Alla fine del mese di giugno 2020, un comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) anticipava i risultati di uno studio italiano che escludono la possibilità di una trasmissione della Covid-19 attraverso la puntura di zanzara: “Sia la zanzara tigre (Aedes albopictus) che la zanzara comune (Culex pipiens) non sono in grado di trasmettere il virus SARS-CoV-2. Lo dimostrano i dati preliminari di uno studio condotto da un team di entomologi e virologi dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), proprio per valutare, attraverso prove di infezione sperimentale, la competenza vettoriale delle due specie di zanzare. La ricerca ha mostrato che il virus, una volta penetrato all’interno della zanzara mediante un pasto di sangue infetto, non è in grado di replicarsi e quindi di essere successivamente inoculato dalla zanzara attraverso una puntura” [1].
Una buona notizia, anche se ancora non pubblicata: dobbiamo fidarci?
Sì, lo studio è in corso di pubblicazione ma si tratta di una situazione del tutto normale. Qualsiasi ricerca deve attendere alcune settimane – talvolta anche di più – prima di essere comunicata formalmente. Il tempo tra la preparazione del documento finale che spiega razionale, obiettivi, metodi e risultati dello studio e la pubblicazione è occupato dalla cosiddetta “revisione tra pari” (in inglese “peer review”) che valuta la solidità della metodologia seguita e la coerenza tra lo scopo della ricerca e le conclusioni a cui giungono gli autori. A ogni modo, l’Istituto Superiore di Sanità garantisce che “i risultati definitivi, che saranno pubblicati a breve dall’ISS e dall’IZSVe, forniranno quell’evidenza sperimentale, finora teoricamente ipotizzata, che permetterà di escludere in modo scientifico il coinvolgimento delle zanzare nella possibile trasmissione della Covid-19, rispondendo in modo chiaro e definitivo alle legittime preoccupazioni legate al ruolo delle zanzare nella trasmissione di numerose malattie. Preoccupazioni rese ancora più attuali dall’emergenza Covid-19 e dall’inizio della stagione calda” [1].
Possiamo dunque stare tranquilli sulle punture di zanzara?
Se la nostra preoccupazione è quella di contrarre la Covid-19 possiamo stare tranquilli, ma è comunque sempre meglio evitare di essere punti da zanzare o da altri insetti. Infatti, la puntura di insetti può causare problemi di salute. Avvicinandosi la stagione calda, le autorità sanitarie di diversi Paesi hanno raccomandato di prevenire per quanto possibile le punture. “L’attenzione alla risposta alla Covid-19 ha portato a una riduzione dei servizi di controllo dei parassiti, insieme a una capacità più limitata di eseguire dei test su campioni di zanzare e zecche per valutare la presenza di agenti che possano causare delle malattie” ha spiegato Chelsea Gridley-Smith, direttore della salute ambientale presso la National Association of County and City Health [2]. In altri termini, in molti contesti, i dipartimenti sanitari locali non hanno potuto dedicare personale all’attività di disinfestazione perché ostacolati dalla pandemia. Questo potrebbe essere accaduto anche in alcune Regioni italiane.
La maggiore attenzione alla salute prodotta dall’emergenza sanitaria di questi mesi porta inoltre alla tentazione di ricondurre molti problemi alla Covid-19. In altre parole, i drammatici mesi di crisi sanitaria dovuta alla pandemia hanno stravolto l’organizzazione sociale, i tempi e le modalità di lavoro e istruzione, le dinamiche familiari al punto che di fronte ad alcune specifiche emergenze ci si chiede se non siano dipendenti dalla diffusione del SARS-CoV-2. È il caso per esempio dello scoppio di contagi di febbre di Dengue, trasmessa dalle zanzare, avvenuto a Singapore [3], uno dei Paesi che per primo si è confrontato con la Covid-19 ottenendo peraltro buoni risultati in termini di controllo della malattia. Più di diecimila casi di Dengue si sono verificati nelle ultime settimane con l’arrivo della stagione calda e umida [4]: ma si tratta di problemi distinti.
Quindi il cambiamento climatico può avere un ruolo nella diffusione di queste malattie?
La diffusione di malattie trasmesse da insetti è strettamente legata alle problematiche di ordine ambientale. Per questa ragione, è difficile – se non impossibile – parlare senza fare riferimento ai contesti specifici. Lo spiega bene un grande esperto statunitense, Sam Telford, del Central Massachusetts Mosquito Control Project, intervistato dal sito della Tufts University: “Quest’anno c’è molta acqua nelle zone paludose e potremmo aspettarci che ci siano più zanzare. D’altro canto, più acqua potrebbe significare che anche artropodi come coleotteri d’acqua o libellule si riproducano intensamente alimentandosi di larve di zanzara”, ha spiegato [5]. Questa incertezza, questo difficile equilibrio tra soppressione del vettore di malattia e dei suoi predatori è il motivo per cui alcuni enti sanitari sono prudenti nell’incoraggiare la disinfestazione preventiva.
Resta il fatto che le malattie trasmesse da insetti causano circa mezzo milione di morti ogni anno [6]. Ma non ci sono evidenze che possano lasciar pensare a una trasmissione del coronavirus. Quando una zanzara morde e succhia del sangue di una persona portatrice di un virus, questo finisce rapidamente nell’intestino dell’insetto. Da lì, il virus deve infettare le cellule che rivestono l’intestino e poi il resto del corpo della zanzara fino alle ghiandole salivari dalle quali potrebbe essere trasmesso dalla zanzara con la successiva puntura. Un processo che può richiedere da alcuni giorni a più di una settimana. Ma il tempo non è l’unica barriera perché la serie di passaggi (dall’intestino alla saliva) può rivelarsi di per sé selettiva, per così dire, impedendo che il processo sia compiuto [7].
In conclusione: niente Covid-19 dalle zanzare ma riduciamo il rischio di essere punti seguendo i consigli dell’Istituto Superiore di Sanità. Se vediamo (o sentiamo) zanzare intorno, indossiamo abiti che coprano le braccia e le gambe, chiudiamo le finestre o usiamo le zanzariere.