Devo cambiare le lenzuola ogni settimana?

10 Marzo 2025 di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Individuare una frequenza ideale per il cambio lenzuola non è semplice. Diversi sondaggi condotti in Paesi europei hanno rilevato idee abbastanza confuse sull’igiene del letto. Le persone più attente sono abituate a cambiarle almeno ogni sette giorni; non mancano però ampie fasce di popolazione che non considerano affatto questo compito come un’attività regolare [1].

Sebbene possa sembrare pulita anche dopo una settimana, la biancheria da letto è l’habitat ideale di diverse tipologie di germi. La frequenza con cui sostituiamo le lenzuola influisce sulla nostra salute e sul benessere del sonno. In occasione della Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), può essere utile fare chiarezza, anche per assicurarci una notte serena e sana.

Dottore, perché è così importante cambiare regolarmente le lenzuola?

Tra le lenzuola possono svilupparsi condizioni non favorevoli né al sonno né alla salute. La biancheria, le coperte e i materassi, infatti, sono un ambiente caldo e umido, l’ideale per la proliferazione di batteri, acari, funghi e altri parassiti.

Anche il nostro organismo contribuisce a creare un habitat poco salubre: trascorriamo sdraiati a letto molte ore al giorno, durante le quali perdiamo peli e capelli e una gran quantità di cellule epiteliali (cioè della pelle), oltre a sudore e secrezioni. A ciò si aggiunge la polvere. Questo mix di detriti cellulari può non solo causare l’insorgenza di cattivi odori, ma rappresenta anche un terreno di crescita ideale per i batteri! Insomma, la biancheria da letto si sporca rapidamente e spesso senza indizi evidenti alla vista o all’olfatto [2].

È vero che gli acari sono sempre presenti in camera da letto?

Sì, anche in una camera da letto che viene regolarmente pulita e disinfettata, sono presenti gli acari. Sono tra i principali responsabili delle allergie e si moltiplicano tra i tessuti caldi, imbottiti e umidi. Si nutrono delle cellule epiteliali che perdiamo a contatto con le lenzuola. Sono moltissimi i soggetti, anche bambini, che diventano allergici agli acari della polvere o che manifestano i sintomi dell’asma. In questi casi, dopo aver accertato insieme al medico la presenza dell’allergia o di altri disturbi, sarà necessaria maggiore attenzione al cambio lenzuola [2,3].

Per i soggetti allergici sarà inoltre meglio utilizzare federe e coprimaterasso con trattamento anti-acaro; si tratta di prodotti che non lasciano penetrare la polvere. Infine, meglio evitare la lana e le trapunte con piume d’oca, preferendo tessuti sintetici che si lavano ad alte temperature e asciugano rapidamente [4].

Materiali e colori delle lenzuola

Le fibre naturali (cotone, seta, lino) sono le più indicate per trascorrere la notte. I vantaggi sono molteplici: sono traspiranti, cioè agevolano l’evaporazione del sudore così che non resti a contatto con la pelle, irritandola; resistono a lavaggi ad alte temperature; sono indicate per i soggetti allergici.

I materiali sintetici (nylon, lycra, acrilico, poliestere) sembrano più leggeri e pratici, perché non si stropicciano e asciugano rapidamente, ma impediscono la traspirazione e possono rilasciare sulla pelle residui chimici (ne abbiamo parlato anche nella scheda “I vestiti che indossiamo sono sicuri?”). È inoltre consigliabile scegliere biancheria da letto bianca o di colore chiaro: anche i coloranti per tessuti sono potenzialmente allergizzanti.

Fonti:

Con quali altri microrganismi condividiamo le lenzuola?

Intanto occorre sapere che molte specie di batteri sono normalmente presenti all’interno del nostro organismo, sulla pelle e sulle mucose. È una convivenza spesso benefica, perché collaborano con il sistema immunitario e con il metabolismo. Esistono però anche batteri patogeni, causa di infezioni sia cutanee sia capaci di colpire diversi organi interni.

