Ci sono nuovi farmaci per dimagrire?

16 Marzo 2023 di Roberta Villa

Non capita spesso che il nome di un farmaco diventi di tendenza su TikTok, ma è proprio quel che è capitato all’hashtag #ozempic, che ai primi di marzo aveva superato i 600 milioni di visualizzazioni sul social network cinese preferito dai più giovani. Migliaia di influencer di tutto il mondo, anche su Instagram, stanno infatti mostrando in diretta quanto sono dimagriti o dimagrite grazie al farmaco. Su Twitter, invece, il nuovo approccio farmacologico all’obesità è stato portato alla ribalta dal proprietario stesso della piattaforma, Elon Musk, che gli ha attribuito almeno in parte il merito dei 13 chili che ha perso. Insomma, tutta la rete è piena di riferimenti ai nuovi farmaci che aiutano a perdere peso, tanto che il nome commerciale dell’antidiabetico semaglutide (Ozempic, appunto) è diventato anche un attributo per descrivere un volto scavato a causa del rapido dimagrimento: “Ozempic face”.

Dottore, ma come funzionano questi medicinali?

ci sono nuovi farmaci per dimagrireI nuovi farmaci di cui si parla per perdere peso sono stati creati con un altro obiettivo, quello di aumentare la concentrazione di insulina nel sangue delle persone con diabete di tipo 2, e per il loro meccanismo d’azione sugli ormoni che regolano il metabolismo degli zuccheri sono chiamati “analoghi del peptide simile al glucagone -1”, in sigla GLP-1, o anche “incretino-mimetici”.

Nel corso degli studi condotti per verificare l’efficacia sulla glicemia di questi nuovi medicinali, in associazione a dieta e movimento, nei pazienti con diabete di tipo 2, che spesso sono anche obesi o almeno sovrappeso, i ricercatori hanno registrato in una significativa quota di partecipanti anche una perdita di peso, talvolta rilevante.

Da qui l’idea di sfruttare questi farmaci anche nei pazienti con obesità, ma con normali livelli di zucchero nel sangue. In sperimentazioni successive, quindi, si è verificato che, almeno in una quota di pazienti obesi, anche se non diabetici, con questi medicinali si poteva raggiungere un maggiore calo di peso rispetto a quello raggiunto in chi, oltre agli interventi sugli stili di vita consigliati anche ai primi, riceveva un placebo. Si è aperta così la strada per la commercializzazione di questi medicinali come farmaci per dimagrire.

Dottore, quali sono questi farmaci per dimagrire?

Il primo prodotto di questo tipo a essere autorizzato contro l’obesità si chiama liraglutide (Saxenda) e deve essere somministrato ogni giorno con un’iniezione sottocutanea tramite un dispositivo a penna simile a quello usato anche per l’insulina. Negli studi, sempre in associazione a dieta e attività fisica, ha prodotto in media in un anno una perdita di peso di 5-7 chili, che per i grandi obesi, a cui è indirizzato, non è un grandissimo risultato [1]. Negli Stati Uniti la sua indicazione è stata comunque estesa dal diabete all’obesità già a fine 2014 per gli adulti e a fine 2020 per gli adolescenti sopra i 12 anni; in Europa e in Italia le due registrazioni sono arrivate, per le due fasce di età, a distanza di circa un anno dal via libera della Food and Drug Administration americana.

ci sono nuovi farmaci per dimagrireRichiede invece una sola iniezione settimanale un altro antidiabetico della stessa classe, semaglutide, che con il nome commerciale di Ozempic, come si è detto, sta spopolando in rete e non solo. Negli studi sui soggetti obesi non diabetici semaglutide ha dimostrato in media un’efficacia superiore a quella raggiunta dal suo predecessore, prodotto dalla stessa azienda (Novo Nordisk). Nella metà circa dei soggetti trattati col farmaco, oltre che con gli interventi sugli stili di vita, infatti, produce in quasi un anno e mezzo un dimagrimento del 15% circa rispetto al peso iniziale, risultato ottenuto invece in meno del 5% di coloro che ricevevano placebo [2].

