La risposta a questa domanda è purtroppo negativa. Molto sinteticamente, secondo l’Ayurveda, ciò che esiste è il prodotto dell’equilibrio di cinque elementi presenti in percentuali variabili in natura e in ciascun individuo: etere, aria, acqua, fuoco e terra.
Nella sindrome della persona rigida questo equilibrio mancherebbe, anche per una predominanza nei muscoli di uno dei tre fattori morfologici e fisiologici che alcuni autori riconducono ai sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Questo provocherebbe rigidità e spasmi muscolari, nonché sarebbe causa della postura alterata, che si riscontrano nelle persone affette dalla sindrome.
La cura, secondo la medicina – o la filosofia – ayurvedica, sarebbe nel ripristino dell’equilibrio perduto, soprattutto attraverso l’adozione di un diverso stile di vita. Ma questo impianto teorico non è provato da evidenze.
In cosa consiste la sindrome della persona rigida?
La sindrome della persona rigida è una malattia del sistema nervoso centrale. Provoca rigidità muscolare progressiva e spasmi dolorosi che possono essere innescati da un insieme molto vario di fattori, tra cui movimenti improvvisi, basse temperature o forti rumori [1].
Come si tratta la sindrome della persona rigida?
Il centro specializzato della Johns Hopkins University, negli Stati Uniti, è l’ospedale che segue il maggior numero di pazienti del mondo affetti da questa sindrome. Il protocollo di cura – ovviamente personalizzato in base alle caratteristiche dei singoli malati – prevede terapie immunomodulanti come la plasmaferesi e la somministrazione di immunoglobulina endovenosa, terapie immunosoppressive (infatti si ipotizza che la sindrome sia una malattia autoimmune), terapie sintomatiche che agiscono contro il disturbo d’ansia provocato dalla malattia e una terapia comportamentale e fisica volta a ridurre l’impatto della sintomatologia sulla qualità di vita delle persone colpite.
Non conoscevo questa malattia prima di oggi e confesso di essere preoccupata…
In realtà la sindrome della persona rigida è una malattia molto rara (uno o due casi per milione di persone) ed è stata portata all’attenzione dell’opinione pubblica dalle dichiarazioni della cantante Céline Dion che ha comunicato di soffrirne, a inizio del dicembre 2022 [2]. “Si tratta di un disturbo neurologico che può colpire chiunque a qualsiasi età” spiega Andrew McKeon, neurologo della Mayo Clinic ed esperto di malattie neurologiche autoimmuni e disturbi del movimento.
“Più di frequente colpisce le donne, di solito a partire dai 40 o 50 anni. Più della metà dei pazienti con sindrome della persona rigida ha una malattia autoimmune non neurologica coesistente, come il diabete di tipo 1 o una malattia autoimmune della tiroide” [2]. La ricerca si sta concentrando in questi anni proprio sul ruolo e sulla funzione di autoanticorpi responsabili della distruzione di cellule del pancreas [4], che sono presenti anche nella maggior parte dei pazienti con sindrome della persona rigida [5]. La presenza di questi anticorpi è dunque un marcatore sensibile e specifico sia per la valutazione del rischio di diabete di tipo 1, sia di sindrome della persona rigida.
Le conseguenze sono tali da costringere un’artista a interrompere un tour?
Dipende dalla gravità dei sintomi. Con il tempo, le persone che soffrono di sindrome della persona rigida possono sviluppare posture anomale, incurvate. Alcune persone possono avere difficoltà a camminare o anche a muoversi. È anche maggiore il rischio di cadute, perché i riflessi diventano meno pronti.
Le persone con sindrome della persona rigida possono iniziare ad avere paura di uscire di casa perché i rumori improvvisi e particolarmente forti (per esempio il suono del clacson in strada) possono indurre spasmi improvvisi e provocare cadute [4].
La presenza di dolore cronico può anche portare alcuni pazienti a sviluppare ansia, depressione e fobie, per esempio di uscire di casa o di avviare nuove attività [6].