L’inquinamento compromette la fertilità?

26 Giugno 2023 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Esistono decine di migliaia di studi sui danni dell’inquinamento sull’organismo umano. L’intera popolazione mondiale vive esposta a questi rischi, con ripercussioni sulla salute di tutti gli organi, compresi quelli riproduttivi. Le minacce alla fertilità – femminile, maschile e di coppia – sono però ancora poco indagate.

Dottore, è vero che l’infertilità sta aumentando?

L’inquinamento compromette la fertilitàSappiamo che in Italia l’infertilità coinvolge circa il 15% delle coppie, contro una media mondiale del 10-12%. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si parla di patologia se il concepimento non avviene dopo 12/24 mesi di rapporti sessuali regolari, mirati e non protetti. Può dipendere dalla donna, dall’uomo o da entrambi (infertilità di coppia) [1].

Una ricerca che ha analizzato le tendenze dal 1990 al 2012 afferma che le coppie alle prese con problemi di fertilità sono sempre di più: i 42 milioni del 1990 sono diventati 48 milioni e mezzo al momento dell’indagine. Le motivazioni però non riguardano solo la salute della donna e dell’uomo. Entrano in gioco le preferenze personali, come la scelta di non avere figli o averne di meno rispetto al passato. E, se consideriamo i numeri assoluti, conta anche la crescita della popolazione [2].

Si può comunque affermare che l’inquinamento impatti sulla fertilità umana?

L’esposizione a sostanze chimiche – pesticidi o antiparassitari, alcuni metalli pesanti, additivi e conservanti negli alimenti industriali, sostanze tossiche nei prodotti di consumo – incide sulla salute riproduttiva [3]. Tra le cause dell’infertilità, questi fattori, detti fattori ambientali, possono giocare un ruolo sempre più importante, sia nel concepimento sia nello sviluppo del feto e nelle fasi iniziali della vita.

Come si studia il fenomeno dell’infertilità?

Non è semplice. Spesso l’infertilità è causata da un insieme di fattori, che inoltre possono variare nel tempo.  In Cina è stato recentemente concluso un ampio studio secondo il quale l’inquinamento atmosferico aumenta il rischio di infertilità in modo significativo [4].

Il 30 per cento delle coppie, secondo i ricercatori dell’Università di Pechino, “ha un’infertilità inspiegabile”, perciò hanno lavorato per capire se l’inquinamento da polveri sottili potesse essere considerato un fattore di rischio. Sono state analizzate 18mila coppie residenti in aree della Cina fra le più contaminate a livello atmosferico.

Per le donne esposte a inquinamento da particolato superiore a 10 µg/m3 (microgrammi per metro cubo), le probabilità di infertilità aumentavano del 20%. L’associazione tra la difficoltà a portare a termine una gravidanza e la presenza allarmante di agenti inquinanti sembra forte. Secondo gli stessi autori della ricerca, tuttavia, sono necessarie indagini più specifiche e a lungo termine, in grado di escludere altre cause.

Dottore, cos’è il particolato?

L’inquinamento compromette la fertilitàDi solito se ne parla anche come di polveri sottili: sono particelle sospese nell’aria che respiriamo, prodotte da eventi naturali o dall’uomo, con la combustione, l’industria e attività casalinghe, anche cucinando.

Per valutare la qualità dell’aria si analizza il PM10, cioè le particelle grandi fino a 10 micron, e il PM2,5. Se il primo tipo può raggiungere, respirando, la gola e la trachea, il pulviscolo più piccolo è in grado di arrivare ai polmoni [5].

A questo rischio se ne aggiunge un altro: molte delle sostanze chimiche presenti nell’aria, infatti, possono entrare nella catena alimentare attraverso la contaminazione del suolo e dell’acqua. In questo contesto, si aggiungono le sostanze tossiche utilizzate nell’agricoltura e nella produzione industriale. L’azione sinergica di diversi inquinanti può aumentare il rischio di sviluppare patologie della riproduzione [6].

Si sa che la Cina è tra i paesi più inquinati: i risultati possono valere altrove?