Per questo è stato anch’esso autorizzato negli Stati Uniti e poi in Europa, oltre che contro il diabete, anche per l’obesità di adulti e adolescenti, sempre in associazione a dieta e attività fisica, ma in una formulazione dedicata, con il nome commerciale di Wegovy, al momento in cui scriviamo non ancora disponibile in Italia. Molti obesi, o persone normopeso che vogliono dimagrire, fanno comunque largo uso “off label”, cioè fuori dalle indicazioni consentite, anche della formulazione iniettiva per diabetici, Ozempic, o di quella per bocca, Rybelsus, una compressa da prendere tutti i giorni. Entrambi i farmaci, quando acquistati al di fuori del Servizio sanitario nazionale, ma sempre e solo con la ricetta di un medico, costano poco meno di 200 euro a scatola, sufficiente per un mese di trattamento.

Dottore, c’è il rischio che questi farmaci non siano disponibili per le persone diabetiche?

Il grande successo di questi medicinali in una popolazione ad alto tasso di obesità come quella statunitense, e poi via via in tutto il mondo, insieme alla moda di utilizzarli anche da parte di chi non ne avrebbe bisogno, ha portato a una grave carenza della loro disponibilità sul mercato. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha quindi recentemente messo in guardia i medici e i pazienti con diabete che la carenza di Ozempic potrebbe proseguire per tutto il 2023, nonostante gli sforzi dell’azienda per aumentarne la produzione [3]. Il problema, infatti, riguarda tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia. Qui, nei confronti degli influencer che promuovono il farmaco in rete, è stata anche aperta un’indagine per verificare se la loro attività sui social media non configuri una forma di pubblicità diretta al pubblico di farmaci per i quali è richiesta una prescrizione medica, pubblicità vietata in quel Paese come in Europa [4].

Nei prossimi mesi a supplire la grande domanda è previsto l’arrivo di un terzo prodotto di questa medesima classe di farmaci, messo a punto da un’altra azienda farmaceutica (Eli Lilly). Si chiama tirzepatide (Mounjaro), e per il momento è autorizzato solo per il diabete di tipo 2 che non risponde ai cambiamenti negli stili di vita e alla metformina. Nei confronti dell’obesità il prodotto sembra ancora più efficace del precedente, ma al momento non è ancora stato autorizzato per questa indicazione, nemmeno negli Stati Uniti [5]. Nonostante ciò, è stato anch’esso oggetto di una grandissima richiesta “off label” da parte di chi, non diabetico, vuole solo perdere peso, per cui ha subìto gli stessi problemi di carenza sul mercato dei prodotti a base di semaglutide.

Questi farmaci hanno controindicazioni?

Per le persone con obesità caratterizzata da un indice di massa corporea (IMC) maggiore o uguale a 30, oppure con un valore inferiore, tra 27 e 30, ma che hanno altri fattori di rischio (come ipertensione arteriosa o alti livelli di colesterolo, diabete, apnee notturne o una storia di ictus, infarto o malattie vascolari), questi medicinali possono essere utili, purché davvero il loro uso si accompagni a cambiamenti degli stili di vita. La loro azione, infatti, finisce nel momento in cui se ne interrompe l’uso, e non è prudente al momento pensare di prenderli per tutta la vita [6]. Allo stato attuale delle conoscenze, non si può infatti escludere che abbiano possibili effetti indesiderati a lungo termine anche gravi, come lo sviluppo di tumori midollari della tiroide osservati finora solo nei modelli animali. Per cautela, comunque, in persone con precedenti o familiarità per questa malattia, così come in chi soffre di scompenso cardiaco o nelle donne in gravidanza, su cui non abbiamo ancora dati, almeno per il momento il farmaco è controindicato.

