Il metodo Feldenkrais guarisce dai dolori muscolo-scheletrici?

13 Marzo 2018 di Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Di cosa si tratta?

È una tecnica corpo-mente che intende favorire la consapevolezza riguardo al movimento del corpo. È stato ideato da Moshé Feldenkrais un fisico e ingegnere israeliano, successivamente naturalizzato britannico. L’assunto da cui partiva l’inventore del metodo è che modificare i movimenti abituali può avere degli effetti benefici sul dolore e sulla funzionalità. Rispetto ad altre metodiche, il metodo Feldenkrais non prescrive delle specifiche posture.

Come funziona?

In sessioni di gruppo (Conoscersi attraverso il movimento – CAM) i partecipanti sono orientati a una postura ritenuta migliore ma talvolta si preferisce ricorrere anche a sedute individuali (integrazione funzionale), alle quali fa seguito solitamente un’attività gestita personalmente senza bisogno di un istruttore (ginnastica dolce).

Per cosa è prescritto?

Genericamente, l’obiettivo è quello di raggiungere una condizione di maggiore benessere attraverso il mantenimento di una postura più corretta e movimenti differenti da quelli ai quali una persona è abituata.

Ma è vero che il metodo Feldenkrais funziona?

Non sono mai stati chiariti i meccanismi fisiopatologici che dovrebbero sottostare ai miglioramenti promessi. Gli autori di una ricerca che ha studiato l’insieme degli articoli pubblicati fino al 2004 (una revisione sistematica) si sono trovati di fronte a pochi studi, molto eterogenei (il metodo era applicato a situazioni differenti e i risultati erano misurati sulla base di esiti diversi) e pertanto non sono giunti a conclusioni definitive (Ernst e Canter, 2005).

Un’altra ricerca dello stesso tipo ma più recente non è riuscita a chiarire i dubbi sull’efficacia del metodo Feldenkrais (Hillier e Worley, 2015). Va sottolineato che a un occhio esperto la qualità di questa revisione sistematica non è accettabile, a partire dall’assenza di un preciso interrogativo di ricerca che rappresenta la premessa per valutare se una cura funziona.

Inoltre, non sono disponibili studi che possano dimostrare che il metodo Feldenkrais “funzioni” per ridurre il dolore nella parte inferiore della schiena (in altre parole, nel caso della lombosciatalgia) che è una delle ragioni più frequenti per le quali il metodo viene suggerito. Uno studio talvolta citato ne ha valutato gli effetti su un gruppo di 26 persone metà delle quali seguivano il metodo Feldenkrais e l’altra metà – il cosiddetto “gruppo di controllo” – aveva ricevuto indicazioni posturali più generiche. Al termine dello studio (del quale va comunque sottolineata la scarsa o nulla rappresentatività, avendo coinvolto una “popolazione” così piccola) non sono emerse differenze rilevanti nello stato di benessere riportato dalle persone che facevano parte dei due gruppi.

Nel dare un giudizio sul metodo Feldenkrais non si può trascurare il fatto che si tratta di un percorso di conoscenza e apprendimento che, per certi aspetti, va oltre l’obiettivo del miglioramento dei sintomi dolorosi delle persone affette da disturbi muscolo-scheletrici (Connors et al, 2010) al punto che il metodo è diventato conosciuto anche tra gli educatori che lavorano con i bambini o tra gli adulti che fanno teatro.

Il metodo Feldenkrais è (almeno) sicuro?

Non disponiamo di prove che il metodo sia efficace, ma si può considerare sicuro in quanto non sono riportati – neanche aneddoticamente – effetti avversi o incidenti causati dall’aver seguito il metodo.

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Autore Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Fabio Ambrosino ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Dal 2016 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per siti di informazione e newsletter in ambito cardiologico. È particolarmente interessato allo studio delle opportunità e delle sfide legate all’utilizzo dei social media in medicina.
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