Si è tornato a parlare dell’argomento in seguito alla pubblicazione di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Leeds, in Gran Bretagna, che ha evidenziato un aumento del rischio di frattura del femore per le donne che seguono una dieta vegetariana rispetto a quelle che consumano carne e derivati della carne [1]. Gli autori della ricerca hanno reclutato più di 26 mila donne di età compresa tra 35 e 69 anni e le hanno seguite per 20 anni, registrando le loro abitudini alimentari e la documentazione clinica in caso di ricovero ospedaliero per frattura.
Dottore, da cosa dipende la frattura del femore?
Il femore è l’osso della coscia, dotato di una testa sferica libera di ruotare nella corrispondente cavità del bacino, formando l’articolazione dell’anca. La frattura del collo del femore, appena sotto la testa dell’osso, è la prima causa di ricovero ospedaliero degli anziani. Ogni anno in Italia se ne contano più di 90 mila e il 90% degli infortunati ha più di 65 anni, per la maggior parte donne [2]. La ragione per cui sono soprattutto gli anziani e soprattutto le donne a subire la frattura del femore è l’indebolimento delle ossa con il progredire dell’età, accentuato nella popolazione femminile dai cambiamenti ormonali della menopausa. La prevalenza dei casi di frattura del femore in un gruppo di persone, quindi, è un indicatore della fragilità ossea in quel gruppo.
Dottore, che significato dobbiamo attribuire ai risultati dello studio sul rischio di frattura del femore per le donne che seguono una dieta vegetariana?
A una prima lettura si potrebbe pensare che la dieta vegetariana renda le ossa delle donne più fragili. In realtà non è così, come spesso accade la questione è più complessa. Gli autori osservano nelle conclusioni del lavoro che un regime alimentare salutare deve essere completo e bilanciato. La dieta vegetariana impone a chi la segue alcune limitazioni. È importante avere consapevolezza di queste limitazioni, delle loro conseguenze per la salute e compensarle adeguatamente.
Un regime che esclude la carne e i suoi derivati risulta infatti più povero di alcuni principi nutritivi che contribuiscono alla salute del sistema muscolo-scheletrico. È necessario quindi bilanciare la scelta degli alimenti ed eventualmente assumere degli integratori seguendo le indicazioni del proprio medico.
Quali principi nutritivi sono importanti per la salute delle ossa?
La perdita progressiva di densità delle ossa con l’avanzare dell’età è un fenomeno fisiologico ineluttabile, ma influenzato da diversi fattori che possono accelerarlo o rallentarlo, tra cui l’alimentazione. Il calcio è il principale componente minerale dell’apparato scheletrico. La vitamina D regola il metabolismo del calcio ed è responsabile del suo equilibrio nelle ossa. Un adeguato apporto di calcio e vitamina D sono quindi fondamentali per la salute delle ossa.
La principale fonte alimentare di calcio è il latte con tutti i suoi derivati, che fa parte della dieta dei latto-ovo-vegetariani, cioè di chi esclude il consumo di carne ma non il consumo di altri alimenti di origine animale [3]. Sono ricchi di calcio anche gli ortaggi a foglia verde, i semi oleosi, come le mandorle, le noci e le arachidi, alcune acque e, infine, carne e pesce, che non fanno però parte della dieta vegetariana.
La vitamina D si trova soprattutto negli alimenti di origine animale: nei pesci grassi, nell’olio di pesce e nella carne. Tuttavia, il suo fabbisogno viene soddisfatto quasi completamente da quella sintetizzata dalla pelle esposta ai raggi ultravioletti del sole. Un’eventuale carenza dovuta a scarsa esposizione all’aria aperta può essere compensata assumendo un integratore, sotto controllo medico.
Un’altra vitamina importante per la salute delle ossa è la B12. Diversi studi hanno evidenziato una correlazione tra la sua carenza e un maggior rischio di fratture [4]. Gli alimenti di origine animale, carne, uova e latte, sono le uniche fonti di vitamina B12. Chi adotta una dieta vegana deve necessariamente assumere un integratore. Chi esclude la carne ma assume latte e uova deve valutare, insieme al proprio medico, se l’apporto di B12 garantito dal suo regime alimentare è sufficiente o carente.
Infine, le proteine contribuiscono al mantenimento sia della massa dell’osso che di quella muscolare e un inadeguato apporto proteico è associato a un maggior rischio di fratture [5]. In linea di massima le proteine di origine vegetale sono meno digeribili e assimilabili rispetto a quelle di origine animale, quindi chi adotta una dieta vegetariana dovrebbe assumerne un 5-10% in più rispetto all’apporto previsto per la dieta onnivora.
Che cos’altro si può fare per mitigare la fragilità ossea e il rischio di fratture in età avanzata?
Due fattori che accelerano il processo di indebolimento delle ossa sono il fumo e l’abuso di alcool [2]. Al contrario, l’attività fisica rafforza l’apparato muscolo-scheletrico e riduce il rischio di fratture dovute a fragilità in età avanzata. L’esposizione alla luce del sole è un fattore protettivo perché induce la sintesi di vitamina D.
Tutte queste sane abitudini sono tanto più efficaci nel prevenire la fragilità ossea quanto prima vengono adottate nel corso della vita. In particolare, per preservare la salute delle ossa di adulti e anziani bisogna garantire un adeguato apporto di calcio nella dieta di bambini e adolescenti. Infatti è intorno ai vent’anni di età che l’apparato scheletrico di un individuo raggiunge il cosiddetto “picco di massa ossea”, cioè il massimo contenuto di calcio nel tessuto delle ossa. Se il picco non è ottimale aumenta il rischio di un’eccessiva perdita di calcio col passare degli anni, di fragilità ossea e fratture in età avanzata.
Argomenti correlati:
AlimentazioneDieta veganaDieteMedicinaOsteoporosi