Sono oltre 70mila gli articoli scientifici [7] che dimostrano come l’inquinamento atmosferico influenzi la nostra salute, anche in aree più attente alla qualità dell’aria. C’è ancora molto da studiare, anche in riferimento a zone con livelli di pericolosità più bassi. Per avere un’idea della varietà di situazioni: il livello di polveri sottili al quale sono state esposte le coppie cinesi era di 57 µg/m3, mentre in una città come Londra la media è di circa 13 µg/m3 [8].

Gli effetti negativi dell’inquinamento sulla fertilità colpiscono più le donne o gli uomini?

Una revisione sistematica ha preso in considerazione più aspetti per indagare su chi fosse maggiormente minacciato [9]. A proposito della salute dell’uomo, si è osservato un declino della qualità degli spermatozoi, in relazione all’esposizione a sostanza tossiche nell’ambiente.

Gli inquinanti ambientali influiscono sulla salute riproduttiva maschile in modo permanente. Negli uomini, però, l’effetto può essere contrastato: si stanno infatti studiando dei metodi per ottenere in laboratorio le cellule staminali degli spermatozoi, quindi quelle cellule che permettono agli uomini di generare migliaia di nuovi spermatozoi ogni pochi secondi, e di diventare padri anche in età molto avanzata.

Al contrario, nelle donne il numero delle cellule riproduttive (chiamate ovociti), è minore e diminuisce ogni anno fino alla menopausa [6].

Dottore, può dirmi qualcosa di più sugli effetti dell’inquinamento sulla salute e fertilità femminile?

Gli studi condotti sulle donne, come l’indagine cinese, sono ancora troppo pochi. Del resto, è più complicato raccogliere e analizzare dati sui gameti (cellule riproduttive) femminili.

Per la complessità della situazione, resta per adesso difficile arrivare a conclusioni chiare, anche perché gli agenti inquinanti non sempre sono gli stessi. Così come sono diverse le popolazioni studiate, la durata e il periodo dell’esposizione.

Conosciamo meglio le patologie derivanti dall’inquinamento che interessano altri organi?

Gli studi sugli effetti dell’inquinamento atmosferico su altri organi sono più numerosi e dettagliati. E non si smette indagare, soprattutto perché si tratta di una “emergenza sanitaria pubblica”, secondo la definizione dell’OMS. Lo stesso ente ha affermato, infatti, che nel 2019 il 99% degli esseri umani viveva in aree inquinate. L’inquinamento atmosferico è considerato tra i principali rischi ambientali per la salute, più degli eventi naturali estremi, del cambiamento climatico, del dissesto idrogeologico [10].

I danni per l’organismo possono manifestarsi in forma acuta o a lungo termine: malattie cardiache, ictus, cancro ai polmoni, malattie respiratorie croniche e acute. Esistono pericoli anche sulla salute del feto e della donna in gravidanza, dal parto prematuro al basso peso del neonato [8]. Ogni anno sono almeno otto milioni le morti premature causate dalla combinazione di inquinamento dell’aria (causato dai trasporti, dall’industria, dall’agricoltura e nella produzione energetica) e domestico (prodotto da diverse combustioni e da agenti chimici per pulizie e costruzioni, per esempio).

Com’è possibile che si determini una malattia?

Respirando, soprattutto. L’esposizione ad agenti inquinanti raggiunge le vie respiratorie e si trasmette all’organismo, causando infiammazione, alterazioni o mutazioni delle cellule, indebolimento del sistema immunitario. Ogni organo del corpo può diventare un bersaglio, quando gli inquinanti penetrano nel flusso sanguigno per poi diffondersi. Si parla quindi di danno sistemico [7,10].

Dottore, come posso evitare di espormi alle fonti inquinanti?

I comportamenti individuali, come indossare mascherine, installare filtri o scegliere percorsi ciclabili, non sono efficaci quanto le politiche destinate all’intera popolazione [11]. Occorrono misure politiche, come l’abbandono della combustione di fossili, l’adozione di energia pulita, alternative agli attuali sistemi di trasporto e di produzione industriale. Per non compromettere la salute riproduttiva è consigliabile adottare uno stile di vita sano, controllare il peso, non fumare, evitare l’alcol e sostanze stupefacenti [12].

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Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
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