È sicuro affidarsi a dispositivi digitali per monitorare la salute? Si possono comprare online test diagnostici per proteggersi dalle infezioni? E i farmaci da banco sono sempre sicuri? Su temi come questi si riflette collettivamente durante l’International Self-Care Day, che ricorre ogni anno il 24 luglio.
È importante discuterne perché l’auto-cura è una pratica in espansione: include azioni di prevenzione, monitoraggio di condizioni croniche e uso autonomo di strumenti sanitari. Un fai-da-te che richiede, però, consapevolezza e attenzione e non sostituisce l’intervento professionale.
Che cosa si intende per auto-cura?
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’auto-cura (self-care) è la capacità delle persone di gestire alcuni aspetti della propria salute in autonomia. In questo ampio contenitore, dunque, c’è un po’ di tutto.
Immaginiamo, ad esempio, di entrare in una farmacia o parafarmacia: molti degli acquisti che non necessitano di una prescrizione (e spesso nemmeno del consiglio) del medico potrebbero intendersi come auto-cura. Tra questi: farmaci di automedicazione, test per l’autodiagnosi e strumenti per seguire il decorso di patologie croniche che possono essere utilizzati anche senza la supervisione diretta di un medico. L’auto-cura include, inoltre, le abitudini e le scelte di vita mirate alla prevenzione [1].
Dottore, l’auto-cura fa bene alla salute?
Come abbiamo detto, nella definizione di auto-cura rientrano diverse cose. Per questo, dare una risposta generale è difficile. Innanzitutto, parlando di prevenzione primaria, è vero che uno stile di vita sano – seguendo un’alimentazione equilibrata, evitando il consumo di alcol, sostanze stupefacenti e tabacco, e facendo attività fisica regolare – fa bene alla salute e aiuta a ridurre la mortalità.
Per quanto riguarda l’utilizzo fai-da-te di test diagnostici, tamponi o altri strumenti dipende dal singolo strumento. Diversi studi dimostrano che in assenza di personale sanitario, la corretta esecuzione degli esami è difficile da accertare [2].
Un discorso a parte meritano gli integratori alimentari, spesso percepiti come innocui o addirittura necessari anche in assenza di una diagnosi. In Italia la spesa pro capite per integratori è tra le più alte d’Europa, ma numerosi studi e linee guida ribadiscono che, in presenza di un’alimentazione equilibrata, non vi è alcun beneficio aggiuntivo derivante dalla loro assunzione.
L’eccesso di fiducia nei confronti di questi prodotti può generare un falso senso di sicurezza, rischiando di ritardare consulti medici o di alimentare pratiche poco utili. Anche gli integratori, quindi, vanno utilizzati solo quando realmente indicato, preferibilmente su consiglio di un professionista sanitario.
Dottore, può farmi qualche esempio?
Test domiciliari fai-da-te sempre più utilizzati sono, ad esempio, quelli per le infezioni sessualmente trasmissibili come quelle da papilloma virus e l’HIV. Per eseguirli è richiesto un auto-prelievo con un piccolo tampone da inserire poi in una provetta. In alcuni casi bisogna poi consegnare la provetta in un centro analisi o in specifiche farmacie, ma in diversi negozi online si possono acquistare tamponi che promettono risultati in pochi minuti. Attenzione perché la sicurezza dell’esito non è garantita [2, 3]. Proprio per questo, a differenza di quanto accade negli Stati Uniti, le autorità sanitarie italiane non hanno approvato alcun dispositivo per la raccolta e l’analisi fai-da-te di campioni di questo tipo.
Restando in argomento, il preservativo è uno strumento di auto-cura sicuramente efficace nel ridurre la trasmissione di malattie sessualmente trasmissibili.
Esistono invece test di self-care affidabili?
Sono molto diffusi gli strumenti per monitorare le condizioni dei pazienti cronici già in cura, che necessitano di un controllo costante dei parametri. Due esempi, legati a dispositivi che si possono utilizzare in casa:
- lo strumento per la misurazione della pressione arteriosa (chiamato sfigmomanometro);
- lo strumento per il monitoraggio della glicemia (chiamato glucometro).
Numerosi studi confermano l’utilità e, in certi casi, l’indispensabilità di questi strumenti per la prevenzione e la gestione di specifiche condizioni [4]. È raccomandabile acquistarli nelle farmacie, parafarmacie e negozi di articoli sanitari, verificando la marcatura CE, garanzia di sicurezza nell’Unione Europea.
Più delicato, invece, è il tema dei dispositivi digitali, indossabili o meno, per monitorare l’attività cardiaca; nel caso della fibrillazione atriale, come abbiamo spiegato nella scheda “La fibrillazione atriale può essere diagnosticata da una app?”, il valore clinico è incerto.
Dottore, cosa mi dice delle app?
Come i dispositivi di autodiagnosi online, anche molte app per il benessere, la dieta o monitoraggio della salute presentano criticità sull’affidabilità. Ne avevamo parlato a proposito delle app per registrare i dati del ciclo mestruale.
Quali sono, invece, i rischi dei farmaci di automedicazione?
Anche l’automedicazione richiede cautela e consapevolezza: i farmaci da banco sono efficaci e sicuri, frutto di rigorosi studi scientifici e controlli, ma possono avere effetti collaterali o interazioni con altri medicinali.
Dottore, quindi cosa ne pensa degli strumenti di auto-cura?
Gli strumenti di auto-cura hanno un grande potenziale nell’aiutare i sistemi sanitari di tutto il mondo nella gestione di pazienti con malattie croniche, nell’informare la popolazione, nell’offrire servizi accessibili a tutti. Bisogna, però, fare attenzione: l’auto-cura non deve essere un’alternativa all’assistenza sanitaria, ma un complemento. L’utilizzo di questi strumenti deve sempre essere svolto dopo averne parlato con il proprio medico.
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