Il vaiolo delle scimmie colpisce solo gli omosessuali?

29 Giugno 2022 di Giulia Annovi (Pensiero Scientifico Editore)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato il primo caso di vaiolo delle scimmie il 7 maggio scorso. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) – l’agenzia di sanità pubblica statunitense – al 10 giugno 2022 l’infezione riguardava 31 nazioni [1], diventate 39 il 14 giugno 2022 [2] e 48 il 28 giugno [3]. Sono inclusi numerosi Paesi europei, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. La natura esotica della malattia, la trasmissione legata a un’altra specie e la rapida diffusione hanno fatto temere una nuova pandemia (se vuoi saperne di più sul vaiolo delle scimmie leggi la nostra scheda “Dobbiamo preoccuparci del vaiolo delle scimmie?”).

Dottore, il cosiddetto vaiolo delle scimmie può diventare pandemico?

Il vaiolo delle scimmie è una malattia zoonotica, cioè una malattia che può essere trasmessa in modo diretto o indiretto tra gli animali e l’uomo. È causata da un orthopoxvirus che provoca una malattia simile al vaiolo negli esseri umani [4]. Non è una nuova epidemia, in quanto altre infezioni risalgono al 2003 negli Stati Uniti o al 2018-2020 nel Regno Unito. Tuttavia, questa è la prima volta che non è possibile collegare l’infezione a un contatto con un caso nell’Africa centrale o occidentale [4]. Ma questo potrebbe significare che il virus circola in Europa da un po’ di tempo, anche se la malattia non è stata diagnosticata.

Il vaiolo delle scimmie colpisce solo gli omosessuali?L’OMS ha disposto la formazione di un gruppo di coordinamento per il tracciamento di casi di vaiolo delle scimmie dopo che sono emersi alcuni casi in Europa. Tuttavia, questo non deve essere motivo di allarme. Infatti, il tracciamento consente di avviare una serie di misure volte a isolare i casi e a registrare i contatti, in modo da prevenire la diffusione della malattia. Ad ogni modo, l’OMS ha convocato il 23 giugno 2022 una commissione di esperti (definita International Health Regulations Emergency Committee) che ha stabilito che al momento non vi sia la necessità di dichiarare questo insieme di focolai epidemici una Public Health Emergency of International Concern (PHEIC) [2].

Il vaiolo delle scimmie si trasmette in seguito a rapporti sessuali?

La maggior parte delle infezioni non avviene per contatto diretto con animali, ma in seguito a contatto con persone infette. Diversamente da quanto era noto fino a oggi (uguale diffusione tra maschi e femmine), i casi che si sono manifestati nei Paesi dove la malattia non risultava essere presente vedono come protagonisti soprattutto uomini [5]. Tuttavia, ciò non sembra dipendere dalle preferenze sessuali.

È vero che i maschi omosessuali hanno maggiore probabilità di contrarre il vaiolo delle scimmie?

Il vaiolo delle scimmie colpisce solo gli omosessuali?Il pregiudizio che il vaiolo delle scimmie si diffonda nella comunità degli omosessuali è legato all’avviso pubblicato dall’OMS il 25 maggio scorso [5]. Secondo questo comunicato, “alcuni casi sono stati identificati presso alcuni ambulatori di sessuologia in comunità di uomini gay, bisessuali e uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini”. Attualmente, l’OMS sta approfondendo i risultati di alcuni studi che avrebbero dimostrato che la trasmissione può avvenire attraverso il liquido seminale, così che il contatto diretto che si verifica durante i rapporti sessuali potrebbe favorire il contagio e la diffusione della malattia. È comunque importante sottolineare che il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie non è limitato agli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Chiunque abbia uno stretto contatto con qualcuno che è infetto è a rischio [8].

Quali sono i comportamenti a rischio che portano a contrarre il vaiolo delle scimmie?

Per contrarre il vaiolo delle scimmie è da intendere comportamento a rischio qualsiasi interazione e attività con animali o individui infetti. Secondo i CDC, le infezioni da vaiolo delle scimmie sono rare e non avvengono senza un contatto ravvicinato con piaghe infettive, croste o fluidi corporei delle persone infette. La trasmissione tra le persone avviene anche attraverso grandi goccioline respiratorie (droplet), ossia in seguito a un contatto prolungato faccia a faccia [9]. Ci si può infettare non solo in seguito a rapporti sessuali, ma anche dormendo nella stessa stanza o bevendo e mangiando dallo stesso piatto [10].

Come proteggersi dall’infezione?

Il vaiolo delle scimmie colpisce solo gli omosessuali?In persone sane, il vaiolo delle scimmie si risolve spontaneamente in 14-21 giorni. I bambini hanno un rischio maggiore di manifestazioni più gravi, e sono la fascia di età in cui si sono verificati il maggior numero di decessi. La morte per vaiolo delle scimmie è un evento raro, che si verifica appunto nei bambini e in soggetti immunocompromessi: i casi fatali variano tra l’1 e il 10% ma questi dati sono influenzati dall’essere stati raccolti negli anni passati in contesti dove le condizioni sanitarie sono precarie. Nel caso in cui la malattia si manifesti con sintomi più gravi sono disponibili trattamenti con farmaci antivirali.

Il vaccino contro il vaiolo offre una protezione pari all’85% anche nei confronti dell’infezione da vaiolo delle scimmie [10,11]. Anzi si pensa che la recente diffusione della malattia possa essere legata anche alla sospensione della vaccinazione per il vaiolo nel 1980 [12, 13]. Tuttavia, la diffusione potrebbe dipendere anche da un’evoluzione del virus [8].

La comunicazione sull’infezione ha avuto conseguenze per le comunità LGBTQ+?

Purtroppo, l’intensa copertura mediatica della diffusione del vaiolo delle scimmie in questi ambienti ha generato clamore. È stato utilizzato un linguaggio inappropriato nei toni e nei contenuti che ha generato indirettamente o direttamente stereotipi razzisti e omofobici che esacerbano lo stigma nei confronti delle persone LGBTQ+. Un comportamento inaccettabile non solo perché ingiusto e contrario ai diritti umani, ma anche inadeguato perché mette a rischio la risposta all’epidemia, come già accaduto per l’HIV [14].

Occorre dunque migliorare la comunicazione rendendola rispettosa nei confronti di tutti e che informi in modo chiaro e trasparente riguardo alla malattia nella maniera più corretta.

Dottore, in conclusione cosa consiglierebbe?

Consiglio di fare attenzione, perché come il virus si è diffuso nella comunità LGBTQ+ allo stesso modo potrebbe diffondersi tra le persone eterosessuali o in altri gruppi sociali che si incontrano per altre finalità. Ad esempio, anche nei gruppi di persone che fanno sport insieme. Quindi in caso di contatto con persone il cui stato di salute può essere dubbio, è sempre necessario segnalare alle autorità competenti la propria condizione.

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Autore Giulia Annovi (Pensiero Scientifico Editore)

Giulia Annovi è giornalista pubblicista laureata in biologia. Ha conseguito un dottorato di ricerca in medicina molecolare e rigenerativa. In seguito si è specializzata in comunicazione della scienza frequentando il master presso la SISSA di Trieste. Scrive su diverse riviste di salute e innovazione.
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