Ultimo aggiornamento il 19 luglio 2022
A partire dal mese di aprile 2021 sono stati segnalati alcuni casi di miocardite – un’infiammazione del cuore – verificatisi in seguito alla somministrazione di un vaccino a mRNA (Pfizer o Moderna) contro Covid-19, principalmente in soggetti giovani (sotto i 30 anni) di sesso maschile. Inevitabilmente, la notizia ha avuto grande eco sui media.
Al momento, tuttavia, non sono ancora disponibili dati sufficienti per stabilire con certezza l’esistenza di un nesso causale tra la somministrazione del vaccino e l’infiammazione del muscolo cardiaco. Fortunatamente, poi, nonostante in alcuni casi l’incidenza di miocardite risulti superiore alle attese, la probabilità che ciò accada sembra essere comunque molto bassa. Inoltre, praticamente tutti i casi descritti fino a questo momento sono stati risolti nel giro di qualche giorno. Le principali istituzioni nazionali e internazionali concordano quindi nel ritenere che, alla luce delle evidenze attualmente disponibili, il rapporto tra rischi e benefici dei vaccini a mRNA contro Covid-19 continui a essere favorevole in tutte le classi di età per cui questi sono stati approvati.
Dottore, che cos’è una miocardite?
La miocardite è un’infiammazione del muscolo cardiaco che colpisce, secondo le stime, tra le dieci e le 100 persone ogni 100.000 abitanti [1]. La causa più frequente è un’infezione virale. Tuttavia, in alcuni casi la miocardite può verificarsi, specie nei Paesi in via di sviluppo, anche come conseguenza di una malattia reumatica o di un’infezione batterica. I sintomi più comuni sono: dolore al petto, affanno e palpitazioni. Una volta diagnosticata, l’infiammazione viene generalmente risolta con la somministrazione di farmaci antinfiammatori. Possono però esserci delle conseguenze a lungo termine che variano a seconda della patologia che ha causato la miocardite. In alcuni casi, ad esempio, i pazienti possono arrivare a sviluppare, anche anni dopo la diagnosi, una cardiomiopatia o un’insufficienza cardiaca [2].
Cosa dicono le evidenze sulla relazione tra vaccino anti-Covid-19 a mRNA e miocardite?
Le prime evidenze scientifiche relative a una possibile relazione tra vaccini a mRNA e rischio di miocardite sono state pubblicate sulla rivista Pediatrics in un report relativo a sette adolescenti, tutti maschi e di età compresa tra i 14 e i 19 anni, colpiti dall’infiammazione nel corso dei quattro giorni successivi la seconda dose del vaccino Pfizer [3].
Una seconda casistica, pubblicata sulla rivista Circulation, ha poi descritto sette pazienti colpiti da miocardite in seguito alla somministrazione di un vaccino anti-Covid-19 (Pfizer in cinque casi, Moderna e Johnson & Johnson negli altri due). Anche in questo caso i soggetti in questione erano tutti maschi, di età compresa tra 19 e 39 anni e ricoverati tra tre e sette giorni in seguito alla vaccinazione [4].
Un report successivo, pubblicato su JAMA Cardiology, ha poi descritto gli esiti degli esami di risonanza magnetica cardiaca di sette pazienti che avevano sviluppato una miocardite nel periodo tra febbraio e aprile 2021, quattro dei quali (tre uomini di età compresa tra 23 e 36 anni e una donna di età superiore ai 70 anni) colpiti dall’infiammazione entro cinque giorni dopo la somministrazione della seconda dose di un vaccino anti Covid-19 a mRNA (Moderna in due casi, Pfizer negli altri due) [5].
