La menopausa può provocare dolori alle articolazioni?

4 Ottobre 2023 di Maria Cristina Valsecchi

I dolori articolari sono uno dei più comuni disturbi associati alla menopausa [1]. Ne soffre dal 40 al 60% delle donne che attraversano questa fase della vita e per il 20% di loro è il disturbo preponderante. Le articolazioni coinvolte più spesso sono quelle delle mani, delle ginocchia, delle anche e delle vertebre lombari. Il fenomeno può manifestarsi sia in caso di menopausa naturale, sia di menopausa precoce dovuta a un intervento chirurgico o indotta da farmaci.

Talvolta il dolore è transitorio e si risolve spontaneamente a distanza di qualche anno dalla scomparsa del ciclo, talvolta segnala l’insorgenza di un’artrosi, una degenerazione delle articolazioni di origine infiammatoria che progredisce col tempo. L’artrosi è una patologia tipica dell’età avanzata [2]. Dopo gli 80 anni ne soffrono quasi tutti in forma più o meno pronunciata.

Nella donna, l’incidenza aumenta in modo significativo proprio in concomitanza con l’età media della menopausa (tra i 48 e i 52 anni). Il rischio di subire nel corso della vita un intervento di sostituzione dell’articolazione del ginocchio a causa di artrosi è superiore per le donne che sono andate in menopausa precocemente, probabilmente perché la degenerazione delle articolazioni ha avuto più tempo per progredire.

Dottore, come mai la menopausa provoca dolori alle articolazioni e favorisce l’insorgenza dell’artrosi?

Le cellule dei diversi tessuti che formano le articolazioni esprimono recettori per gli ormoni sessuali femminili [1]. Ciò significa che sono sensibili all’azione di estrogeni e progesterone. L’abbassamento della concentrazione di estrogeni e progesterone che si verifica con la menopausa può indurre un’infiammazione delle articolazioni, dolore e talvolta l’avvio di un processo degenerativo, quando c’è una predisposizione familiare in tal senso e altri fattori di rischio come il sovrappeso e traumi pregressi alle articolazioni.

Inoltre, gli ormoni sessuali femminili agiscono su alcune aree del cervello e sul sistema nervoso periferico modulando la percezione e la trasmissione del dolore. Infine, altri disturbi caratteristici della menopausa, come le alterazioni del tono dell’umore e la cattiva qualità del riposo notturno possono acuire la percezione del dolore alle articolazioni.

Si ritiene che il dolore alle articolazioni sia dovuto al cambiamento della concentrazione degli ormoni sessuali più che al valore assoluto della concentrazione. Ecco perché il disturbo spesso cessa spontaneamente dopo qualche tempo dalla menopausa, quando la concentrazione smette di fluttuare e si assesta a livelli bassi ma stabili. Ed ecco perché i dolori sono più frequenti quando la menopausa è indotta improvvisamente da un intervento chirurgico o un trattamento farmacologico.

Dottore, la terapia ormonale sostitutiva può essere utile?

Con terapia ormonale della menopausa si intende la somministrazione di ormoni estrogeni, eventualmente combinati con progestinici, per compensare l’abbassamento della loro concentrazione a causa della menopausa. Non sono stati condotti studi specifici sugli effetti della terapia ormonale sostitutiva nel trattamento dei dolori articolari in menopausa e sulla possibilità di prevenire o arrestare la degenerazione delle articolazioni e l’insorgenza dell’artrosi [1,3]. Esistono, però, studi sui benefici della terapia ormonale per le donne che soffrono di disturbi di vario tipo associati alla menopausa. Da queste ricerche risulta anche un’attenuazione dei dolori articolari.

Sia le linee guida della North American Menopause Society [4] che quelle della Società Italiana della Menopausa e della Società Italiana di Ginecologia della Terza Età (5] raccomandano di prescrivere la terapia ormonale sostitutiva solo a pazienti che manifestino dei disturbi correlati alla menopausa e non a donne asintomatiche. L’opportunità di prescriverla deve essere valutata caso per caso, informando la diretta interessata su benefici e rischi.

La terapia, secondo le linee guida, dimostra efficacia nel mitigare disturbi vasomotori, come le vampate di calore, disturbi genitourinari, come la secchezza vaginale e il dolore durante i rapporti sessuali, e anche i dolori articolari. In linea di massima, i benefici della terapia ormonale in presenza di disturbi superano i rischi entro i 60 anni di età ed entro i 10 anni dalla scomparsa del ciclo. L’opportunità di interromperla tra i 60 e i 65 anni deve essere valutata dal medico con la paziente caso per caso.

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Autore Maria Cristina Valsecchi

Maria Cristina Valsecchi lavora come giornalista scientifica freelance per diverse testate, occupandosi principalmente di salute riproduttiva e salute materno-infantile. Con la collega Valentina Murelli ha creato il sito web indipendente di informazione sulla salute della donna “Eva - Sapere è potere” (https://evasaperepotere.wordpress.com/).
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