I draghi non hanno la lingua?
Le fiabe contengono molte perle di saggezza e spunti di riflessione, tramandate dalla gente da molte generazioni. Sono ricche di parabole fantasiose che guidano i bambini facendoli divertire, e questo può essere molto più efficace del dito indice alzato e un’espressione di rimprovero.
Il seguente esempio mi ha fatto venire in mente gli eroi che hanno sconfitto tante malattie infettive. A un certo punto entra in scena un personaggio disonesto, che non solo non è riconoscente a chi ha liberato tutti da una grave minaccia, ma fa qualcosa di molto peggiore.
Nella fiaba dei fratelli Grimm I due fratelli l’eroe – un cacciatore – per salvare la principessa e l’intera popolazione del regno uccide con grande coraggio e abilità il drago dalle sette teste, a cui taglia poi le lingue conservandole come prova. Ma il maresciallo, una persona gretta, crudele e disonesta, approfitta della situazione, uccidendo l’eroe dormiente e attribuendosi i suoi meriti. Così spera di poter sposare la principessa e diventare re. L’eroe viene però riportato in vita da una radice miracolosa e un anno dopo capita nella città, proprio quando il maresciallo sta per sposare la principessa.
Riporto la scena durante il pranzo, alla tavola regale: “Proprio in quel momento furono esposte le sette teste del drago e il re disse: “Le ha mozzate il maresciallo: per questo oggi gli do mia figlia in sposa”. Il cacciatore si alzò, di ognuna mostrò le fauci e disse: “Dove sono le sette lingue del drago?”. Il maresciallo sbalordì, si fece pallido e non seppe cosa rispondere. Atterrito finì col dire: “I draghi non hanno la lingua”. Disse il cacciatore: “I bugiardi non dovrebbero averla, ma le lingue del drago sono il segno del vincitore”. E sciolse il fazzoletto, dov’erano tutte e sette, e in ogni gola mise la sua brava lingua, che combaciava esattamente. Poi prese il fazzoletto dov’era ricamato il nome della principessa, lo mostrò alla fanciulla e le domandò a chi l’avesse dato; lei rispose: “A colui che ha ucciso il drago”.
Ovviamente il maresciallo fa la brutta fine che si merita e il cacciatore coraggioso sposa la principessa.
Il vero eroe, quello che ha liberato tutti da una grave minaccia, ha usato le prove per dimostrare di essere stato lui a uccidere il drago e così ha smascherato l’impostore. Il maresciallo, come è tipico per chi ha torto marcio e lo sa benissimo, ha provato a evitare di essere smascherato, inventandosi una bugia. Certo, senza la prova scientifica delle sette lingue che combaciavano perfettamente con le gole delle sette teste, i presenti avrebbero anche potuto credergli e trovare la sua spiegazione plausibile. Chi di loro ha mai guardato nella gola di un drago?! Ma per fortuna il cacciatore, con tutta la calma e la sicurezza del mondo, sapendo di essere nel giusto, ha mostrato le prove: non aveva bisogno di altro. Ha rimarcato con grande chiarezza che cosa pensava di gente come quel maresciallo: “I bugiardi non dovrebbero avere la lingua”, cioè non gli si dovrebbe permettere di parlare.
Eppure, purtroppo, oggi intervistano quel tipo di persone, le vediamo in TV, gli si sente dire su tutti i media che i draghi non hanno la lingua. E questo nonostante ci siano le prove scientifiche che il cacciatore è l’eroe, e che grazie al suo coraggio e ingegno un pericolo che minacciava tutta la popolazione del regno è stato eliminato.
Fino a quando intervisteranno ancora i bugiardi offrendogli una piattaforma con cui si raggiungono milioni e milioni di persone, facendo credere che chi afferma che i draghi non hanno la lingua – con lo scopo di negare i meriti dei veri eroi della situazione – stia usando il “pensiero critico” come se fosse una persona saggia, quando in realtà è uno spregevole e pericoloso bugiardo?
Bibliografia
- Fratelli Grimm, Tutte le fiabe, Newton & Compton Editori ISBN 88-8289-460-6
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