L’aromaterapia è una cura?

12 Marzo 2018 di Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Di cosa si tratta?

L’aromaterapia si riferisce all’uso sistematico di oli estratti da erbe, parti e organi di piante (foglie, fiori, cortecce, radici, ecc.) per scopi terapeutici. Gli oli essenziali solitamente sono applicati, diluiti, sulla pelle con un massaggio o impacchi, o anche aggiunti nell’acqua per il bagno oppure inalati con un diffusore per ambienti o con il vapore prodotto da un bollitore. Le sessioni di aromaterapia possono avere una frequenza variabile ma la durata è, convenzionalmente, di un’ora.

Il modo di applicazione dell’aromaterapia fa sì che, secondo alcuni, essa debba essere compresa tra i metodi manipolativi, anche perché l’assunzione degli oli essenziali per bocca può provocare reazioni avverse (AIMAC, 2015).

Quale meccanismo sarebbe alla base della sua efficacia?

Il profumo degli oli essenziali potrebbe avere effetti psicologici rilassanti, mai stimolanti. A questi si aggiungerebbe il beneficio derivante dalla manipolazione.

L’aromaterapia funziona?

A giudicare dagli studi che ne hanno valutato l’efficacia la risposta è no. In altre parole, l’aromaterapia non è una cura. Alcuni studiosi di medicine complementari inglesi e coreani hanno analizzato i risultati degli studi che hanno sintetizzato tutte le ricerche disponibili sugli effetti dell’aromaterapia in tutte le condizioni per le quali è stata studiata: dalla cura della pressione alta (ipertensione) alla depressione, dal disturbo d’ansia al dolore. In altri termini, questi studiosi hanno valutato i risultati di dieci revisioni sistematiche. A quali conclusioni sono giunti? Purtroppo, il primo problema è alla fonte: quasi sempre, gli studi sull’aromaterapia sono condotti in modo metodologicamente poco rigoroso (Lee, 2012).

Un altro studio ha cercato di verificare l’efficacia dell’aromaterapia nel contribuire a ridurre lo stress negli adulti sani, andando a controllare a quali conclusioni fossero giunti i cinque studi sperimentali condotti fino al 2014 (Hur, 2014). Qualcuno poteva aspettarsi risultati più incoraggianti su un esito apparentemente più facile da conseguire, ma il giudizio finale degli autori è stato negativo: la dimensione e la qualità degli studi è troppo modesta per esprimersi favorevolmente.

Nessun effetto positivo neanche quando è stata valutata l’efficacia dell’aromaterapia nel controllo della pressione arteriosa (Hur, 2010): uno studio controllato randomizzato e quattro studi controllati non randomizzati hanno mostrato effetti positivi ma la metodologia con cui sono stati condotti presentava troppe distorsioni per poter prendere per buoni i risultati.

L’aromaterapia non è efficace neanche nel controllare il dolore nel corso del parto. Una revisione Cochrane ha valutato e sintetizzato i risultati di due studi che hanno coinvolto complessivamente 535 donne. Non sono state riscontrate differenze tra le donne che hanno fatto ricorso all’aromaterapia e quelle che non l’hanno utilizzata, in termini di intensità del dolore, né di percentuale di parti cesarei, né di necessità di assunzione di medicinali (Smith, 2011).

In conclusione, l’aromaterapia serve?

In termini strettamente medici, non si può che rispondere che l’aromaterapia non è una cura, a dispetto del termine. Ciò premesso, è possibile che una persona tragga benefici – soprattutto in termini di rilassamento – da un massaggio accompagnato dal profumo che un olio essenziale è in grado di diffondere. Serve però ripetere: non esistono serie evidenze di benefici dell’aromaterapia in nessuna delle condizioni o dei disturbi nei quali è stata studiata. Vale la pena, infine, di aggiungere che, nella quasi totalità dei casi, gli studi ai quali si fa riferimento sono stati svolti da ricercatori “interni” all’ambito della medicina complementare.

Autore Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Fabio Ambrosino ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Dal 2016 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per siti di informazione e newsletter in ambito cardiologico. È particolarmente interessato allo studio delle opportunità e delle sfide legate all’utilizzo dei social media in medicina.
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