Perché si va dal medico? Per noi o per un’altra persona? Si tratta di un amico o di un familiare? Ancora più complesso il caso in cui si va dal medico per un figlio, specie se minore. E poi è necessario considerare se c’è già una diagnosi e si va dal medico per farsi prescrivere una terapia, farmacologica o chirurgica, oppure se ci si reca dal medico perché si hanno dei disturbi e si vuole avere una diagnosi. In questo caso il medico può essere quello di famiglia o uno specialista, che nella maggior parte dei casi non ci conosce.
Qualunque sia il motivo per cui ci si reca dal medico è importante porre le giuste domande. Non bisogna avere fretta e lasciare anche al professionista il tempo di pensare e di orientarsi sulla persona che gli sta di fronte, specie se non la conosce. L’approccio del paziente può influenzare il comportamento del medico, e viceversa, perché l’atto medico è innanzitutto una relazione. Per tale ragione è importante partire dalle domande.
Oggi sempre più spesso il paziente, prima di recarsi dal medico di famiglia o dallo specialista, cerca le risposte alle sue domande online o da amici e conoscenti e quindi può avere un’idea sbagliata della sua malattia e dei suoi disturbi. In alcuni casi, poi, l’eccesso di informazioni, non certificate e spesso non corrette, può indurre in lui la sensazione di conoscere l’argomento.
Cosa possiamo chiedere al medico?
Teoricamente si può fare qualsiasi tipo di domanda, purché appropriata e relativa al proprio stato di salute o alla propria storia di malattia. Ma qual è la domanda appropriata?
Occorre tener presente che il professionista ha un tempo a disposizione che spesso è molto limitato, quindi è preferibile organizzare le domande secondo un criterio di priorità. È utile riuscire a essere chiari e sintetici senza omettere nulla, e prepararsi già a casa con calma un piccolo promemoria delle richieste da fare perché spesso di fronte al professionista si rischia di dimenticare una parte delle domande.
In sintesi:
Se si fa la visita in seguito a sintomi e disturbi
Occorre cercare di essere chiari ed esporre i disturbi principali tralasciando i particolari e le considerazioni personali. Occorre informare il professionista del proprio stato di salute precedente, della data approssimativa della comparsa dei disturbi e dell’entità dei medesimi. Da evitare conclusioni personali e tentativi di diagnosi. Nell’eventualità che il medico proponga l’effettuazione di esami diagnostici può essere utile chiedere quali malattie vengono diagnosticate con i test proposti, la precisione dei suddetti test e eventuali falsi positivi e/o negativi, se la malattia che intende diagnosticare può essere curata e/o guarita, se gli esami richiesti possono creare rischi o effetti indesiderati.
Se si va dal medico già con una diagnosi e pertanto si ha necessità di una terapia
Occorre informarlo delle eventuali intolleranze e allergie, delle possibili problematiche ad assumere i farmaci e richiedergli (eventualmente prendendo appunti) la posologia, i tempi e le modalità di assunzione dei farmaci e gli eventuali effetti collaterali; inoltre se il trattamento può interferire con il proprio stile di vita e l’attività lavorativa. Infine se occorre evitare qualche tipo di cibo o bevanda durante l’assunzione. Non ultimo eventuali altre terapie in corso.
In caso di terapia chirurgica sede dell’intervento, rischi e benefici del medesimo, trattamenti ulteriori, eventuali complicanze, periodo di degenza, periodo di convalescenza, tempi di recupero, eventuali esiti permanenti. Senza timore chiedere se è opportuno un secondo parere e farsi dare indicazioni in merito.
Nel caso il paziente sia un nostro familiare
Alle precedenti domande si potranno aggiungere quelle riguardanti le modalità e tempi di assistenza.
Più problematico è il caso in cui il paziente sia il proprio figlio e sia minore. Si aprono infatti molti dilemmi quali il consenso del minore e il consenso informato.
È importante ricordare che è sempre utile chiedere al medico di ripetere e/o chiarire le informazioni che ha dato durante la visita in modo da comprenderle meglio, verificarle e avere maggior sicurezza. Talora può essere utile farsi accompagnare alla visita da una persona di fiducia.
Bibliografia
- Richard Lehman, BM, BCh, MRCGP “Sharing as the Future of Medicine”, JAMA Intern Med. 2017;177(9):1237-1238. doi: 10.1001/jamainternmed.2017.2371
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