono per circa quattro o cinque giorni nella cavità uterina e nelle tube. L’ovulo, invece, sopravvive circa 24 ore prima di andare incontro a un rapido disfacimento.

I rapporti sessuali programmati, dunque, sono quelli previsti in questa fase, nella speranza di concepire. In un ciclo mestruale medio di 28 giorni l’ovulazione avviene di norma attorno al quattordicesimo giorno del ciclo mestruale, ovvero dai 16 ai 12 giorni prima dell’inizio del flusso mestruale. Tuttavia, la durata del ciclo di ogni persona può essere diversa e il tempo tra l’ovulazione e l’inizio del successivo periodo mestruale può variare.

Dottore, allora come faccio a capire quando sono fertile?

Durante il periodo fertile ci sono piccole manifestazioni fisiche che possono aiutare la donna a riconoscere l’avvicinarsi dell’ovulazione. Il primo aspetto a cui prestare attenzione è il cambiamento di colore e densità delle secrezioni vaginali (chiamate muco cervicale, perché prodotte dalla cervice). Subito dopo la fine del flusso mestruale, il muco inizia ad aumentare di quantità e passa dall’essere denso ad essere sempre più fluido e trasparente. Proprio nella fase in cui il muco risulta più limpido si hanno più possibilità di dare avvio a una gravidanza. A ovulazione avvenuta e fino alla mestruazione successiva, invece, il muco cervicale assume un colore biancastro e risulta più spesso [2,3,4].

Durante l’ovulazione, inoltre, può aumentare leggermente la temperatura corporea basale, ovvero la temperatura del corpo umano in stato di riposo. Per calcolarla esistono termometri appositamente progettati, e va misurata ogni mattina prima di alzarsi dal letto. Potrebbe essere utile segnare la temperatura su un quaderno apposito per vedere le oscillazioni: si è più fertili nei due o tre giorni prima che la temperatura aumenti [3,4].

Se si desidera conoscere il proprio periodo fertile è possibile anche fare ricorso a stick che riconoscono il picco dell’ormone LH – presente al momento dell’ovulazione – nelle urine. Questi test sono di facile utilizzo, ma questi strumenti non danno risposte certe [2,3,4]. Per essere più sicuri è bene che ci sia una combinazione di questi elementi, ma comunque non è garantito il concepimento avendo rapporti sessuali in una fase presumibilmente fertile.

Alcune donne possono manifestare altri sintomi durante l’ovulazione, tra cui tensione mammaria, gonfiore, sensazione di indolenzimento nella zona del basso ventre. Questi sintomi, però, non sono considerati affidabili per prevedere l’ovulazione perché possono venire avvertiti con differente intensità a seconda della persona, e non sono sempre presenti [2,3,4].

Dottore, ma i rapporti sessuali programmati funzionano?

Sebbene abbiano il potenziale per aiutare le persone a concepire in modo naturale evitando l’intervento medico, i rapporti sessuali programmati possono richiedere molto tempo, essere stressanti e, nel caso in cui si faccia ricorso ai test, essere costosi.

Un gruppo di ricercatori di una rete internazionale ha esaminato gli studi esistenti sui rapporti sessuali programmati per studiarne i rischi e i benefici. I ricercatori volevano capire non solo se aumentassero le possibilità di avere una gravidanza, ma anche gli eventuali effetti negativi sulla qualità della vita e sui livelli di stress [5]. Purtroppo, come è accaduto diverse altre volte, i risultati non sono definitivi. Secondo l’analisi effettuata, infatti, i rapporti sessuali programmati potrebbero migliorare i tassi di gravidanza rispetto ai rapporti sessuali senza previsione dell’ovulazione, ma le prove sono deboli e gli studi di bassa qualità.

Secondo il NICE, l’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza nella Cura del Regno Unito, avere rapporti sessuali ogni due o tre giorni offre alle persone la migliore possibilità di rimanere incinte [1]. Inoltre, come avevamo detto nella scheda “È importante anche il periodo prima della gravidanza?”, è essenziale ricordare sempre che il periodo che precede la gravidanza è molto importante e che adottare uno stile di vita sano può aiutare a rimanere incinta.

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Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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