Posso cominciare a svezzare il mio bambino già a 4-5 mesi?

27 Gennaio 2023 di Maria Cristina Valsecchi

La parola “svezzamento” viene usata comunemente per indicare il passaggio del bambino da una dieta di solo latte all’introduzione di alimenti diversi in aggiunta al latte. Letteralmente, però, “svezzare” vuol dire togliere il vizio; l’uso di questo termine potrebbe quindi suggerire l’idea che l’allattamento al seno sia un vizio, cioè un’abitudine da scoraggiare il prima possibile e dunque che sia consigliabile per la salute del bambino svezzarlo non appena si riesce a fargli mangiare altro.

Diversi studi scientifici, invece, hanno dimostrato invece che il latte materno è l’alimento ideale nei primi mesi di vita, nutriente e protettivo della salute del piccolo, e deve essere integrato con altri cibi solo quando non è più sufficiente a soddisfare le sue richieste nutrizionali. Per questa ragione, oggi si preferisce evitare il termine “svezzamento” e parlare invece di “alimentazione complementare”.

Dottore, quindi qual è l’età giusta per introdurre i primi alimenti complementari?

Posso cominciare a svezzare il mio bambino già a 4-5 mesi?L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le società scientifiche nazionali e internazionali indicano come obiettivo ottimale sei mesi di allattamento esclusivo al seno [1]. L’apparato gastrointestinale e i reni sono pronti a digerire alimenti diversi e a filtrare le sostanze di scarto del loro metabolismo al compimento del quarto mese di età [2], tuttavia il bimbo nella maggior parte dei casi non ne ha bisogno. Se è sano, nato a termine e allattato al seno da una mamma che a sua volta è sana e si nutre adeguatamente, il latte materno è tutto ciò di cui ha bisogno fino al compimento del sesto mese.

Ci sono, però, delle eccezioni [3]. Il latte materno è povero di ferro e nei primi mesi di vita il bambino soddisfa il proprio fabbisogno di questo elemento attingendo alle scorte che ha acquisito durante la gravidanza. Se un piccolo è nato a termine e il cordone ombelicale non gli è stato reciso immediatamente, le sue scorte di ferro sono sufficienti fino ai sei mesi di età. In caso contrario, potrebbe esaurire le scorte prima dei sei mesi e trovarsi in una condizione di carenza di ferro. Spetta al pediatra in queste circostanze – e in pochi altri casi – valutare l’opportunità di somministrare al piccolo un integratore di ferro oppure avviare l’alimentazione complementare prima dei sei mesi.

cibo bambino icon

Il mio bambino riesce già a stare seduto sul seggiolone e portarsi il cibo alla bocca: posso dargli le prime pappe anche se ha meno di sei mesi?

Posso cominciare a svezzare il mio bambino già a 4-5 mesi?Dal punto di vista psicomotorio per avviare l’alimentazione complementare è necessario che il piccolo sia in grado di sedere eretto sul seggiolone, di afferrare il cibo e portarselo alla bocca e di gestire un boccone semi solido, ingoiandolo correttamente oppure sputandolo se non lo gradisce. Di solito queste competenze si acquisiscono intorno ai sei mesi di età [4].

Se un bambino è capace di fare queste cose prima del compimento dei sei mesi non vuol dire che l’alimentazione complementare debba essere necessariamente avviata in anticipo. Tuttavia, se il bimbo mostra interesse per il cibo degli adulti e tenta di metterlo in bocca, si può cominciare a dargli qualche piccolo assaggio di cibo semisolido, della consistenza adatta, dopo essersi confrontati con il pediatra.

Dottore, all’avvio dell’alimentazione complementare bisogna interrompere l’allattamento?

Posso cominciare a svezzare il mio bambino già a 4-5 mesi?No, il latte materno continua ad essere una componente fondamentale dell’alimentazione del bambino. L’OMS raccomanda di proseguire l’allattamento, parallelamente al consumo di altri cibi, fino a due anni o più, secondo i desideri del piccolo e della mamma [1]. L’assunzione prolungata di latte materno comporta una serie di vantaggi per la salute del bambino e della donna: una maggiore resistenza del bimbo alle infezioni gastrointestinali e respiratorie e, per il suo futuro, un minor rischio di obesità, sindrome metabolica e di sviluppare alcuni tumori; per la mamma, un minor rischio di tumore al seno e un recupero più rapido del peso precedente la gravidanza [5].

Il latte vaccino invece non è adeguato alle necessità nutrizionali di un bambino nel primo anno di età. Può essere introdotto nella sua dieta dopo il compimento del primo anno se il piccolo non è più allattato al seno. In caso contrario, il latte materno continua ad essere per lui un alimento migliore rispetto a quello vaccino.

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Autore Maria Cristina Valsecchi

Maria Cristina Valsecchi lavora come giornalista scientifica freelance per diverse testate, occupandosi principalmente di salute riproduttiva e salute materno-infantile. Con la collega Valentina Murelli ha creato il sito web indipendente di informazione sulla salute della donna “Eva - Sapere è potere” (https://evasaperepotere.wordpress.com/).
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