Per individuarli, la ricerca ha spesso analizzato la biancheria degli ospedali, luoghi molto esposti a infezioni batteriche. Nonostante gli ambienti domestici siano più protetti, possiamo farci un’idea di quali siano le minacce microscopiche più comuni [3]. Per esempio, lo Stafilococco, che può causare infezioni della pelle (come l’acne) e polmoniti; simili conseguenze si hanno con il Bacillus cereus. E poi ci sono i funghi, responsabili di micosi, cioè delle infezioni cutanee che colpiscono anche il cuoio capelluto, e di dermatiti.

Altrettanto importante è cambiare le lenzuola più spesso durante l’influenza stagionale, poiché i virus sopravvivono sui tessuti per ore. Così come dovremo cambiare più spesso le lenzuola se condividiamo il letto con cani e gatti.

Allora, ogni quanto tempo dobbiamo cambiare le lenzuola?

La frequenza ottimale è una volta alla settimana in tutte le stagioni. In estate, con l’aumento della sudorazione, potrebbe essere utile farlo anche dopo quattro o cinque giorni [4]. Sarebbe meglio cambiare più spesso le federe, per evitare che batteri ed eventuali funghi possano creare forfora o dermatiti difficili da trattare. La stessa cura va riservata al pigiama, da preferire in fibre naturali e traspiranti per ridurre la sudorazione.

Come si deve lavare la biancheria?

Per evitare la proliferazione di patogeni, intanto, è bene lavare quanto prima le lenzuola che vogliamo cambiare, senza conservarle nelle ceste per il bucato che, invece, favoriscono l’umidità e le muffe. La temperatura ideale in lavatrice, per lenzuola utilizzate non più di sette giorni, è 50-60 gradi centigradi. A temperature inferiori, invece, occorrerà aggiungere prodotti igienizzanti oppure detersivi a base di cloro o ossigeno attivo. In questo modo si potrà rimuovere gran parte degli acari (e delle loro uova), nonché batteri e scorie organiche. Asciugare il bucato al sole, poi, è un aiuto in più, che permette all’umidità di evaporare rapidamente rispetto allo stendibiancheria dentro casa.

Oltre al cambio delle lenzuola, è importante prendersi cura del materasso (che periodicamente va ripulito con l’aspirapolvere e lasciato arieggiare) e dei cuscini, avendo cura di scegliere modelli che si possono lavare agevolmente, a casa o in lavanderia [4]. Infine, poiché non è pratico né ecologico cambiare la biancheria troppo spesso, è una buona abitudine spalancare le finestre della camera da letto ogni mattina, anche per pochi minuti.

Detersivi e ammorbidenti: quali sono i più indicati?

I prodotti per il bucato, a mano o in lavatrice, contengono anche sostanze aggressive e potenzialmente allergizzanti o tossiche. Se usati correttamente, però, non sono pericolosi per la salute, come avevamo spiegato nella scheda “I detersivi possono far male alla salute?”.

In particolare, l’ammorbidente è un prodotto che influisce sulla sofficità delle fibre e, molto spesso, aggiunge profumo al bucato. Si tratta quindi di funzioni non essenziali per l’igiene che potrebbero irritare le pelli più sensibili. Per questo, è importante leggere le etichette sulla confezione che indicano, oltre alle istruzioni per l’uso e alle dosi, anche la presenza di fragranze. Alcuni ammorbidenti, inoltre, possono lasciare residui su alcuni tessuti limitando la traspirazione.

Fonti:

Argomenti correlati:

IgieneMedicina

Autore Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)

Maria Frega è sociologa, specializzata in comunicazione, e scrittrice. Si occupa di scienza, innovazione e sostenibilità per un'agenzia di stampa e altri media. Sugli stessi temi cura contenuti per testi scolastici e organizza eventi di divulgazione con associazioni ed enti pubblici. È inoltre editor di saggistica e tiene corsi di scrittura anche nelle scuole e in carcere. I suoi ultimi libri sono Prossimi umani e Filosofia per i prossimi umani, con Francesco De Filippo per Giunti Editore.
Tutti gli articoli di Maria Frega (Pensiero Scientifico Editore)