Gli effetti indesiderati che invece sono già osservati in chi prende questi medicinali sono per lo più di tipo gastroenterico: nausea, vomito, stipsi o diarrea e un senso di sazietà e di repulsione per il cibo che aiuta a mangiare meno ma priva dei piaceri della tavola anche quando questi sono gustati con moderazione. Una conseguenza che non tutti apprezzano [7].

Dottore, è vero che in passato molti farmaci per dimagrire sono stati ritirati dopo l’immissione in commercio?

ci sono nuovi farmaci per dimagrireLa pubblicità data su TikTok e altri social media da parte di VIP e influencer ai nuovi farmaci contro l’obesità non deve far dimenticare che si tratta di medicinali da prendere sotto prescrizione medica, con indicazioni, controindicazioni ed effetti indesiderati.

Una certa cautela è suggerita anche dall’esperienza raccolta in passato. Negli ultimi decenni sono state infatti via via proposte diverse molecole che volevano aiutare le persone a perdere peso, parecchie delle quali sono state poi ritirate dal mercato perché i vantaggi che offrivano non controbilanciavano i rischi: l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha recentemente tolto l’autorizzazione al commercio ai prodotti contenenti amfepramone, usati in alcuni Paesi europei per periodi superiori ai tre mesi previsti da EMA, anche da persone a rischio di complicazioni cardiache e psichiatriche e perfino da donne in gravidanza [8].

In Francia uno di questi prodotti, benfluorex (Mediator), avrebbe provocato migliaia di ricoveri ospedalieri e 1.300 decessi per danni alle valvole del cuore, e un numero imprecisato di altri dovuti a ipertensione polmonare. Per avere rispettivamente tenuto nascoste informazioni sui rischi e non aver effettuato adeguati controlli l’azienda produttrice e le agenzie regolatorie francesi sono state condannate a pagare una multa e sono ancora sotto processo [9,10]. Recente anche lo stop alla lorcaserina (Belviq), sospettata di essere associata a un aumento del rischio di tumore, autorizzata con qualche resistenza iniziale dalla Food and Drug Administration, ma mai accettata dall’Agenzia europea del farmaco [11].

Prima c’erano stati casi anche più clamorosi, come quello della sibutramina (Meridia), che a fronte di una minima perdita di peso aumentava il rischio di infarto e ictus, ma anche di fenfluramina e rimonabant, antagonista di un recettore per i cannabinoidi, che oltre al rischio cardiovascolare aumentava quello di disturbi psichiatrici, fino al suicidio [12]. In uno studio pubblicato nel 2016, un gruppo di ricercatori britannici aveva identificato ben 25 farmaci contro l’obesità ritirati dal mercato tra il 1964 e il 2009 [13].

Non è il caso dei nuovi medicinali, che agiscono con un meccanismo d’azione innovativo. Data la recente introduzione, il loro uso nelle persone per cui sono indicati, su prescrizione del medico, è comunque soggetto a una sorveglianza post marketing; il loro abuso, da parte di chi non rientra nei casi descritti, fortemente sconsigliato.

Autore Roberta Villa

Giornalista pubblicista laureata in medicina, Roberta Villa ha collaborato per più di vent’anni con le pagine di Salute del Corriere della Sera e con molte altre testate cartacee e online, italiane e internazionali. Negli ultimi anni ha approfondito il tema delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della comunicazione, anche in risposta a bufale e fake news. Sul tema della comunicazione della scienza è attualmente impegnata nel progetto europeo QUEST come research fellow dell’Università di Ca’Foscari a Venezia. Insieme ad Antonino Michienzi è autrice dell’e-book “Acqua sporca” (2014), un’inchiesta sul caso Stamina disponibile gratuitamente online. Ha scritto “Vaccini. Il diritto di non avere paura” (2017), distribuito in una prima edizione con il Corriere della Sera e in una seconda (2019) per il Pensiero scientifico editore. È molto attiva sui social network (Youtube, Instagram, Facebook) su cui sta sperimentando un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione.
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