Gli ultimi dati diffusi sul tema fanno riferimento a un’analisi, pubblicata anche in questo caso su JAMA Cardiology, riguardante 23 militari statunitensi di età compresa tra 20 e 51 anni (età media: 25 anni) giunti in ospedale per una miocardite emersa nel corso dei quattro giorni successivi la seconda dose di un vaccino anti-Covid-19 a mRNA (7 Pfizer e 16 Moderna) [6]. Tutti i pazienti descritti in queste quattro casistiche sono stati trattati e dimessi nell’arco di qualche giorno.
Alcune settimane fa è stata poi presentata un’analisi preliminare dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) – il principale organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti – in cui si segnalava un’incidenza bassa ma superiore a quella attesa di miocardite nei giovani sottoposti a un vaccino anti-Covid-19 a mRNA, specie dopo la seconda dose [7]. Nello specifico l’incidenza di miocardite è risultata superiore ai valori attesi sia nella fascia di età 16-17 anni che in quella 18-24 anni. Non sono state fornite indicazioni, invece, per quanto riguarda la fascia di età 12-16, per la quale non sono ancora disponibili dati sufficienti.
Un rapporto pubblicato il 30 giugno 2021 dalla stessa agenzia statunitense ha riferito che al 16 luglio 2021 circa 8,9 milioni di adolescenti statunitensi di età compresa tra 12 e 17 anni avevano ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech. Il sistema di segnalazione degli eventi avversi del vaccino ha ricevuto 9.246 segnalazioni dopo la vaccinazione con questo prodotto in questa fascia di età; il 90,7% di queste segnalazioni riguardava eventi avversi non gravi e il 9,3% riguardava eventi avversi considerati gravi, inclusa la miocardite (4,3%) [8].
Nell’ultimo “Rapporto sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19” dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), infine, pubblicato il 9 luglio 2021, si fa riferimento a 14 casi di miocardite (età media 32,3 anni) emersi in seguito alla somministrazione del vaccino Pfizer, con un tasso di segnalazione di 0,03 casi ogni 100.000 dosi. Le segnalazioni in questione si sono verificate dopo la prima dose nel 50% dei casi e dopo la seconda dose nel restante 50% dei casi. Cinque casi di miocardite (età media 29 anni) sono stati segnalati anche in seguito alla somministrazione del vaccino Moderna, con un tasso di segnalazione di 0,1 casi ogni 100.000 dosi [9].
A giugno 2022 è stata pubblicata anche la versione aggiornata di un documento della Società Italiana di Cardiologia sul rischio di miocarditi e pericarditi in seguito alla somministrazione di un vaccino contro Covid-19. “La miocardite e la pericardite associate al vaccino” scrivono gli esperti della società scientifica “si sviluppano solitamente entro 14 giorni dalla vaccinazione contro il COVID-19, sono eccezionalmente rare, si manifestano con quadri clinici lievi e sono caratterizzate in genere da un’evoluzione favorevole”. [10]
Dottore, quindi i giovani maschi farebbero meglio a non vaccinarsi con un vaccino a mRNA?
Sebbene le varie segnalazioni facciano pensare a un possibile rapporto di causa-effetto tra la somministrazione dei vaccini contro Covid-19 a mRNA e miocardite, al momento non è possibile arrivare a conclusioni certe. Un articolo uscito su una delle riviste della associazione statunitense di cardiologia avanza delle ipotesi di ricerca, che andranno approfondite in studi che già sono in corso [11]. Come abbiamo visto, infatti, tutte le casistiche pubblicate su riviste scientifiche fanno riferimento a un numero molto ridotto di pazienti, mentre i dati provenienti dai rapporti istituzionali sono ancora oggetto di discussione. Alla luce della probabilità – comunque molto bassa – che un giovane sviluppi una miocardite dopo la somministrazione di un vaccino a mRNA, le istituzioni nazionali e internazionali concordano nel ritenere che il rapporto tra rischi e benefici continui a essere favorevole in tutte le classi di età per cui questi vaccini sono approvati.
Argomenti correlati:
CoronavirusEffetti collateraliMedicinaVaccinazioniVaccini