Non posso donare il sangue dopo aver fatto il vaccino contro Covid-19?

14 Giugno 2021 di Roberta Villa

Donare il sangue dopo aver fatto il vaccino contro Covid-19 è possibile, con qualche cautela: infatti si raccomanda di aspettare 48 ore se si sta bene, e una settimana se si sviluppano i comuni effetti indesiderati dopo la vaccinazione.

Dottore, perché ci si pone il problema se donare o meno sangue dopo il vaccino?

Chi si vaccina contro Covid-19 non può donare il sangue?Una regolare fornitura di sangue ed emoderivati è essenziale per fronteggiare le necessità di cura legate a interventi chirurgici, incidenti, gravi anemie e altre condizioni patologiche. Per questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si preoccupava, già da prima che scoppiasse la pandemia da Covid-19, che un’infezione nuova o già nota potesse compromettere in vario modo e per varie ragioni la disponibilità e la sicurezza di sangue o di altri tessuti e organi per la donazione [1].

L’arrivo dei vaccini, poi, pone altre questioni: occorre infatti assicurarsi che la donazione non esponga a rischi per la salute il ricevente, ma anche per il donatore, se questi è appena stato vaccinato.
Le indicazioni delle autorità regolatorie a tale proposito dipendono dal tipo di vaccino somministrato [2]. La maggior cautela è richiesta per i prodotti a base di virus vivi e attenuati, che, se passati a un soggetto fragile e immunodepresso attraverso una trasfusione, potrebbero essere in grado di danneggiarlo: dopo ogni seduta vaccinale di questo tipo (per esempio contro morbillo, parotite, rosolia e varicella) si chiede infatti in genere di attendere un mese prima di donare il sangue. Nessuno dei vaccini attualmente autorizzati in Europa contro SARS-CoV-2 è stato tuttavia realizzato con questo approccio tradizionale.

Dei quattro vaccini oggi disponibili contro Covid-19, due sono vaccini a mRNA e due a vettore adenovirale incapace di replicarsi, per cui nessuno di questi può provocare un’infezione nella persona vaccinata, né tanto meno in chi dovesse ricevere il suo sangue, nemmeno se avesse le difese abbassate.

Dottore, cosa può dirmi riguardo la sicurezza del donatore?

Secondo l’OMS, il soggetto che dopo essere stato vaccinato sta bene e non presenta alcun sintomo può donare liberamente il sangue. Per precauzione, i diversi Paesi possono tuttavia stabilire un intervallo di qualche giorno, fino a una settimana, tra la vaccinazione e la donazione.
In Italia, come in molti altri Paesi europei, il Centro Nazionale Sangue indica di distanziare le due procedure di almeno 48 ore [3]. Se invece il vaccino ha provocato febbre, mal di testa, dolori muscolari e così via, il protocollo precisa: “Quale misura precauzionale, i soggetti che abbiano sviluppato sintomi dopo la somministrazione del vaccino anti-SARS-CoV-2 possono essere accettati alla donazione di sangue ed emocomponenti dopo almeno 7 giorni dalla completa risoluzione dei sintomi”.
Un’ulteriore cautela è prevista per le persone vaccinate con prodotti di cui manca la documentazione: in questo caso si preferisce rimandare la donazione di quattro settimane.

Dottore, la sindrome da trombosi e trombocitopenia può influire?

Recentemente il Centro Europeo per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha voluto indagare se potessero insorgere nuovi rischi per donatori e riceventi alla luce delle recenti, rarissime, segnalazioni di casi di trombosi con carenza di piastrine dopo la somministrazione di vaccini a vettore adenovirale (come Vaxzevria di AstraZeneca) [4].
In questo caso, in via del tutto ipotetica, se il donatore avesse un’importante piastrinopenia, si potrebbe verificare un sanguinamento in sede di prelievo. Dal momento che il meccanismo suggerito per spiegare l’insorgenza di questa rara condizione prevede la produzione di anticorpi rivolti contro una molecola presente sulle piastrine (PF4), non si può nemmeno escludere che, trasferiti al ricevente con il sangue, trasmettano anche il rischio della reazione.
La valutazione dell’ente europeo è tuttavia rassicurante: data la rarità della reazione, la probabilità che la persona destinata a svilupparla doni sangue proprio nei giorni precedenti la comparsa della sintomatologia è così bassa da non richiedere particolari accorgimenti.

Autore Roberta Villa

Giornalista pubblicista laureata in medicina, Roberta Villa ha collaborato per più di vent’anni con le pagine di Salute del Corriere della Sera e con molte altre testate cartacee e online, italiane e internazionali. Negli ultimi anni ha approfondito il tema delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della comunicazione, anche in risposta a bufale e fake news. Sul tema della comunicazione della scienza è attualmente impegnata nel progetto europeo QUEST come research fellow dell’Università di Ca’Foscari a Venezia. Insieme ad Antonino Michienzi è autrice dell’e-book “Acqua sporca” (2014), un’inchiesta sul caso Stamina disponibile gratuitamente online. Ha scritto “Vaccini. Il diritto di non avere paura” (2017), distribuito in una prima edizione con il Corriere della Sera e in una seconda (2019) per il Pensiero scientifico editore. È molto attiva sui social network (Youtube, Instagram, Facebook) su cui sta sperimentando un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione.
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