I tacchi alti sono dannosi?

4 Dicembre 2023 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Apprezzate per l’estetica e per la capacità di slanciare ogni tipologia di fisico, le scarpe con i tacchi alti possono essere amate o odiate dalle donne. Secondo molti articoli generalisti, e osservando anche i comportamenti nella vita quotidiana, queste calzature sembrano vivere un declino.

Sarà forse causa della pandemia di Covid-19? Nuove abitudini, dettate dal lavoro da casa e dalle ridotte occasioni sociali, hanno costretto molte donne ad accantonare i tacchi per lungo tempo. Uno studio ha cercato la correlazione tra questi comportamenti e gli infortuni legati a scarpe con tacco alto negli Stati Uniti. Nel 2020 gli accessi al pronto soccorso dovuti a incidenti o disturbi causati dai tacchi sono stati 6.290, in calo rispetto ai circa 16mila all’anno nei tre anni precedenti. Occorre considerare che, durante il periodo di lockdown e di restrizioni, è stato scoraggiato il ricorso alle strutture ospedaliere se non per emergenze [1]. In ogni caso, quando costretto in calzature alte e affusolate, il piede, e non solo, ne risente.

Dottore, indossare i tacchi alti fa male alla salute?

Già da diversi decenni, il rapporto fra utilizzo di questo tipo di calzature e danni al fisico è ampiamente studiato. Il campanello d’allarme, quando si è “abusato” dei tacchi alti, è il dolore: a fine giornata soprattutto può colpire, con un’infiammazione, l’intero arco plantare (fascite) o solo il tallone (tallonite).

Secondo una revisione che ha considerato oltre cinquecento studi è assodato che diversi effetti negativi sul sistema muscoloscheletrico, dalla colonna vertebrale alle dita dei piedi, sono associati ai tacchi alti. Indossandoli, infatti, si verifica uno spostamento del peso corporeo in avanti, in una posizione non naturale, e il tallone si trova al di sopra delle dita.

Sono allora proprio le estremità a dover mantenere con difficoltà l’equilibrio, sia da fermi sia in movimento. Le prove più evidenti dei danni causati dai tacchi alti ricadono sulle dita dei piedi, e uno dei rischi più fastidiosi è l’alluce valgo [2,3].

So che l’alluce valgo è un problema molto diffuso…

Vero, è molto comune soprattutto fra le donne ed è fortemente correlato all’utilizzo abituale dei tacchi [3]. Un tempo indicato come “cipolla”, è la deformazione dell’alluce, che si sposta e sovrappone verso l’interno. Ciò può provocare infiammazione e dolore, inoltre limita i movimenti e nei casi più gravi arriva a compromettere la corretta postura. La conformazione del dito peggiora negli anni, soprattutto a causa di scarpe troppo strette in punta e dell’andatura scorretta.

Se si nota nelle sue fasi iniziali, è possibile correggere la deviazione indossando calzature ampie o con plantari e cuscinetti specifici. Nei casi più complicati, invece, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico correttivo; va valutato con il medico di medicina generale o con l’ortopedico che potrebbero prescrivere una radiografia e l’esame baropodometrico, per misurare la distribuzione dei carichi sulla pianta del piede [4].

Dottore, è vero che l’alluce valgo è ereditario?

Sì, tra le cause di questa malformazione c’è l’ereditarietà, assieme ad altri fattori di rischio come sovrappeso, alterazioni della postura, lesioni del piede e malformazioni alla nascita [4].

I tacchi alti causano anche l’artrosi?

Questa possibile conseguenza dell’utilizzo dei tacchi alti non è così studiata. Uno studio pubblicato su Lancet ha valutato la camminata di 20 donne – molto poche, in verità – abituate ai tacchi, confrontandola con la camminata a piedi nudi [5]. Come si può immaginare, si è dimostrato che la forza di compressione sul ginocchio è maggiore quando il piede si trova in posizione scomoda, ma il collegamento con l’artrosi non è scontato, sebbene la camminata sui tacchi possa, secondo i ricercatori, predisporre a cambiamenti – in peggio – dell’articolazione e della flessione del ginocchio [2].

Mi è capitato di avere le gambe gonfie dopo aver utilizzato a lungo scarpe con il tacco…

Un altro effetto dell’uso prolungato di questo tipo di calzature è proprio la sensazione di gambe affaticate, con o senza gonfiori e dolori. Sono sintomi di disturbi venosi, che possono essere transitori o più seri; fra le conseguenze possibili ci sono le varici, o vene varicose. L’origine del problema risiede ancora una volta nella postura del piede: indossando i tacchi impediamo o limitiamo i meccanismi fisiologici che aiutano il sangue a risalire sulle gambe contro la gravità [6].

Dottore, ma se utilizzo i tacchi solo in rare occasioni, cosa rischio?

L’uso frequente è, come abbiamo visto, molto rischioso per la salute a lungo termine. Indossare scarpe strette e alte potrebbe, però, comportare anche danni legati a utilizzi occasionali: tra questi, distorsioni e fratture a carico della caviglia [2].  

Altri inconvenienti, con sintomi più lievi e facilmente risolvibili, possono essere le vesciche, i calli e i duroni. Si verificano quando le scarpe, di qualsiasi tipo, non calzano bene e camminando si crea attrito, dolore e piccole ferite. Le vesciche sono piccoli rigonfiamenti che contengono liquido; i calli e i duroni sono ispessimenti della pelle, a volte dolorosi. Si tratta di inconvenienti che guariscono spontaneamente, cambiando scarpe e utilizzando calze adeguate. Nei casi più ostinati, un podologo potrà aiutare a trattare le lesioni [7].

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Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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