Oste, il vino è buono?
Durante le innumerevoli discussioni con persone che non credono al valore delle vaccinazioni, uno dei commenti più frequenti è stato il riferimento al detto “Oste, il vino è buono?”.
È naturalmente vero che l’oste è una persona troppo coinvolta personalmente per dare una valutazione oggettiva dei fatti, perché vendere i propri prodotti è il suo sostentamento. Perciò è prudente non fidarsi troppo del suo giudizio per quanto riguarda il vino che ci vorrebbe servire.
Quando gli scettici usano questo argomento per giustificare la loro avversione verso i vaccini utilizzano i dati positivi di efficacia e sicurezza, forniti dai produttori, come prova che il vino è cattivo a prescindere, per il solo fatto che non ci si può fidare dell’oste. Ma il vino potrebbe in realtà essere ottimo, e non è impossibile che l’oste abbia ragione quando loda il proprio prodotto.
Per quanto riguarda la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, infatti, prima che vengano usati su larga scala nella popolazione, non ci si limita ovviamente a “chiedere all’oste” – cioè a chi li ha sviluppati e prodotti – se corrispondono agli standard di qualità. Ci sono tanti esperti indipendenti che controllano in modo molto scrupoloso tutti gli aspetti importanti prima di approvare e poi raccomandare la vaccinazione per le persone e le fasce di età per cui si è accertato un rapporto favorevole di beneficio/rischio.
Anche dopo la commercializzazione centinaia o migliaia di esperti in tutto il mondo monitorano l’andamento e tutto viene comunicato con trasparenza. È vero che la comunicazione non è sempre ottimale: a volte ad esempio ci si dimentica che un dato che per un addetto ai lavori è facile da interpretare in modo corretto, mentre per un cittadino può suonare allarmante. È molto importante mettersi sempre nei panni delle persone che non hanno lo stesso livello di competenze, altrimenti potrebbero sopravvalutare un rischio rarissimo di un vaccino e decidere di rinunciare a questa forma di prevenzione, senza rendersi conto che facendo così si espongono a un rischio molto maggiore, se la malattia prevenibile con il vaccino venisse contratta da loro o dai loro figli.
Purtroppo chi è contrario ai vaccini si fida degli esperti soltanto nella misura che gli conviene, selezionando tutto quello che suona negativo e rigettando ogni spiegazione con cui gli esperti cercano di mettere ciascuna informazione nel contesto generale. Nella maggior parte dei casi i rari rischi di un determinato vaccino sono superati dai benefici che offre. In genere sono reazioni temporanee, perfettamente trattabili e autolimitanti. Se si mettono sull’altro piatto della bilancia i rischi che si corrono in caso di infezione con il virus o il batterio, il bilancio è ampiamente a favore del vaccino.
Stranamente le stesse persone che sono tanto pignole per quanto riguarda i rari rischi dei vaccini, e che evocano lo spettro dell’oste e il suo vino – che per loro è sempre e comunque cattivissimo e probabilmente anche avvelenato – tralasciano di prendere seriamente in considerazione i rischi reali e molto maggiori delle malattie prevenibili con le vaccinazioni. Questa distorsione della realtà è costata la vita a molte persone, nel corso della storia e anche durante l’attuale pandemia.
Nell’articolo “Chi ha aiutato il tenente Colombo?” ho usato il personaggio di un episodio della serie poliziesca “Il tenente Colombo” per sottolineare l’importanza di avvalersi di qualcuno più esperto di noi in una determinata materia. In quel caso il Sig. Carsini, un rinomato sommelier, dopo aver assaggiato un porto di un’ottima annata, esclama con grande enfasi che quel prezioso vino era stato rovinato da una temperatura troppo alta. Rappresenta un vero esperto che esprime un giudizio sul vino servito dall’oste. È questo a cui mirava Colombo. Sapeva perfettamente che se l’avesse chiesto al reale oste (che, senza saperlo, era lo stesso Carsini), la risposta non avrebbe avuto nessun valore. Carsini, se avesse saputo che la bottiglia proveniva in realtà dalla propria cantina, mai avrebbe fatto sapere ai presenti che il porto era stato rovinato dal calore, perché questo avrebbe fatto saltare il suo alibi. Sarebbe diventato il classico oste che loda il proprio vino, mentendo.
Qualcuno obietterà forse che allora non ci si può nemmeno fidare dei veri esperti, visto che anche loro possono essere prevenuti o qualcuno addirittura disonesto. Non abbiamo proprio scampo? Dobbiamo affidarci ai dadi oppure al nostro intuito e raccogliere, solo dopo aver preso posizione, le opinioni che confermano i nostri pregiudizi?
La soluzione è il metodo scientifico con cui si riesce a ridurre al minimo gli errori di valutazione e tenere sotto controllo i pregiudizi. Per fare un esempio molto banale, si potrebbe stabilire la qualità organolettica di un vino con un test che prevede che alcuni sommelier debbano dare un voto, dopo aver assaggiato alcuni vini, senza sapere di quali si tratta. Questo è necessario perché è stato accertato che già solo vedere l’etichetta può avere un’influenza sul voto, anche senza che si presenti il famoso oste con le sue lodi.
Spesso chi è contrario ai vaccini giudica l’etichetta (basta la parola “vaccino”) e li rifiuta a priori, senza approfondire il parere della comunità scientifica. Se almeno leggessero per bene l’etichetta “malattia infettiva”… ma la prima caratteristica del pregiudizio è quella di non lasciarsi distrarre dai fatti. Il “vino” per loro è cattivo per il solo fatto che esiste un oste da qualche parte nel mondo, e continuerebbero a considerarlo cattivo (senza nemmeno assaggiarlo) anche se migliaia di esperti indipendenti lo giudicassero di ottima qualità.
Chi ci tiene alla propria salute e a quella dei propri cari fa bene a prendere una decisione che è basata sul parere della comunità scientifica, perché è molto difficile immaginare che tutti questi esperti si siano messi d’accordo con lo scopo di nuocere all’umanità. Anche se dobbiamo essere consapevoli che la perfezione non esiste, soprattutto nel corso di una pandemia con le sue tante incognite, è comunque molto meglio non affidare la salute a singoli profeti che si comportano come se fossero leader di una crociata, e che con granitica sicurezza sono contrari a tutto quello (che siano le vaccinazioni o altre misure di sicurezza e prevenzione) che le istituzioni raccomandano.
Argomenti correlati:
La Rubrica della MammaVaccinazioniVaccini