Se ne sta parlando molto da qualche settimana perché alcune organizzazioni non governative che fanno ricerche nel settore dell’energia, negli Stati Uniti e in Europa, stanno facendo pressione sulle autorità allo scopo di incoraggiare il passaggio nelle abitazioni dall’uso dei fornelli a gas ai piani di cottura elettrici. Oltre ad attirare l’attenzione sull’impatto ambientale ed economico della cottura a gas, queste organizzazioni hanno pubblicato di recente studi e rapporti che ne evidenziano i rischi per la salute, soprattutto quella dei bambini [1,2]. In realtà l’argomento non è nuovo: è noto già da tempo che i fornelli liberano nelle nostre case gas e polveri sottili, prodotti della combustione che hanno un effetto infiammatorio sulle vie aeree e favoriscono l’insorgenza di asma e infezioni respiratorie.
Il principale responsabile di questa azione infiammatoria è il biossido di azoto [3], un inquinante ambientale presente anche all’aria aperta, soprattutto nelle aree urbane, prodotto dal traffico dei veicoli a motore. Nelle case dove si usano fornelli a gas la concentrazione di biossido di azoto è più elevata di quella dell’ambiente esterno [4], superiore alla soglia di pericolosità per la salute umana indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Quanto incide sul rischio di asma per i bambini l’inquinamento dovuto ai fornelli?
Le vie respiratorie dei bambini hanno dimensioni ridotte rispetto a quelle degli adulti e gli agenti infiammatori che si trovano a inalare provocano un ulteriore restringimento del loro calibro. I piccoli, quindi, sono più vulnerabili degli adulti agli inquinanti aerei e più esposti al rischio di sviluppare infezioni respiratorie e bronchite asmatica. Secondo uno studio pubblicato nel 2013, l’utilizzo domestico di fornelli a gas aumenta del 42% il rischio di asma per un bambino che abita in casa [5]. La stima non riguarda in modo specifico il rischio legato all’inalazione di biossido di azoto, ma l’inquinamento complessivo generato dalla cottura a gas, quindi anche il particolato sottile e altri prodotti della combustione.
Nelle situazioni specifiche, poi, il rischio varia a seconda delle dimensioni della cucina e dell’appartamento, del numero di ore che il bambino trascorre a casa e nella cucina dove si trova il fornello, della presenza o meno di impianti di aerazione, della frequenza d’uso del fornello.
Che cosa possiamo fare per proteggere i nostri figli dall’inquinamento dovuto ai fornelli?
La soluzione certamente più incisiva sarebbe eliminare i fornelli a gas e sostituirli con un piano cottura elettrico, ma è un cambiamento economicamente impegnativo. Alcuni Paesi offrono incentivi per favorire il passaggio dal gas all’elettricità. In Italia per il momento non è previsto niente in merito. Nessun Paese ha manifestato l’intenzione di bandire la cottura a gas, proprio perché imporre il cambiamento non sarebbe sostenibile per tanti.
Nella vita di tutti i giorni, in una casa dove si utilizzano i fornelli a gas si possono adottare delle accortezze per ridurre la concentrazione degli inquinanti aerei [4]:
- Evitare che i bambini trascorrano tanto tempo in cucina mentre gli adulti cuociono;
- Arieggiare di frequente i diversi ambienti dell’appartamento, soprattutto le camere da letto;
- Tenere la finestra aperta in cucina durante la cottura;
- Accendere la cappa sopra i fornelli non solo quando si prepara un piatto dall’odore particolarmente intenso, ma sempre, a ogni utilizzo. In mancanza di cappa, accendere un ventilatore in cucina davanti alla finestra aperta per favorire il ricambio d’aria.