Si stima che in Italia siano circa due milioni le persone che fanno yoga: una pratica meditativa e fisica originaria dell’India ma divenuta, negli ultimi decenni, estremamente popolare anche nel mondo occidentale. Ne esistono moltissimi tipi – derivanti da altrettante dottrine filosofiche – ma praticamente tutti si concentrano sulla ripetizione di posture specifiche, sul controllo del respiro e sul raggiungimento di uno stato di elevata concentrazione mentale [1]. Per yoga terapeutico, invece, si intende l’utilizzo di questa pratica al fine di aiutare i pazienti a gestire una patologia o alleviarne i sintomi [2]. In questo senso, le tecniche in questione sono state utilizzate nell’ambito di moltissimi disturbi diversi. Tuttavia, uno dei campi di applicazione più diffusi è quello del trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici, come ad esempio il mal di schiena lombare non-specifico.
In cosa consiste il mal di schiena lombare non-specifico?
Questa condizione viene definita come un generico “dolore nell’area della schiena compresa tra le costole e i glutei” [3] ed è molto diffusa in tutto il mondo: la probabilità di soffrire di questo problema nel corso della propria vita varia, a seconda degli studi e dei Paesi presi in considerazione, tra il 38,0% [4] e l’85% [5]. Oltre a essere potenzialmente disabilitante, il mal di schiena lombare non-specifico si associa spesso a una ridotta produttività lavorativa, a una peggiore qualità della vita e a maggiori spese sanitarie [6,7].
Il trattamento consigliato consiste generalmente nel prendersi qualche giorno di riposo o nell’assumere farmaci senza ricetta come il paracetamolo o altri antiinfiammatori per la gestione del dolore. Per quanto riguarda le forme croniche, tuttavia, viene spesso consigliato di fare esercizio o di sottoporsi a terapie manuali [8].
Da dove nasce l’idea di utilizzare lo yoga?
Una seduta di yoga può durare una o due ore e consiste genericamente nella riproduzione di una serie di posture, accompagnate da esercizi di meditazione e di concentrazione. Da un sondaggio realizzato negli Stati Uniti nel 2012 è emerso che il 13,2% dei quasi 35.000 soggetti considerati aveva praticato yoga almeno una volta nella vita: di questi, il 19,2% lo aveva fatto per risolvere un problema alla schiena [10]. I benefici associati a questa pratica in termini di trattamento delle condizioni dolorose sono infatti molteplici, a livello sia fisiologico che comportamentale e psicologico [11]. Quelli potenzialmente coinvolti nel trattamento dei problemi muscolo-scheletrici includono il raggiungimento di una maggiore flessibilità e forza muscolare – come risultato della componente fisica e posturale della pratica yoga –, di una maggiore rilassatezza a livello sia fisico che mentale e, infine, di una maggiore consapevolezza del proprio corpo [12].
Dottore… ma funziona?
Dal momento che lo yoga rappresenta un intervento terapeutico molto diffuso per il trattamento di un problema, come quello del mal di schiena lombare non-specifico, caratterizzato da una prevalenza molto elevata, è importante valutare con attenzione le evidenze relative alla sua efficacia. In un sondaggio condotto nel 2008 negli Stati Uniti la maggior parte delle persone che praticava yoga per problemi muscolo-scheletrici dichiarava di aver percepito un beneficio da questo genere di interventi [13]. Tuttavia, un’analisi della Cochrane Collaboration che ha preso in considerazione i risultati di 12 studi (per un totale di 1800 partecipanti) è giunta invece a questa conclusione: “Ci sono evidenze di certezza bassa-media che lo yoga si associ, rispetto a nessun intervento terapeutico, a un miglioramento lieve o moderato della funzionalità della schiena a tre e a sei mesi dal trattamento. Lo yoga potrebbe poi essere efficace nel ridurre il dolore, ma l’effetto non è tale da essere clinicamente significativo”. Non è del tutto chiaro, quindi, se questa pratica sia realmente efficace e se si associ a risultati migliori rispetto ad altri interventi terapeutici finalizzati a ridurre il dolore associato al mal di schiena lombare non-specifico [14]. Per poter stabilire con certezza l’efficacia dello yoga in questo senso sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti a lungo termine di questi interventi, e stabilire la loro efficacia rispetto ad altre tipologie di trattamento.
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