10 Gennaio 2020 di Ulrike Schmidleithner

Un falso senso di sicurezza

Oggi molti paesi economicamente avanzati devono affrontare il problema dello scetticismo verso le vaccinazioni da parte di una minoranza della popolazione. È una storia che si ripete: anche le autorità sanitarie del Diciannovesimo secolo sperimentarono questo problema, in riferimento all’unico vaccino esistente all’epoca, cioè quello contro il vaiolo. I movimenti antivaccinali organizzati che sono insorti in quel periodo molto probabilmente rallentarono il processo messo in atto per l’eliminazione di quel pericoloso virus, che per fortuna oggi non è più una minaccia per i nostri figli.

Il filo conduttore che collega le vicende del Diciannovesimo secolo con l’attuale problema dell’esitazione vaccinale è il falso senso di sicurezza in cui si cullano le persone, non vedendo più nel quotidiano la maggior parte delle malattie infettive contro cui si vaccina. Evidentemente è difficile rendersi conto di una minaccia che ci sembra molto remota, quasi inesistente. Tutti noi abbiamo ogni giorno tanti problemi urgenti da risolvere e quello di proteggerci da malattie come per esempio la difterite, che nemmeno i nostri medici hanno mai visto, è probabilmente l’ultimo dei nostri pensieri. Questo crea naturalmente un terreno fertile per i movimenti antivaccinali, che fanno entrare nella nostra mente uno spauracchio difficile da eliminare con argomenti che si appellano solo al raziocinio. Con abilità, questi movimenti diffondono mezze verità sui vaccini, le malattie infettive, il funzionamento del nostro organismo etc., sfruttando con precisione ogni piccola insicurezza scientifica e facendo apparire ciò che afferma la scienza come falso o inaffidabile.

È una lotta ad armi impari perché purtroppo molte persone non si rendono conto dei trucchi retorici di questi gruppi. Non sanno che la scienza non è un dogma ma è invece in continua evoluzione, che si autocorregge quando dal lavoro instancabile di migliaia di ricercatori emergono nuovi dati che, come i pezzi di un enorme puzzle, vengono inseriti nel quadro. Perciò trovano plausibili gli argomenti degli antivaccinisti di professione. Tutto questo è facilitato da quel falso senso di sicurezza di cui ho parlato – ovvero dall’apparente assenza di una minaccia imminente, da parte di virus e batteri, pericolosi per la nostra salute.

In Germania, alla fine del Diciannovesimo secolo, l’Ufficio Sanitario dell’Impero Tedesco ritenne utile pubblicare un libro diretto alla popolazione in cui spiegava, in modo avvincente e comprensibile per tutti, i motivi per cui nel 1874 era stata resa obbligatoria la vaccinazione contro il vaiolo. Il libro parte dalla situazione prima della vaccinazione, poi racconta come l’efficacia e la sicurezza del vaccino siano stati sperimentati prima da Jenner e poi da tanti altri medici e associazioni sanitarie, parla della scoperta che la protezione vaccinale diminuiva con il tempo e quindi era necessario fare un richiamo, dello straordinario successo della campagna vaccinale nel ridurre drasticamente il numero di casi e del ritorno del vaiolo in tutta la sua forza ogni volta che molte persone rifiutavano di far vaccinare i figli.

Riporto la traduzione dell’introduzione di questo libro di circa 200 pagine dal titolo: Blattern und Schutzpockenimpfung – Denkschrift zur Beurtheilung des Nutzens des Impfgesetzes vom 8 April 1874 und zur Wuerdigung der dagegen gerichteten Angriffe. (“Il vaiolo e il vaccino antivaioloso – memorandum per valutare i benefici della legge sulla vaccinazione dell’8 aprile 1874 e rispondere agli attacchi diretti contro di essa”). Leggendola viene in mente la citazione di re Salomone “Non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Degno di nota è che all’epoca il problema del rifiuto vaccinale esisteva senza radio, TV e Internet.

“Nel 1874, essendo ancora vivido il ricordo dell’epidemia di vaiolo, la vaccinazione divenne obbligatoria. Il terrore per la trascorsa epidemia era ancora presente nella memoria di tutti e i lamenti per le devastazioni subite non si erano ancora spenti. Molti conobbero per esperienza diretta i benefici derivanti dalla protezione del vaccino, la cui efficacia fu unanimemente riconosciuta dai medici grazie al ricco tesoro di esperienze personali. Da allora sono trascorsi più di venti anni. Il popolo gode, grazie alla legge a suo tempo approvata, di un’immunità che non ha eguali in altri Paesi. Il numero delle persone che ha avuto esperienza personale di quanto sia terribile il vaiolo sta diminuendo e anche fra i medici la manifestazione di questa malattia è sempre meno conosciuta. La conoscenza del vaiolo da parte dei medici è dovuta sempre più non alla propria esperienza ma ai libri di testo e alle spiegazioni dei professori all’Università. Non si può ignorare che la popolazione che è stata risparmiata da così tanto tempo dalla malattia, abbia perso – insieme alla memoria delle sofferenze del passato – anche la percezione del pericolo e trovano sempre più spazio i dubbi relativi ai benefici e alla necessità dell’obbligo vaccinale, un dubbio insinuato e alimentato da un’abile agitazione. Tra gli esperti nessuno dubita sul fatto che la rinuncia alla vaccinazione non sarebbe possibile senza esporre nuovamente la popolazione alla temuta malattia. Le gravi conseguenze per l’incolumità della popolazione che si avrebbero se vi fosse indulgenza, rendono doveroso avvertire tempestivamente le persone, spiegando in modo comprensibile per tutti l’importanza e i successi della protezione vaccinale.”

Questo conferma che la radice dell’esitazione vaccinale è in primo luogo proprio lo straordinario successo delle vaccinazioni, responsabile del falso senso di sicurezza che le persone hanno sviluppato piano piano nel corso dei decenni. Penso che dal punto di vista psicologico sia stato uno sviluppo non solo inevitabile ma anche prevedibile e fino a un certo punto comprensibile. Anche per questo non credo che schernire o denigrare le persone riluttanti a vaccinare sia una risposta lungimirante. Si potrà avere la sensazione che cambi qualcosa sul momento, ma a lungo andare è sicuramente meglio un approccio che prenda in considerazione le motivazioni profonde e cerchi soluzioni innovative che riescano ad affrontare il problema alla radice. Non è sicuramente facile ma fa parte delle tante sfide che il progresso porta con sé.

È importante comprendere che un falso senso di sicurezza è pericoloso per i nostri figli e noi stessi, perché molte malattie che attualmente non vediamo intorno a noi continuano a esistere nel mondo, e grazie al traffico aereo possono raggiungere il nostro paese in ogni momento.

Bibliografia

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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