La mononucleosi è la malattia causata dal virus Epstein-Barr (EBV), uno degli agenti patogeni tra i più comuni. Entrare in contatto con questo virus è molto facile e accade soprattutto nell’infanzia: il 95% degli esseri umani ne è portatore. Il virus rimane “nascosto” nell’organismo e solo in alcuni casi si manifesta con sintomi talvolta importanti, sebbene superabili.
Dopo la guarigione c’è il rischio che il virus si riattivi? Un po’ come accade a chi soffre periodicamente di herpes labiale? La “malattia del bacio”, come viene comunemente chiamata la mononucleosi, appartiene alla stessa famiglia di virus dell’herpes ma la riattivazione è molto rara.
Dottore, ho avuto la mononucleosi: c’è il rischio che mi ammali di nuovo?
La maggior parte delle persone che ha contratto il virus Epstein-Barr avrà la mononucleosi solo una volta. Oppure mai: essere portatore del virus non implica lo sviluppo della malattia. Sono tantissimi i casi di mononucleosi asintomatica o con sintomi talmente lievi da essere “archiviati” come un mal di gola passeggero.
Che la malattia si riattivi è un evento ancora più raro, ma possibile [1]. Per questo, è bene monitorare la guarigione, anche a lungo termine, e fare attenzione ai sintomi per tutto l’arco della vita. Possono passare mesi o anni prima di una recidiva. Ancora più raramente potrebbe accadere che la malattia si cronicizzi, cioè che l’infezione diventi cronica, con sintomi che persistono [1].
In caso di recidiva, la mononucleosi è più grave?
Non ci sono differenze nella gravità dei sintomi. Tuttavia è difficile studiare questo aspetto perché i sintomi della mononucleosi sono comuni ad altre patologie molto diffuse.
In generale, il primo segnale per comprendere che il virus ha innescato l’infezione è un mal di gola improvviso, con tonsille arrossate e ricoperte di una patina grigio-biancastra. Nei giorni seguenti, insieme a una febbricola, si può notare come i linfonodi di collo, ascelle e inguine siano ingrossati e dolorosi. Il tutto è accompagnato da una forte stanchezza.
Questi sintomi scompaiono, di solito, entro 2-4 settimane. Solo in pochi casi si aggiungono problemi più gravi che possono coinvolgere la milza o il fegato [2].
Dottore, è vero che non esistono cure?
Il virus Epstein-Barr è molto antico, risale a 100 milioni di anni fa, e non è mai scomparso. Ha sviluppato la capacità di resistere e raggiungere ogni area geografica [3]. Nonostante questa larghissima diffusione, non sono ancora disponibili trattamenti specifici. Non è utile assumere antivirali, che sono invece efficaci per combattere l’herpes. E neanche gli antibiotici sono efficaci.
Bisogna rimanere a riposo e ricorrere, quando necessario, a farmaci antinfiammatori contro la febbre e i dolori ghiandolari [2].
Come posso accertarmi che sia mononucleosi e non, per esempio, faringite?
Per prima cosa occorre ricercare gli anticorpi contro gli antigeni del virus di Epstein-Barr:
- Gli IgM, che indicano la presenza di un’infezione in corso
- Gli IgG, che segnalano un’infezione contratta in passato [2]
Per comprendere al meglio il quadro clinico, il Medico di Medicina Generale può consigliare anche altre analisi di laboratorio come l’emocromo, le transaminasi, la birilubina.
Esiste anche il monotest, per rilevare la positività o la negatività alla malattia, ma è preferibile verificare IgM e IgG.
Il virus si può sconfiggere?
Una volta che si è stati a contatto con EBV, così come dopo la guarigione dalla mononucleosi, il virus rimane silente, inattivo. Il sistema immunitario di una persona sana riesce a tenerlo sotto controllo. Epstein-Barr si insedia per tutta la vita in alcune cellule del sangue (linfociti B) e nei tessuti linfatici. Se ne trova traccia nelle secrezioni orofaringee, cioè nella saliva, e nell’espettorato della tosse [4].
La ricaduta si può evitare?
I meccanismi che portano alla riattivazione non sono ancora chiari. Alcuni fattori scatenanti possono contribuire:
- Lo stress
- Un sistema immunitario indebolito
- L’assunzione di immunosoppressori
- I cambiamenti ormonali come la menopausa
Sarà necessario indagare ancora per capire come evitare la cronicizzazione della malattia e per prevenire conseguenze più gravi [5].
È, invece, inutile assumere integratori che promettono di prevenire la riattivazione della mononucleosi. Complessi multivitaminici, rimedi naturali, prodotti per “rinforzare il sistema immunitario”, come abbiamo già visto nella scheda “Vitamine e supplementi dietetici ‘aiutano’?”, vengono prescritti solo in casi specifici. In generale, comunque, il “fai da te” è da evitare.
E se mi vaccinassi?
Attualmente non esistono vaccini in grado di immunizzarci contro il virus di Epstein-Barr. Sono in atto ricerche per svilupparli, ma siamo ancora lontani dai test sull’uomo necessari per valutare l’efficacia [6].
Il vaccino, inoltre, sarà fondamentale per ridurre il rischio di numerose tipologie di tumore. L’EBV, infatti, è un oncovirus, cioè un virus oncogeno: potrebbe favorire lo sviluppo di tumori dello stomaco e del sangue, di leucemie e di linfomi [7].
Ottenere un vaccino sarà importante anche per diminuire uno dei fattori di rischio della sclerosi multipla. Come abbiamo visto nella scheda “Il virus della mononucleosi provoca la sclerosi multipla?”, secondo gli studi più recenti, i portatori del virus di Epstein-Barr hanno un rischio oltre trenta volte maggiore di sviluppare sclerosi multipla rispetto a chi non lo ha mai incontrato.
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