6 Dicembre 2019 di Ulrike Schmidleithner

Una questione di punti di vista

Qualche settimana fa mi sono messa a guardare delle vecchie foto in bianco e nero che i miei genitori hanno fatto quando avevo pochi anni. Mi ha incuriosita il primo piano di una strana locomotiva che sembrava tutta storta, in mezzo a una montagna: ho cercato e ho scoperto che si trattava della ferrovia a cremagliera con cui si va sullo Schafberg nella regione del Salisburghese, in Austria. La foto successiva mostrava la bellissima vista di una catena montuosa, un grande lago e un centro abitato. Sono riuscita, grazie a un sito con una webcam, a scoprire il punto da dove la foto era stata scattata: il lago è il Wolfgangsee e il centro abitato è il comune di St. Gilgen.

 

 

Questa foto, e l’enorme crescita demografica che si nota paragonando l’immagine degli anni Sessanta con quella attuale, mi hanno ispirato una riflessione sulle lacune che tutti noi abbiamo nel nostro bagaglio di conoscenze, e sui gravi rischi che corriamo se ci fidiamo delle persone sbagliate.

Immaginiamo di trovarci nel punto in cui la foto è stata scattata. La vista è quella di un grande lago, un centro abitato circondato da morbide colline, il tutto sovrastato da una maestosa catena montuosa.

È un punto di vista privilegiato, quando si tratta di prendere atto dell’insieme delle cose visibili agli occhi. Ma non ci dà nessuna informazione né sui dettagli né sugli sviluppi storici. Riconosciamo le strade che ci appaiono come delle linee in alcuni punti diritte, in altri serpeggianti. Non possiamo veramente vedere che sono strade perché sono troppo lontane, ma lo sappiamo attingendo all’esperienza. Se oggi al nostro posto ci fosse l’uomo del Similaun (Oetzi) a guardare giù dallo stesso punto, non sarebbe in grado di interpretare correttamente la natura di quelle linee. Le prenderebbe probabilmente per fiumi o strane formazioni di roccia.

Questo ci fa capire quanto sia importante la conoscenza, per comprendere il mondo che ci circonda e interpretare in modo più vicino possibile  alla realtà quello che vediamo, leggiamo, sentiamo e sperimentiamo.

Anche il passare del tempo incide molto: decine di milioni di anni prima questa vista non sarebbe stata possibile nemmeno usando la macchina del tempo perché le Alpi dovevano ancora formarsi.

Figurativamente parlando vediamo molti temi che ci toccano da una distanza come quella che c’è tra la cima della montagna e il centro abitato sulla riva del lago. Se ci limitassimo a prendere atto della crescita demografica tra l’inizio degli anni Sessanta, in cui la foto è stata scattata, e oggi, dell’esistenza di quel lago, delle colline e delle catene montuose, tutto sarebbe a posto. Anche il desiderio di conoscere i dettagli fino ai minimi particolari, sarebbe un’aspirazione lodevole. La curiosità è l’anima della scienza. Il problema nasce quando ci si azzarda a interpretare tutto senza avere una solida base conoscitiva. Non è solo una questione di intelligenza. Anche la persona più intelligente del mondo non può valutare correttamente una serie di dati se le mancano le nozioni basilari. Più complesso è un tema e più importante diventa la necessità di avere una profonda conoscenza.

Non sarei una testimone credibile se dalla cima della montagna mi mettessi a descrivere i dettagli di St. Gilgen che vedo in lontananza, senza esserci mai stata o almeno averlo visto in fotografia o in video o aver letto un libro: l’aspetto delle piazze, delle fontane, del colore e l’architettura delle case e delle chiese, dei negozi, dei prezzi dei singoli articoli in vendita, il materiale di cui sono fatti, i nomi di qualche abitante e la loro storia familiare, il tipo e il numero di pesci che vivono nel lago etc. E se decidessi, commossa dalla mia vasta “conoscenza” di quel luogo pittoresco, di scrivere un libro per condividere con gli altri quello che penso di sapere?

Certamente non sarebbe un libro da prendere sul serio. Invece, quello che purtroppo succede oggi è che certi giornalisti mi intervisterebbero e la radio e la TV mi inviterebbero in virtù di una falsa interpretazione della par condicio (“bisogna anche considerare l’altra faccia della medaglia.”).

Non è facile difendersi da questo mondo in cui basta che qualcuno si finga esperto per guadagnarsi la fiducia ed essere messo sullo stesso piano degli esperti veri. Un primo passo è rendersi conto che nella maggior parte dei casi ci troviamo, simbolicamente parlando, in cima alla montagna e dal nostro punto di vista strade e case del centro abitato sono molto distanti, solo una macchia di punti e linee. Non siamo in grado di controllare personalmente ogni affermazione. C’è per esempio chi crede ai finti esperti che negano lo sbarco sulla Luna ed elencano le “prove” a favore della loro tesi. Alcuni fisici si sono presi la briga di smontare questi argomenti punto per punto, spiegando cose elementari della fisica. Naturalmente nessuno di noi può testare di persona, costruendo nel giardino o sul terrazzo una copia della navicella spaziale Apollo e partendo per visitare la Luna, fotografare l’impronta di Neil Armstrong e la bandiera degli Stati Uniti d’America e poi tornando per testimoniare. Sarebbe comunque sempre solo la nostra parola e ognuno, per essere proprio sicuro, dovrebbe ripetere personalmente questa esperienza: miliardi di navette spaziali, un traffico pazzesco tra la Terra e la Luna. Il mondo non funziona così. Per quasi tutto dobbiamo dare fiducia ad altre persone. Il punto cruciale è: chi si merita la nostra fiducia? Di questo parlerò in uno dei prossimi articoli.

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La Rubrica della MammaMedicina

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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