Mentre in diversi Paesi del mondo abbiamo assistito a un’altra ondata di nuovi casi di Covid-19 – dovuta soprattutto alle sottovarianti di Omicron BA.4 e BA.5 – le richieste di aggiornare i vaccini stanno diventando più insistenti. I vaccini esistenti basati sulla versione del virus SARS-CoV-2 emersa a Wuhan alla fine del 2019, infatti, offrono solo una protezione di breve durata dalle infezioni dovute a Omicron, sebbene sembrino proteggere dalle forme di malattia grave e dal conseguente rischio di ospedalizzazione. Anche per questo – come abbiamo già spiegato nella scheda “Se ho più di 60 anni è meglio che faccia la quarta dose?” – non dobbiamo smettere di vaccinarci.
Dottore, aggiornare i vaccini è complicato?
Come avevamo spiegato nella scheda “Arriverà presto un vaccino contro la variante Omicron?”, i nuovi vaccini a mRNA sono più facili da modificare e aggiornare rispetto alla maggior parte dei vaccini sviluppati in passato per patologie diverse da Covid-19. In un vaccino con molte istruzioni genetiche i cambiamenti sarebbero pochi, e questo renderebbe improbabili effetti collaterali diversi rispetto a quanto riscontrato con i vaccini originari. La difficoltà, dunque, non è dovuta alla tecnologia impiegata ma alla continua evoluzione del virus. Così oggi, mentre arrivano i dati dei vaccini sviluppati contro la variante Omicron BA.1, siamo già alle prese con altre sottovarianti di Omicron, come BA.4 e BA.5.
Cosa dicono i dati disponibili sui vaccini sviluppati contro Omicron?
Le aziende produttrici di vaccini stanno lavorando da tempo a un vaccino contro Omicron, principalmente diretto contro la variante BA.1. Recentemente Pfizer/BioNTech e Moderna hanno rilasciato i dati sull’efficacia non solo nei confronti di BA.1, ma anche di BA.4 e BA.5.
Da questi primi dati rilasciati dalle aziende produttrici sembrerebbe che – sia nel caso di Pfizer sia di Moderna – i nuovi vaccini specifici contro Omicron si siano mostrati superiori nell’indurre una risposta immunitaria rispetto ai vaccini originali. Inoltre questi vaccini, nonostante siano stati progettati per contrastare la sottovariante BA.1, avrebbero indotto una risposta immunitaria anche contro BA.4 e BA.5, seppur inferiore [1,2].
Dottore, potrebbero non essere sufficienti questi vaccini?
Alla fine di giugno, l’agenzia regolatoria americana – la Food and Drug Administration (FDA) – ha organizzato un meeting con esperti sull’argomento per affrontare il tema dell’aggiornamento dei vaccini. Le evidenze attualmente disponibili, infatti, suggeriscono che sarebbe meglio avere a disposizione prodotti mirati sulle varianti circolanti [3].
Nel documento che ha poi pubblicato – “Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee Meeting” – si legge che gli esperti coinvolti hanno votato a favore di formulazioni di vaccini che prendano di mira la variante Omicron. Hanno chiesto ai produttori, però, di adattare i loro nuovi vaccini alle sottovarianti BA.4 e BA.5 piuttosto che a BA.1 [4]. “Avvicinandoci all’autunno, momento in cui ci sarà una confluenza di fattori che ci renderanno più suscettibili all’ennesima ondata di Covid-19, riteniamo che sia importante considerare il valore di vaccinazioni aggiuntive”, ha affermato Peter Marks, direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della FDA [5].
Hanno anche aggiunto, però, che i potenziali benefici offerti da un vaccino aggiornato dovranno essere soppesati rispetto a molteplici incertezze, comprese quelle relative alla futura evoluzione del virus, alla scarsità di dati sull’efficacia clinica dei vaccini aggiornati rispetto ai precedenti prototipi, e ai potenziali problemi di produzione che ne potrebbero derivare [6].
Ma allora questi nuovi vaccini contro Covid-19 saranno approvati?
In attesa che le aziende farmaceutiche adattino i vaccini alle ultime sottovarianti di Omicron, la FDA le ha comunque invitate a sottomettere i dati sui loro vaccini aggiornati contro Omicron per una valutazione. In questo modo i nuovi vaccini potrebbero essere approvati negli Stati Uniti – ma anche in Europa e qui in Italia, dopo il parere delle agenzie regolatorie europea e italiana – a inizio autunno. Forse, addirittura nei primi giorni di settembre.
Nel mentre Pfizer ha già annunciato di star lavorando anche a vaccini che prendano di mira nello specifico BA.4 e BA.5 [7]. In questo caso, però, hanno fatto sapere che difficilmente i vaccini arriveranno prima di ottobre e quindi potrebbero essere distribuiti solo in autunno inoltrato, quando il virus potrebbe aver ricominciato a circolare in maniera più intensa.
Dottore, dobbiamo preoccuparci o possiamo stare tranquilli?
Bisogna ricordare che, come abbiamo accennato all’inizio di questa scheda, la questione è complessa. I vaccini sviluppati per funzionare contro Omicron potrebbero essere già non del tutto aggiornati una volta approvate le nuove formulazioni. L’unico modo per evitare che questo accada è fare in modo che non emergano nuove varianti limitando la circolazione del virus. Noi ne avevamo parlato nella scheda “Ci saranno sempre nuove varianti di SARS-CoV-2?”.
C’è però anche una buona notizia: diversi ricercatori hanno affermato che a oggi i segnali indicano che il virus che circolerà in autunno sarà un’ulteriore sottovariante di Omicron, e quindi i nuovi vaccini potrebbero aiutare in ogni caso [7].
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