L’obesità di bambini e adolescenti è un’emergenza?

5 Luglio 2024 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Nel mondo l’obesità riguarda più di un miliardo di persone, il doppio rispetto al 1990; nello stesso periodo i bambini e gli adolescenti obesi (dai 5 ai 19 anni di età) sono quadruplicati. Sono i dati più recenti forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ci informa anche di come in Europa un bambino su tre sia sovrappeso. Sono numeri che raccontano un’emergenza, diffusa e in costante crescita [1,2].

I rischi sono seri, sia a breve termine, con un impatto negativo sulla qualità della vita per i più piccoli, sia a lungo termine, con conseguenze importanti sulla salute.

La chiave per prevenire o trattare l’obesità infantile e giovanile combina una dieta equilibrata e la regolare attività fisica fin dall’infanzia, con il supporto costante delle famiglie e del pediatra.

Dottore, quali sono i rischi per la salute se un bambino è in sovrappeso?

Anche in età pediatrica il peso eccessivo e l’obesità, se non trattati, sono condizioni associate a conseguenze da non trascurare. Si accumula grasso nel fegato; aumenta l’insulina, che può portare a sviluppare diabete di tipo 2; aumentano i valori di colesterolo e trigliceridi che, nel tempo, sono un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e respiratorie.

Non vanno inoltre trascurati i problemi ortopedici e, per le bambine, la possibilità di sviluppare la sindrome dell’ovaio policistico [3,4]. In generale, va ricordato che tra le persone obese l’aspettativa di vita è inferiore a quella di chi è normopeso.

E ne risente la qualità della vita stessa. Sappiamo quanto sia difficile crescere quando non si ha un rapporto sereno con il proprio corpo. La bassa autostima, l’isolamento sociale, che spesso affliggono i ragazzi in sovrappeso, hanno senza dubbio un impatto negativo sulla sfera emotiva e sulla vita sociale [2,5].

Ma come si stabilisce se un bambino o un adolescente sono obesi?

Per diagnosticare l’obesità intanto occorre distinguerla dal sovrappeso. Nel caso degli adulti, il riferimento è l’Indice di Massa Corporea, IMC (o BMI dall’inglese Body Mass Index), cioè il rapporto tra il peso e l’altezza. A specifici valori dell’IMC corrisponde la condizione di sovrappeso (IMC superiore a 25) e obesità (IMC superiore a 30).

Per i soggetti in fase di sviluppo, come i bambini e gli adolescenti, la definizione delle diverse condizioni è più articolata. Per questo è bene affidarsi al pediatra per la diagnosi, per individuare le cause e porvi rimedio [3].

Perché è importante capire le cause scatenanti dell’eccesso di peso?

La causa fondamentale dell’obesità riguarda gli stili di vita e, in particolare, l’alimentazione e l’attività fisica. Si tratta quindi di cause che si possono prevenire o correggere. In poche parole: l’obesità è una condizione patologica ma è reversibile. Occorre però agire tempestivamente.

Un’alimentazione scorretta è rappresentata dal consumo eccessivo di grassi e di zuccheri. In generale, la quantità di calorie assunte nella giornata è maggiore di quella bruciata con l’attività fisica. Queste abitudini oggi sono molto diffuse: c’è ampia scelta e disponibilità di alimenti ad alto contenuto energetico (dalle bevande zuccherate alle merendine ultra-processate al fast food). E, al contempo, è aumentata la sedentarietà, anche nei bambini più piccoli. Considerate queste cause, è evidente che il rimedio è cambiare le abitudini [5]. Ciò deve coinvolgere tutta la famiglia: è appurato, infatti, che l’obesità dei genitori fa aumentare il rischio di obesità per i figli sin dall’infanzia, perché si condividono i comportamenti dannosi [6].

Potrebbero esserci anche, in misura minore, cause genetiche o ormonali che portano all’eccesso di peso. Inoltre, sono considerati fattori di rischio anche il basso peso alla nascita seguito da uno sviluppo rapido e l’allattamento materno prolungato. Il pediatra saprà valutare ogni caso [3].

Quindi, dottore, lo stile di vita è fondamentale sia per curare sia per prevenire l’obesità?

Proprio così. Le indicazioni principali sono:

• seguire un’alimentazione corretta, con ridotto apporto di zuccheri e grassi e maggior presenza di fibre, frutta, verdura; in poche parole: la dieta mediterranea;
muoversi: praticare regolarmente sport, giocare, essere attivi in casa, andare a scuola a piedi (se possibile), riducendo il tempo speso in attività sedentarie.

È importante che sia un medico a indicare la dieta per i soggetti obesi [3, 5].

Sembra una ricetta facile, ma cambiare abitudini e farle cambiare ai più piccoli è dura…

Vero. Molto spesso è un percorso faticoso sia da accettare sia da adottare. La collaborazione fra famiglia e pediatra è fondamentale, anche per capire se sia necessario un supporto psicologico.

Pur non smentendo l’efficacia del percorso indicato, studi recenti hanno analizzato gli esiti di queste strategie sulla riduzione del peso. I risultati non sono molto incoraggianti: l’impegno dei soggetti coinvolti, infatti, dovrebbe essere sostenuto da interventi politico-sociali, come la possibilità di fare sport per tutti e ovunque, la promozione di svaghi diversi dai giochi digitali e la lotta alle bevande zuccherate [7].

Dottore, ci sono farmaci per ridurre il peso durante la crescita?

No. Oggi non sono disponibili terapie farmacologiche specifiche per l’età pediatrica. Solo in caso di grande obesità si può ricorrere a farmaci per evitare il peggioramento di patologie associate o per trattare disagi psicologici e, nei casi molto gravi e solo dopo i 18 anni di età, alla chirurgia.

Attenzione infine ai test per le intolleranze alimentari disponibili senza controllo medico: si rischia di escludere alimenti, come i latticini o i cibi con glutine, senza alcun risultato. Non ci sono, infatti, evidenze scientifiche a supporto di questi test [3,8]. Argomento, questo delle allergie e intolleranze alimentari, affrontato con un documento dedicato anche dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri [9].

Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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