24 Febbraio 2023 di Ulrike Schmidleithner

Venti lettere

Per me è sempre interessante leggere documenti storici che riguardano i vaccini e le vaccinazioni, perché risalendo alle radici si riesce a comprendere meglio la natura dell’antivaccinismo. Questa lettura mette anche in evidenza quali argomenti sono rimasti immutati nel tempo. Con fierezza e profonda convinzione continuano a essere sventolati a sostegno della battaglia contro l’uso di questi farmaci e, mentre la scienza ha fatto passi da gigante e i vaccini si sono evoluti a livelli di efficacia e sicurezza impensabili due secoli fa, gli argomenti degli oppositori sono rimasti identici – anche se grazie all’uso di parole prese in prestito dal vocabolario medico-scientifico possono suonare ragionevoli.

LRDM Venti lettereQuesti documenti trattano principalmente delle problematiche causate da gruppi di persone che si oppongono alle vaccinazioni; uno dei più interessanti che mi è capitato di leggere in questo filone risale al 1869. Durante l’inverno di quell’anno un famoso medico e professore universitario tedesco di nome Adolf Kussmaul scrisse, per il quotidiano regionale “Freiburger Zeitung”, venti lettere sulla vaccinazione antivaiolosa, pubblicate a puntate. In ciascuna lettera trattava, in modo comprensibile anche dai non esperti, un tema specifico in questa materia.

Da molte parti poi sono pervenute richieste allo scopo di raccogliere le venti lettere in un libro. Kussmaul lo ha fatto, e il libro è stato pubblicato nel 1870 [1], destinando tutti i proventi in beneficenza.

Nella prefazione del libro, il prof. Kussmaul critica aspramente le attività dei movimenti antivaccinali e in modo particolare due libri contro le vaccinazioni, uno scritto da un prete cattolico, un certo Hansjakob, e l’altro da un medico, il Dr. Nittinger. Quei libri, scrive il prof. Kussmaul, pullulano di assurdità, e per questo si è sentito in dovere di rettificarle, cercando di spiegare correttamente ai lettori come stavano le cose dal punto di vista scientifico.

Ho tradotto una frase dalla sua prefazione per mostrare quanto la situazione sia cambiata poco dal Diciannovesimo secolo, almeno per quanto riguarda gli stratagemmi retorici utilizzati da coloro che si oppongono alle vaccinazioni.

“Il Dr. Nittinger, quando cita nelle sue pubblicazioni altri autori, non solo distorce e stravolge il senso di quello che c’è scritto, ma si permette di affermare in modo disonesto clamorose falsità e inganna deliberatamente il lettore non esperto in materia che, fidandosi, trae le proprie conclusioni basandosi su questa lettura.”

La seguente citazione è invece interessante perché ci fa riflettere su un tipo di fallacia molto diffuso, cioè l’appello all’autorità:

“Il lettore perdonerà il modo dettagliato con cui ho tentato di dimostrare l’efficacia del vaccino contro il vaiolo. Una rassicurazione semplice o solo brevemente motivata non sarebbe bastata. Il peso di una tale relazione sarebbe basata solo sulla credibilità personale in questioni mediche che il pubblico è disposto a concedermi. Perciò ho preferito dare al lettore la possibilità di valutare, indipendentemente dall’autorità mia o qualsiasi altra, offrendogli l’occasione di conoscere il metodo e i mezzi usati nella dimostrazione scientifica. Fortunatamente questi sono tali da poter essere spiegati, con una buona probabilità di successo, anche ai non laureati in medicina. Spero di essere riuscito a provare che l’efficacia della vaccinazione non è una teoria medica di cui si possono avere opinioni differenti, ma un fatto ed un’esperienza sicuri che appartengono sia alla scienza medica che alla scienza statistica. Se alcuni medici mettono in dubbio la sua correttezza, mostrano semplicemente la propria ignoranza su questo particolare punto, anche se dovessero avere ottime conoscenze in altri campi della medicina. Chi nega l’efficacia della vaccinazione soltanto perché il vaiolo non è ancora stato eradicato, ma si verificano ancora epidemie e si ammalano anche persone vaccinate, e sporadicamente addirittura persone ri-vaccinate, deve anche negare la cultura avanzata del nostro tempo, perché anche questa cultura lascia molto a desiderare.”

LRDM Venti lettereAll’epoca, uno degli argomenti più usati dagli antivaccinisti era che i medici sono favorevoli ai vaccini soltanto perché ne traggono un profitto personale. Il prof. Kussmaul spiega a questo proposito: “(…) la stragrande maggioranza dei medici non vaccina, o solo in casi eccezionali, e raccomanda solo la vaccinazione, quindi non ha alcun vantaggio, e i medici vaccinatori ricevono di solito un magro compenso per il loro tempo, lo sforzo e le seccature, quindi anche per loro non è proprio un’attività lucrativa.” Prosegue spiegando che per i medici il profitto durante un’unica ma estesa epidemia di vaiolo sarebbe molto più alto di quanto si possa guadagnare eseguendo nella stessa popolazione le vaccinazioni per una decina di anni.

Come sappiamo bene, questo argomento è sopravvissuto e oggi sono sotto attacco soprattutto i produttori di vaccini. Inoltre, gli antivaccinisti accusano qualunque persona impegnata a parlare pubblicamente a favore delle vaccinazioni, medico o non medico, di ricevere soldi da “Big Pharma”.

L’autore constata la triste realtà del fatto che un medico, nel tentativo di combattere il vaiolo, rischia di diventare il bersaglio di campagne diffamatorie e di dover subire accuse anche pesanti. Ad esempio, quando la moglie di Guntram, re dei Burgundi, morì a causa del vaiolo, i suoi medici personali Nicolaus e Donat vennero giustiziati perché non erano riusciti a salvarla. I medici che si trovavano in prima linea nella lotta contro il vaiolo, insomma, erano accusati indistintamente in caso di fallimento delle cure, sia che usassero i farmaci, la vaccinazione o semplicemente acqua fredda come i medici naturalisti indiani del Messico, dove nel XVI secolo il fratello dell’imperatore Montezuma è stato ucciso proprio dal vaiolo.

LRDM Venti lettereL’autore racconta che, nel periodo di passaggio dalla pratica della variolizzazione alla vaccinazione jenneriana, alcune persone favorevoli alla vaccinazione accusavano quelle che invece erano ancora scettiche e preferivano la variolizzazione di essere spinte dal timore di veder ridurre i propri guadagni. Questo perché la variolizzazione, che prevedeva l’uso di materiale prelevato da un caso di vaiolo umano, era molto più rischiosa della vaccinazione (anche se, per il paziente, comunque molto meno pericolosa dell’infezione naturale). Il prof. Kussmaul aggiunge “È sempre brutto quando, in una disputa puramente oggettiva, con questo tipo di accuse si inseriscono ingiurie personali, perché niente è più adatto a ostacolare la conoscenza della verità.”

Accusare le persone che non condividono la nostra posizione di essere così disoneste da sacrificare a cuor leggero la salute e la vita di tantissime persone, soprattutto di bambini, con una così bassa motivazione come un tornaconto personale, non è un argomento vero e proprio. Se si è profondamente convinti di aver ragione non si dovrebbe aver bisogno di “provarlo” diffamando la controparte, ma si dovrebbe cercare di convincere il proprio interlocutore mettendo sul tavolo argomenti veri, e soprattutto le prove scientifiche.

Bibliografia

  1. Zwanzig Briefe über Menschenpocken- und Kuhpockenimpfung. Freiburg 1870. Adolf Kussmaul

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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