Può essere un vero incubo, specie in estate o poco prima, quando ci si sta preparando alla prova costume. La cellulite, inestetismo alla base del cosiddetto effetto “pelle a buccia d’arancia”, è una condizione che colpisce circa l’80-90% delle donne in età post-adolescenziale [1]. Per questo motivo esistono centinaia di trattamenti e pseudo-trattamenti per la cura di questo problema, alcuni dei quali presentati addirittura come “miracolosi”. Dalle manipolazioni alle terapie farmacologiche, passando per le creme e gli unguenti, quasi nessuno di questi può però contare su evidenze di efficacia solide [2, 3]. In altri casi, invece, i dati scientifici declamati dalle aziende produttrici sono semplicemente falsi: truffe, queste, che in passato hanno portato anche a condanne e sanzioni molto salate.
Cos’è veramente la cellulite?
La cellulite è una particolare condizione della pelle che si presenta nella maggior parte dei casi a livello delle cosce, dei glutei e dell’addome. È accettato che l’effetto estetico che ne deriva, la cosiddetta “pelle a buccia d’arancia” o “a materasso”, sia causato dalla perpendicolarità (presente solo nelle donne) dei setti fibrosi, ispessimenti di tessuto fibroso tra cui vanno a crearsi dei depositi di grasso i quali, spinti verso l’esterno, deformano la superficie cutanea [4].
Tuttavia, questa manifestazione dipende in realtà da una moltitudine di alterazioni strutturali, morfologiche e biochimiche. Un ruolo centrale potrebbe poi essere giocato da cambiamenti che si verificano a livello ormonale.
A dimostrazione di ciò – oltre alle evidenze relative a un effetto sulla formazione di grasso da parte degli estrogeni, che sono i principali ormoni sessuali femminili – il fatto che la cellulite si riscontri in quasi tutte le donne e che si manifesti solitamente all’inizio della pubertà e in modo più intenso durante la gravidanza, l’allattamento, i cicli mestruali e in caso di assunzione di contraccettivi orali [5].
Quali sono i trattamenti attualmente disponibili?
Ne esistono di diverse tipologie. Uno dei più antichi riguarda la stimolazione meccanica delle aree interessate attraverso un massaggio – manuale o realizzato tramite dispositivi ad hoc – finalizzato a rimuovere i fluidi interstiziali e favorire il drenaggio linfatico [6].
Un’altra classe di interventi riguarda invece l’impiego di una terapia a onde d’urto, la quale sfrutta l’effetto dell’energia trasmessa da onde acustiche ad ampiezza elevata per favorire la circolazione del sangue nell’area trattata [7].
Oltre a questi, poi, esistono molti altri approcci basati sulle tecniche più diverse, dall’impiego di laser e radiofrequenze alla perdita di peso e alle iniezioni di collagene.
Tuttavia, una delle modalità di trattamento più diffuse riguarda sicuramente l’utilizzo di creme e altri prodotti cosmetici finalizzati a ridurre l’effetto “pelle a buccia d’arancia”. La maggior parte di queste contiene caffeina e/o retinolo e/o altri derivati vegetali (es. Gingko biloba, Centella asiatica), sostanze che dovrebbero favorire la microcircolazione periferica e stimolare il drenaggio linfatico [8].
Le creme per combattere la cellulite funzionano?
Sono diversi gli studi che hanno analizzato l’efficacia dei prodotti cosmetici esterni per la cellulite, i quali hanno coinvolto in totale più di 600 soggetti. Tuttavia, come sottolineano Luebberding e colleghi, “ci sono poche evidenze che questi trattamenti possano avere un potenziale effetto positivo sull’aspetto estetico della cellulite”. Molte delle ricerche, infatti, suggeriscono che la somministrazione di queste creme non produca effetti significativi, sia rispetto al non applicare alcuna crema sia rispetto all’applicazione di un placebo, cioè di una sostanza inerte [3].
Nonostante tutto, una revisione italiana del 2014 ha però individuato un effetto, seppur molto modesto, in termini di riduzione della circonferenza della coscia [9]. A prescindere da questi dati, non si può però non notare che molto spesso le pubblicità dei prodotti in questione riportano risultati ben più esaltanti. Purtroppo però, questi non sono sempre veritieri: al punto che, nel 2009 una nota azienda produttrice di cosmetici è stata multata per 490mila euro dall’Antitrust per aver utilizzato dati scientifici inventati negli spot pubblicitari utilizzati per promuovere una serie di creme e trattamenti per la cellulite [10].
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