25 Ottobre 2019 di Ulrike Schmidleithner

Post hoc ergo propter hoc: il rapporto di causa-effetto

Una delle cose più difficili da far comprendere è che quando l’evento B capita dopo l’evento A l’unica cosa sicura è che c’è una correlazione temporale, mentre non è per niente scontato che ce ne sia una di causa-effetto.

Ci sono situazioni in cui è chiaro che l’evento A causa l’evento B. Ne faccio due esempi:

Se camminando si calpesta la buccia di una banana e si cade, è facile capire che cosa ha causato la caduta. Era anche facile capire che cosa ha fatto naufragare il Titanic nella notte tra il 14 e 15 aprile del 1912.

Molto più complesso diventa se ore, giorni, settimane o mesi dopo una vaccinazione si manifesta per la prima volta una patologia. In questo caso non è per niente scontato che ci sia un collegamento causa-effetto, però il nostro cervello è stato progettato per trattare con il primo tipo di situazioni (buccia di banana > caduta, iceberg > naufragio del Titanic). Automaticamente cerchiamo sempre delle spiegazioni, costruiamo collegamenti anche dove non ci sono e creiamo piccole storie. Ah! Quanto ci piacciono le storie!

Il discorso cambia quando invece B succede prima di A, è come se si cadesse e mentre ci si alza si notasse una buccia di banana a dieci metri di distanza, in un punto del nostro percorso dove non eravamo ancora arrivati. Probabilmente nessuno si sognerebbe di correlare le due cose e dare la colpa della caduta alla buccia di banana, ma si cercherebbe un’altra spiegazione, perché una cosa è sicura: vogliamo una spiegazione, a tutti i costi! A volte anche a rischio di trovare un capro espiatorio. Un tipico esempio di questo tipo di spiegazioni ad hoc è quello di attribuire ai vaccini l’aumento delle diagnosi dello spettro autistico.

Questo problema ha accompagnato le vaccinazioni fin dalla loro nascita, come dimostra il seguente esempio che proviene da un libro tedesco del 1925, “Heilwesen der Gegenwart”, che ho trovato anni fa in un mercato delle pulci. È scritto dal Prof. Dr. Adolf Gottstein, un luminare all’inizio del secolo scorso. Nel paragrafo che ho tradotto si sfoga un po’ sugli antivaccinisti dei suoi tempi ed è interessante da leggere soprattutto per questo. In quel periodo i gruppi contrari alla vaccinazione contro il vaiolo erano fieri di chiamarsi proprio Impfgegner (antivaccinisti) mentre quelli di oggi tendono a negare come propria la caratteristica che li contraddistingue dalle persone a favore delle vaccinazioni.

Ecco quello che scrive il prof. Gottstein (da considerare che lui si riferisce al vaccino antivaiolo, che era il primo vaccino in assoluto e causava molto più spesso reazioni rispetto a quelli che ricevono i nostri figli. Quindi attenzione: le reazioni descritte in questo vecchio testo non riguardano i vaccini dell’attuale calendario vaccinale):

“E ora qualche parola sulle obiezioni da parte degli antivaccinisti.

Loro considerano le vaccinazioni un intervento dannoso per la salute e correlano a queste in modo arbitrario una serie di malattie.

È vero che la vaccinazione dopo sette-nove giorni causa sintomi febbrili e infiammazioni locali, ma queste passano quasi sempre senza conseguenze.

Se il punto di inoculazione non viene trattato in modo corretto, in qualche caso possono svilupparsi gravi irritazioni della ferita e, a causa di sfortunate coincidenze, anche malattie che minacciano la vita.

Tali eventi sono straordinariamente rari, casi isolati.

Anche il numero di segnalazioni in associazione temporale con le vaccinazioni e quello dei sospetti danni da vaccino indagati è estremamente basso rispetto alle milioni di vaccinazioni che vengono eseguite ogni anno; inoltre nella maggioranza di questi si tratta di disturbi del tutto irrilevanti.

Per ogni milione di vaccinazioni si segnalano due eventi avversi gravi.

Per quanto riguarda le malattie che a volte compaiono dopo la vaccinazione, si può comprendere che l’autoinganno o l’ignoranza possano facilmente indurre a convincersi che la colpa sia del vaccino, a maggior ragione è da perdonare una mamma se correla qualsiasi malattia insolita del lattante, e anche i frequenti problemi di salute tipici dell’infanzia, alla vaccinazione che le ha precedute; però allo sfruttatore professionale di questi incidenti non si concede questa attenuante.

Ricordo un caso, avvenuto all’inizio della mia carriera, di un lattante che si ammalò proprio durante quel significativo nono giorno dopo l’appuntamento vaccinale, e poco tempo dopo sviluppò i sintomi di una meningite tubercolare. Purtroppo nella terza settimana morì. Questa particolare patologia ha naturalmente cause completamente diverse dal vaccino.

Nessuno però ne farà una colpa alla madre se correla un evento così triste alla vaccinazione fatta poco tempo prima, e anche un medico potrebbe chiedersi se la febbre generata dal vaccino possa aver accelerato il destino, anticipando una malattia che lo minacciava già da molto tempo.

Per puro caso un acquazzone ha fatto decidere a questa madre di rimandare la vaccinazione e il bambino si è ammalato senza essere stato vaccinato.

Le organizzazioni antivaccinali con le loro riviste, aizzando sistematicamente contro le vaccinazioni, si assumono una grave colpa, che è ancora più grande perché la maggior parte delle affermazioni che si leggono nel “Der Impfgegner” = “L’antivaccinista” (ndt. una rivista tedesca pubblicata nel diciannovesimo e inizio ventesimo secolo dagli antivaccinisti) è talmente priva di logica che solo chi è veramente ignorante può cascarci. Avere a che fare con l’antivaccinista professionale non è un compito piacevole.”

Bibliografia

Gottstein A, Das Heilwesen der Gegenwart – Gesundheitslehre und Gesundheitspolitik, Deutsche Buch-Gemeinschaft GmbH, Berlin 1925

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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