Le zecche si eliminano con un fiammifero?

3 Agosto 2023 di Roberta Villa

Negli zaini degli escursionisti una scatola di fiammiferi può essere utile, per esempio per essere sicuri di poter accendere un fuoco nel camino di un rifugio di alta quota, ma certamente non per rimuovere eventuali zecche che si attacchino alla pelle durante il tragitto. È infatti succhiando per ore o giorni il sangue di altri animali, umani compresi, che le zecche – artropodi della stessa classe di ragni, acari e scorpioni – si nutrono. Comuni anche nei nostri boschi e ovunque vi sia una ricca vegetazione, hanno diverse preferenze di ambiente e di clima a seconda della specie.

le zecche si eliminano con un fiammiferoUna cosa che le accomuna, tuttavia, è che nessuna ha una particolare predilezione per l’odore dello zolfo umido. È del tutto inutile, quindi, inumidire la testa di un fiammifero e disegnare con questa dei cerchi intorno alla zecca per attirarla fuori dalla pelle e poterla poi eliminare. Altri usano i fiammiferi accesi o del metallo incandescente, come un attizzatoio, per bruciarla: oltre a non servire a nulla, questi metodi casalinghi possono essere pericolosi perché possono provocare ustioni.

Non serve nemmeno ricoprire la zona in cui si trova la zecca con smalto per le unghie o vaselina per impedire il passaggio di aria e quindi soffocarla: in realtà il fastidioso parassita è in grado di sopravvivere per ore senza respirare aria fresca, per cui anche questo sistema, come tutti quelli che prevedono di smuovere la zecca o toglierla con le dita, sono da evitare. Il rischio è sempre quello di schiacciarla o di staccare la testa dal corpo, asportandone solo una parte e facilitando un’eventuale infezione qualora la zecca sia portatrice di microrganismi patogeni come protozoi, batteri o virus.

Allo stesso modo sono da evitare alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, per evitare che la zecca sofferente possa rigurgitare materiale potenzialmente infetto e affondare ancora di più nella pelle dell’ospite [1,2].

Dottore, ma allora che cosa si deve fare?

le zecche si eliminano con un fiammiferoIl metodo migliore per rimuovere una zecca consiste nell’usare una pinzetta a punte sottili, da applicare il più possibile vicino alla superficie della pelle per rimuovere poi il parassita tirandolo, o con appositi strumenti che facilitano l’operazione e riducono il rischio di rompere o schiacciare la zecca. Questa operazione va eseguita con i guanti, così da non toccare la zecca con le mani, che comunque alla fine vanno ben lavate.

Dopo la rimozione, occorre lavare con acqua e sapone e disinfettare la zona, preferibilmente con alcol. Non usare prodotti colorati come la tintura di iodio o il mercurio cromo che potrebbero nascondere nei giorni successivi i primi segni di un’infezione.

Nel caso in cui rimanga incastrato nella pelle il rostro con cui la zecca penetra la cute e succhia il sangue, occorre toglierlo con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate.

Al termine dell’operazione è opportuno sottoporsi a una profilassi antitetanica.

Dottore, ma quali malattie portano le zecche?

le zecche si eliminano con un fiammiferoIl morso della zecca non è pericoloso di per sé, ma per il fatto che può trasmettere diverse malattie infettive, eventualità tanto più probabile quanto più a lungo il parassita rimane attaccato alla pelle.

Le più comuni infezioni che si possono prendere in Italia e in Europa da una zecca dei boschi (Ixodes ricinus) sono la meningoencefalite o encefalite da zecca (TBE, tick borne encephalitis), il cui virus è stato identificato per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno e nei confronti della quale è disponibile un vaccino, e la malattia di Lyme, provocata dal batterio Borrelia burgdorferi, contro cui è importante iniziare presto una terapia antibiotica adeguata, utile anche nei confronti delle rickettsiosi che si possono contrarre dalle zecche dei cani. Non è invece consigliato un trattamento profilattico con antibiotici solo per il fatto di aver tolto una zecca.

Altre malattie da zecca sono la tularemia (che si può contrarre anche per altre vie, con l’ingestione o il contatto diretto con acqua contaminata, oppure il consumo di carne poco cotta proveniente da animali infetti) e l’ehrlichiosi, che dà sintomi simili a quella dell’influenza, accompagnati talvolta da un esantema simile a quello del morbillo: è di origine batterica, per cui può essere trattata con antibiotici.

Dottore, che cosa si può fare per prevenire il morso di una zecca?

le zecche si eliminano con un fiammiferoPer ridurre il rischio di venire a contatto con le zecche si possono adottare alcune precauzioni, come applicare i repellenti esistenti in commercio e/o indossare stivali, pantaloni e magliette a maniche lunghe e possibilmente un cappello quando si entra nella vegetazione, evitando di addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta. È meglio privilegiare i colori chiari su cui le zecche si vedono più facilmente, ma in ogni caso, al termine della gita, è importante controllare attentamente anche al tatto la pelle e gli indumenti, scuotendoli bene prima di riportarli in casa per lavarli.

Nel caso in cui si portino con sé dei cani, è fondamentale che abbiano ricevuto il trattamento profilattico contro le zecche.

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Autore Roberta Villa

Giornalista pubblicista laureata in medicina, Roberta Villa ha collaborato per più di vent’anni con le pagine di Salute del Corriere della Sera e con molte altre testate cartacee e online, italiane e internazionali. Negli ultimi anni ha approfondito il tema delle vaccinazioni, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della comunicazione, anche in risposta a bufale e fake news. Sul tema della comunicazione della scienza è attualmente impegnata nel progetto europeo QUEST come research fellow dell’Università di Ca’Foscari a Venezia. Insieme ad Antonino Michienzi è autrice dell’e-book “Acqua sporca” (2014), un’inchiesta sul caso Stamina disponibile gratuitamente online. Ha scritto “Vaccini. Il diritto di non avere paura” (2017), distribuito in una prima edizione con il Corriere della Sera e in una seconda (2019) per il Pensiero scientifico editore. È molto attiva sui social network (Youtube, Instagram, Facebook) su cui sta sperimentando un approccio semplice e confidenziale alla divulgazione.
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