Senza sintomi è inutile fare il tampone?

4 Febbraio 2022 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Senza sintomi è inutile fare il tampone“Serve il tampone, e il tampone è merce rarissima e sempre più ricercata in queste ore di caos dentro e fuori dagli ospedali. La corsa è ricominciata: dove le code erano andate un po’ scemando nei primi giorni dell’anno, hanno ricominciato a formarsi. In mezzo Paese, invece, non si sono mai esaurite” [1]. Nelle ultime settimane servizi televisivi e quotidiani documentano la “corsa al tampone” che per molte persone continua a essere un’opzione possibile per chi ancora non intende beneficiare della vaccinazione.

Al di là della normativa, è giustificato che le persone a minor rischio di Covid-19 si sottopongano al tampone quando non presentano sintomi, solo per prudenza o per monitorare la propria salute?

È una domanda importante e sta generando un confronto interessante che ha anche implicazioni etiche.

Dottore, cosa c’entra l’etica in una questione del genere?

La diffusione della variante Omicron ha causato un forte aumento della domanda di test: negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha promesso la distribuzione di 500 milioni di kit a partire da gennaio 2022 [2]. La nazione nordamericana è seriamente in crisi [3]. Ma le difficoltà sono avvertite anche in diversi Paesi europei [4]. In una situazione di scarsità di risorse, le persone che non presentano particolari fattori di rischio dovrebbero rinunciare al test, così da permettere di eseguirlo a chi ne ha maggiore bisogno [2].

Inoltre, come scrive un noto medico e opinionista statunitense su The Atlantic, “abbiamo raggiunto un punto della pandemia in cui i test diagnostici sono essenziali dal punto di vista medico. Non è mai stato così importante per i pazienti vulnerabili sapere, il prima possibile, di essere infetti. Ogni tampone non necessario che viene consumato si traduce in un tampone in meno disponibile per scopi più importanti, come la diagnosi di un’infezione sintomatica” [2].

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Ma fare un tampone, anche senza sintomi, non può contribuire a interrompere la diffusione di Covid-19?

Senza sintomi è inutile fare il tamponeSì. Sottoporre al test le persone a basso rischio può spezzare le catene di infezione che alla fine possono raggiungere i più vulnerabili. Forse, però, servirebbe usare un po’ di buon senso. “Può essere una buona idea far fare il test ai propri figli prima di andare a trovare la nonna, ma controllarli dopo ogni interazione fugace o all’aperto con qualcuno che potrebbe essere stato contagiato offre un vantaggio marginale” [2].

Senza contare che le novità nella terapia farmacologica di Covid-19 rendono indispensabile la diagnosi tempestiva della malattia nelle persone a rischio, candidate per ricevere nuove terapie, per cui è bene che il test sia sempre disponibile elettivamente per questi casi.

Dottore, a quali terapie si riferisce?

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha avviato la valutazione della domanda di autorizzazione all’immissione in commercio per l’antivirale orale Paxlovid, indicato per il trattamento di Covid-19 da lieve a moderato [5]. Ne abbiamo parlato anche nella scheda “Ci sono farmaci per Covid-19?”. Dagli studi presentati alle autorità regolatorie, questo farmaco sembra poter prevenire fino all’88% dei ricoveri o decessi nelle persone che iniziano ad assumerlo entro cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi. In definitiva, ridurre la probabilità di ottenere un tampone a pazienti a rischio che potrebbero avere bisogno di una terapia tempestiva potrebbe non essere eticamente giustificato: “Evitiamo che la limitata scorta di test a disposizione finisca a persone che vogliono solo sapere se possono andare a trovare gli amici o andare all’opera” ha dichiarato Walid Gellad, professore di Medicina all’Università di Pittsburg [2].

Va detto, però, che due anni di pandemia ci hanno insegnato che molte convinzioni possono essere riconsiderate alla luce dei diversi contesti dove le stesse dovrebbero essere applicate. Restando sul tema dei test, laddove non ci siano condizioni di scarsità di kit diagnostici anche i test antigenici possono giocare un ruolo significativo.

Quando e perché può essere invece importante ricorrere al test rapido antigenico?

Senza sintomi è inutile fare il tamponeTre autori statunitensi sottolineavano nel settembre 2020 [6] come un test “che può essere ripetuto diverse volte a settimana, in autonomia, in una popolazione asintomatica e restituisce risultati in tempo praticamente reale, è molto più indicato per questo scopo dei test RT-PCR”, i cosiddetti test molecolari. Nel virgolettato troviamo le parole usate da Chiara Sabelli in un articolo pubblicato su Scienza in rete e al quale rimandiamo per approfondimenti [7].

“Il fatto che i test rapidi raggiungano sensibilità soddisfacenti quando è più probabile che le persone infette siano contagiose” precisa Chiara Sabelli “li rende uno strumento estremamente utile per abbassare il rischio di trasmissione nei Paesi in cui la vaccinazione ha permesso di riaprire le scuole, gli uffici, di riprendere gli eventi culturali e sportivi in presenza. Chiaramente deve essere concepito in sinergia con altre misure di contenimento, come l’uso delle mascherine e la ventilazione frequente degli ambienti” [7].

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Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
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