In gravidanza non bisogna tenere il cellulare vicino al pancione?

30 Marzo 2022 di Maria Cristina Valsecchi

In gravidanza non bisogna tenere il cellulare vicino al pancione?I telefoni cellulari sono apparecchi ricetrasmittenti, che ricevono e generano onde radio. La ragione per cui si dice che in gravidanza sia meglio tenere il cellulare lontano dall’addome è il timore che le onde radio emesse dall’apparecchio possano nuocere allo sviluppo del nascituro.

Allo stato attuale delle conoscenze in materia, non c’è alcuna evidenza che l’esposizione a onde radio interferisca con l’andamento della gravidanza o con lo sviluppo fetale e non si conosce alcun meccanismo biologico che giustificherebbe queste interferenze.

Le ricerche comunque proseguono: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha commissionato una revisione sistematica della letteratura scientifica sugli effetti dell’esposizione a onde radio in gravidanza, per disporre di dati aggiornati su cui basare le proprie raccomandazioni [1].

Le onde elettromagnetiche sono pericolose?

In gravidanza non bisogna tenere il cellulare vicino al pancione?Nella nostra vita quotidiana siamo continuamente immersi in un bagno di onde elettromagnetiche generate da una moltitudine di sorgenti naturali e artificiali: il sole, il nostro stesso pianeta, qualunque apparecchio attraversato da corrente elettrica, gli elettrodotti, le antenne per la trasmissione radio e televisioni, i cellulari, il Wi-Fi. Sono onde elettromagnetiche la luce visibile, i raggi ultravioletti del sole, le microonde del nostro forno a casa, i raggi X con cui si fanno le radiografie, le onde radio emesse dai cellulari. La differenza tra questi esempi di onde è la frequenza: la luce visibile e gli ultravioletti, per esempio, hanno una frequenza minore rispetto alle onde radio e alle microonde, che a loro volta hanno una frequenza minore rispetto ai raggi X.

La frequenza di un’onda elettromagnetica è proporzionale all’energia che l’onda trasporta. Esiste una separazione netta tra le onde cosiddette “non ionizzanti” e quelle “ionizzanti”. Quelle ionizzanti trasportano energia sufficiente per scalzare via gli elettroni dagli atomi dei corpi con cui interagiscono. Quelle non ionizzanti, invece, non trasportano abbastanza energia per farlo.

Quando colpiscono il nucleo di una cellula, le onde elettromagnetiche ionizzanti, dette anche radiazioni ionizzanti, possono alterare la struttura del suo DNA e innescare la morte della cellula stessa oppure processi ancor più pericolosi, come lo sviluppo di un tumore. L’esposizione a onde ionizzanti in gravidanza è nociva e controindicata, a meno di situazioni in cui non è possibile farne a meno, come quando c’è la necessità di effettuare una radiografia alla gestante, e adottando tutte le precauzioni del caso, per esempio schermando l’addome.

I raggi X sono radiazioni ionizzanti, mentre le onde radio emesse dai cellulari, dal WiFi e dalle antenne radio e TV sono non ionizzanti. L’unico effetto noto delle radiazioni non ionizzanti sui tessuti del nostro corpo è un aumento della loro temperatura, dovuto allo stesso meccanismo fisico che ci permette di cuocere le pietanze col forno a microonde. Tuttavia, il riscaldamento dei tessuti dovuto alla vicinanza di un telefono cellulare non è significativo, non è tale da creare problemi in gravidanza. Al momento non sono noti altri meccanismi che potrebbero spiegare un danno arrecato allo sviluppo fetale da radiazioni non ionizzanti.

(Di onde elettromagnetiche e tumori avevamo già parlato nella scheda “Microonde, cellulari o Wi-Fi fanno venire il cancro?”).

L’uso del cellulare in gravidanza aumenta il rischio di aborto spontaneo?

Nel 2017 i media diffusero una notizia allarmante: secondo uno studio condotto negli Stati Uniti e pubblicato sulla rivista Scientific Reports [2], un maggior uso del cellulare nelle prime settimane di gravidanza avrebbe comportato un aumento del rischio di aborto spontaneo del 270%. Ancora oggi, cercando in rete informazioni sull’impiego del cellulare in gravidanza, ci si imbatte nei vecchi articoli che fanno riferimento a quella ricerca, il che, comprensibilmente, genera preoccupazione.

La notizia diffusa nel 2017 si è rivelata, però, fuorviante a diversi livelli. Innanzitutto, lo studio pubblicato su Scientific Reports non riguardava l’esposizione ai telefoni cellulari, ma a qualunque campo magnetico, di cui veniva valutata l’intensità e non la durata di esposizione. Il fatto che il maggior rischio di aborto spontaneo fosse associato al maggior uso del cellulare è un’illazione dei media che hanno riportato l’informazione. Inoltre, cosa ancor più importante, lo studio conteneva diversi errori di metodo e di contenuto che sono stati evidenziati in seguito sulle pagine dello stesso Scientific Reports [3]. Le sue conclusioni quindi non aggiungono nulla a quello che sappiamo sulla sicurezza dell’uso dei cellulari in gravidanza.

Sono in corso altre ricerche per fare chiarezza sull’argomento?

In gravidanza non bisogna tenere il cellulare vicino al pancione?Poiché oggi l’uso dei cellulari è pervasivo nella nostra vita quotidiana e il tema della sicurezza in gravidanza è importantissimo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel settembre del 2019 ha pubblicato un invito rivolto ai gruppi di ricerca qualificati e interessati, per condurre una revisione sistematica di tutta la letteratura scientifica prodotta sugli effetti dell’esposizione alle onde radio in gravidanza, in particolare su eventuali correlazioni con aborto spontaneo, morte in utero, parto pretermine, restrizione della crescita fetale e anomalie congenite [4]. L’OMS formulerà raccomandazioni e linee guida sulla base dei risultati di queste revisioni, non appena saranno disponibili.

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Autore Maria Cristina Valsecchi

Maria Cristina Valsecchi lavora come giornalista scientifica freelance per diverse testate, occupandosi principalmente di salute riproduttiva e salute materno-infantile. Con la collega Valentina Murelli ha creato il sito web indipendente di informazione sulla salute della donna “Eva - Sapere è potere” (https://evasaperepotere.wordpress.com/).
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