Abbronzarsi fa sempre bene?

17 Luglio 2018 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

abbronzarsi fa sempre beneLa pelle è la nostra prima difesa verso l’ambiente esterno e anche l’organo più esposto ai fattori ambientali. I raggi ultravioletti (UV) del sole possono danneggiare la pelle in soli 15 minuti e, per questo, è importante prendere le giuste precauzioni. Infatti, per sviluppare la vitamina D – benefica per ossa, muscoli e sistema immunitario – basta esporsi al sole per pochi minuti al giorno. Inoltre, come si legge sul sito del Ministero della Salute, nonostante la pelle abbronzata possa sembrare più sana bisogna sapere che l’abbronzatura è un meccanismo di difesa della pelle contro i danni dei raggi UV. Questo meccanismo di difesa attiva i melanociti, cellule specializzate nella produzione della melanina, che rende la pelle più resistente ai danni immediati, come le scottature solari e la riattivazione dell’herpes labiale, e a quelli ritardati nel tempo associati all’esposizione cumulativa ai raggi UV, come per esempio il precoce foto-invecchiamento, la cheratosi (che è un ispessimento della pelle), la cataratta e la cancerogenesi [1].

Le tipologie di tumore, identificate dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette sono:

  • il melanoma cutaneo, tumore maligno dei melanociti
  • il carcinoma squamoso della pelle, tumore maligno che, rispetto al melanoma, ha un’evoluzione più lenta ed è associato a minore mortalità
  • il carcinoma basocellulare, tumore cutaneo che si sviluppa principalmente in età avanzata
  • il carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva, raro tumore oculare

Ci sono sufficienti prove scientifiche per affermare la cancerogenicità per gli esseri umani della radiazione solare: secondo l’OMS, ogni anno muoiono nel mondo circa 60 mila persone per la sovraesposizione a raggi UV, di cui 48 mila per melanoma e 12 mila per carcinomi della pelle [2].

Dottore, come posso proteggere la pelle dai danni delle radiazioni solari?

abbronzarsi fa sempre bene cappelloÈ vero che l’esposizione ai raggi UV non ha solo effetti negativi, ma è opportuno bilanciare i rischi e i benefici dell’esposizione al sole. Innanzitutto occorre seguire alcune regole generali [3,4]:

  1. Evita il sole nelle ore di punta, dalle 10 alle 14, mettendoti all’ombra;
  2. Quando possibile, indossa camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi che possano fornire protezione dai raggi UV. Una maglietta bagnata e di colori chiari offre meno protezione rispetto a indumenti asciutti e scuri;
  3. Indossa un cappello che ombreggi tutto il viso, le orecchie e la parte posteriore del collo. Un tessuto a trama fitta, come la tela, funziona meglio per proteggere la pelle dai raggi UV, mentre i cappelli di paglia con i buchi lasciano filtrare la luce del sole. Se indossi un cappellino da baseball, ricordati di proteggere le orecchie e il collo;
  4. Utilizza occhiali da sole per proteggere dai raggi UV gli occhi e la pelle delicata intorno agli occhi dall’esposizione al sole;
  5. Applica uno strato spesso di protezione solare 15 minuti prima di uscire, anche in giornate nuvolose. Ai cosmetici che contengono filtri solari viene assegnato un numero di fattore di protezione solare (SPF) che valuta la loro efficacia nel bloccare i raggi UV, ed è importante utilizzare creme che abbiano almeno SPF 15. È molto importante usare le creme con filtri solari per integrare, e non per sostituire, i metodi fisici di protezione dalle radiazioni UV soprattutto nelle ore più calde della giornata.

Quali creme solari devo utilizzare?

abbronzarsi fa sempre bene crema solareCi sono due tipi di raggi UV che possono danneggiare la pelle: gli UVA, che possono invecchiare prematuramente la pelle causando rughe e macchie d’età, e gli UVB, che possono bruciare la pelle. Bisogna fare attenzione a scegliere le creme solari ad ampio spettro perché proteggono da entrambi i raggi. Il fattore di protezione (SPF) da utilizzare deve essere inversamente proporzionale al proprio fototipo: più la pelle è chiara maggiore deve essere l’SPF. Una crema solare con SPF 30 fornisce una protezione leggermente maggiore di una con SPF 15, ma questo non vuol dire che il prodotto SPF 30 sia due volte più protettivo del prodotto SPF 15. Può convenire acquistare una crema solare resistente all’acqua, che significa che l’SPF viene mantenuto per circa 40 minuti durante il nuoto o la sudorazione. Ricorda che la marca della crema solare conta meno di come viene utilizzato il prodotto.

C’è qualcos’altro che devo sapere?

  1. Occorre riapplicare la protezione solare ogni due ore e subito dopo aver nuotato o sudato, anche se si sta utilizzando un prodotto resistente all’acqua
  2. Alcuni cosmetici contengono filtri solari, ma se si trascorre qualche ora al sole è consigliabile utilizzare una forma più forte di protezione solare
  3. Controlla la data di scadenza della protezione solare. In genere ha una durata di circa tre anni, ma la sua durata è più breve se è stata esposta a temperature elevate
  4. Gli autoabbronzanti hanno solo un effetto cosmetico e non proteggono la pelle dai raggi del sole. Le lampade solari, inoltre, sono da considerare un rischio per l’insorgenza di tumori della pelle e accelerano l’invecchiamento cutaneo

abbronzarsi fa sempre bene bambiniÈ possibile applicare la protezione solare ai bambini di età pari a sei mesi. I bambini più piccoli vanno tenuti all’ombra e non devono essere per nessuna ragione esposti ai raggi UV. Bisogna comunque prestare particolare attenzione a bambini e ragazzi, perché il rischio di insorgenza di tumori cutanei e del melanoma in seguito alla sovraesposizione ai raggi solari aumenta con il numero di scottature avvenute nel corso della vita, soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza.

La protezione solare può limitare la produzione di vitamina D?

Non esiste il rischio che le protezioni solari possano indurre una carenza di vitamina D, si legge sul sito della Fondazione Veronesi [5]. Per rispettare il fattore di protezione indicato sul prodotto, infatti, bisognerebbe applicare la crema solare più volte al giorno, in quantità abbondanti – pari a 2 milligrammi al centimetro quadro di cute per ogni singola applicazione – e distribuirla in maniera uniforme su tutto il corpo. Anche la persona più attenta alla prevenzione solare non riuscirebbe a raggiungere dosaggi di crema così elevati.

La protezione solare previene l’insorgenza di nuovi tumori?

Una revisione sistematica del gruppo di dermatologia della Cochrane – una rete di ricercatori internazionali che valuta i risultati degli studi condotti nel mondo in tanti, diversi ambiti della medicina – ha valutato l’effetto della protezione solare nel prevenire l’insorgenza di nuovi casi di tumori della pelle (carcinomi basocellulari). Purtroppo, è stato trovato solo uno studio adatto a essere incluso in questa revisione, studio che prendeva in esame il ruolo dei filtri solari applicati in modo sistematico oppure occasionalmente. Come spesso accade, la conclusione dei ricercatori non è priva di aree di incertezza: non è stato possibile dimostrare dalle prove disponibili che la protezione solare fosse efficace per la prevenzione del carcinoma a cellule basali (BCC) o del carcinoma a cellule squamose cutanee (cSCC) [6].

Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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