L’idrocolonterapia fa bene?

9 Febbraio 2018 di Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Cos’è l’idrocolonterapia?

Con il termine idrocolonterapia si intende un’irrigazione dell’ampolla rettale e dell’intestino cieco con acqua tiepida e/o altre sostanze. Si tratta di una procedura invasiva: viene introdotta nell’ano del paziente una cannula a due vie che da un lato consente l’infusione di liquidi, e dall’altro fa uscire i liquidi di scarto. L’irrigazione fa espellere materiali fecali e viene adiuvata dagli operatori con massaggi addominali che favoriscono la peristalsi, cioè i movimenti che l’intestino compie per favorire la discesa e l’espulsione delle feci.

Si tratta di una pratica di medicina alternativa o di un trattamento giudicato utile anche dalla medicina ufficiale?

L’idrocolonterapia viene praticata in ambulatorio nell’ambito della preparazione di alcuni pazienti a procedure diagnostiche come la colonscopia. Ogni altro utilizzo non è accettato dalla medicina – per così dire – ufficiale. Già nel 1919 la American Medical Association, la società scientifica che raccoglie i medici statunitensi, ha condannato esplicitamente questa procedura. I sostenitori dell’idrocolonterapia come pratica di medicina alternativa sostengono di proseguire una tradizione che arriva dagli antichi Egizi e che servirebbe a “purificare” il corpo, guarendolo da numerose patologie, restaurando “l’armonia interna” e “migliorando lo stato della pelle, dei sensi (odorato, udito), della circolazione sanguigna degli arti inferiori, della funzione renale”.

A cosa dovrebbe servire l’idrocolonterapia secondo la medicina alternativa?

Secondo i suoi fautori, con l’idrocolonterapia ci si libererebbe da grandi residui di materia fecale, da tossine e da altre sostanze dannose rimaste nell’intestino a indebolire le nostre difese immunitarie e creando infiammazioni. Questo tipo di terapia aiuterebbe nel caso di: meteorismo e gonfiori addominali; stitichezza; infezioni da salmonella e candida; cistite; danni da celiachia; parassitosi intestinali; obesità; infiammazioni intestinali croniche; congestione delle vie aeree superiori; cellulite; dermatite, psoriasi, acne; artrite; allergie. Alcuni arrivano addirittura a sostenere che l’idrocolonterapia riuscirebbe a “calmare” i bambini iperattivi! Una buona regola è quella di dubitare ogni qual volta una “terapia” viene proposta per un numero così elevato di disturbi e anche così diversi tra loro.

Meglio dubitare, allora?

L’idrocolonterapia è in grado soltanto di pulire l’ampolla rettale dai residui fecali e dare un piccolo giovamento momentaneo a pazienti con costipazione e stitichezza, come avverrebbe ricorrendo a un clistere. Non esistono prove scientifiche che tale pratica sia in grado di apportare altri giovamenti.
Nel 2011 un team di ricercatori coordinato da Ranit Mishori della Georgetown University School of Medicine di Washington ha preso in esame la letteratura scientifica esistente sull’idrocolonterapia e ha tirato le somme, pubblicando la sintesi di tutti gli studi disponibili sul “Journal of Family Practice”. Il risultato è stato decisamente negativo: “Per un normale essere umano non ha senso affermare che l’idrocolonterapia o pratiche simili servano a disintossicare l’organismo” ha spiegato Mishori. “Il nostro corpo è costruito per disintossicarsi da solo, non c’è nessun bisogno (né modo) di aiutarlo. Se volete aumentare il vostro senso di benessere ci sono altri modi per farlo: fate esercizio fisico, meditazione, yoga, un bicchiere di vino in compagnia di una persona a cui volete bene”. Nonostante il lavaggio del colon sia una pratica antica e oggi abbastanza popolare, non esistono prove scientifiche che sia in grado di apportare alcun beneficio.

L’idrocolonterapia è almeno una pratica sicura?

No, presenta rischi da non sottovalutare: le sostanze eventualmente aggiunte all’acqua per l’irrigazione (per esempio il caffè o i preparati fitoterapici) possono causare effetti collaterali anche molto gravi; la manovra – se eseguita male – può causare lesioni e perforazioni all’intestino; il rischio di infezioni aumenta a causa della natura invasiva dell’idrocolonterapia.

Autore Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Fabio Ambrosino ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Dal 2016 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per siti di informazione e newsletter in ambito cardiologico. È particolarmente interessato allo studio delle opportunità e delle sfide legate all’utilizzo dei social media in medicina.
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