La temperatura corporea che supera i 37 gradi, cioè la febbre, è un fenomeno comune. Se non abbiamo altri sintomi, di solito aspettiamo che la febbre passi senza preoccuparci troppo. Ed è giusto: molti episodi febbrili sono causati da infezioni lievi che si risolvono spontaneamente, e i farmaci vengono usati solo per alleviare i sintomi. Ma cosa vuol dire avere la febbre e qual è il modo corretto per gestirla?
Dottore, davvero la febbre aiuta a curare le infezioni?
L’aumento della temperatura corporea indica generalmente che l’organismo ha attivato le sue difese e questo, nella quasi totalità dei casi, avviene per contrastare un’infezione. Quando si alza la temperatura, quindi, il sistema immunitario si è attivato. In questo modo l’organismo tenta con il calore di neutralizzare lo sviluppo di virus, batteri, funghi che lo hanno attaccato. Insomma, la febbre è necessaria per difenderci dagli attacchi esterni di alcuni microrganismi.
L’influenza stagionale o Covid-19 sono infezioni virali, per esempio, che possono causare febbre; le infezioni batteriche più comuni sono, invece, la cistite, la bronchite, la polmonite. I malesseri e i disturbi correlati sono passeggeri e trattabili con facilità nella maggior parte dei casi. Le cause che possono far innalzare la temperatura che misuriamo, però, non dipendono solo da patogeni, quindi la febbre non indica necessariamente un’infezione [1,2].
Quali sono le cause?
L’infiammazione è una delle cause che più frequentemente comportano un’alterazione della temperatura del corpo. Esistono malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide e altre patologie reumatiche capaci di scatenare questo sintomo. Altre cause possibili da accertare sono [2]:
- i colpi di calore;
- gli effetti collaterali di alcuni farmaci;
- le neoplasie;
- le conseguenze di interventi chirurgici.
Di solito, se la febbre è conseguenza di un’infezione il decorso è breve (tre o quattro giorni).
Quando i sintomi perdurano, o la febbre si ripete periodicamente, è bene approfondire con il proprio medico di medicina generale. Poiché le cause sono molto diverse, occorre trattare in modo diverso ogni manifestazione febbrile. Il primo passo è individuare l’evento che ha fatto alzare la temperatura. Con le analisi del sangue e delle urine e, se necessario, con ulteriori esami come tamponi, colture, radiografie è possibile individuare l’origine della febbre e la terapia specifica [3].
Allora, se abbiamo un po’ di febbre dobbiamo considerarci malati?
La febbre non è una malattia: come abbiamo visto, è un sintomo che si manifesta per cause diverse.
In condizioni normali, nell’adulto, la temperatura del corpo è compresa tra 36 e 37,2 gradi circa. Questo equilibrio si può alterare facilmente, ma non sempre occorre intervenire. Quando il termometro segna 40 gradi la salute di alcuni organi è a rischio, altrimenti si tratta di condizioni transitorie e trattabili. Nello specifico, si parla di:
- febbricola o febbre lieve se non si superano i 38,5°C;
- febbre moderata, compresa tra 38,5 e 39°C;
- febbre elevata, se è compresa tra 39 e 39,5°C;
- iperpiressia, se si arriva a 41°C.
Inoltre, è importante considerare gli altri sintomi che possono manifestarsi insieme alla temperatura elevata, come mal di gola, naso che cola, brividi, mal di testa, dolori muscolari e articolari, stanchezza, disidratazione. Sono da riferire al medico per comprendere meglio il proprio stato di salute in quel momento. Ciò vale soprattutto per i pazienti anziani, fragili o con patologie respiratorie o cardiache [2].
La febbre lieve o moderata non necessita di farmaci?
Se il termometro segna 38 gradi, e oltre, può essere utile lenire il malessere con farmaci antipiretici, cioè che abbassano la temperatura, o antinfiammatori. Se pensiamo, invece, che la febbre non sia dovuta a un raffreddamento o a un’influenza è bene consultarsi con il medico. In ogni caso, è consigliabile riposare e bere molta acqua [2].
Molta attenzione va riservata agli antibiotici, che non hanno effetto contro le infezioni virali. Nel caso di febbre causata da batteri, inoltre, è necessario individuare il tipo di patogeno prima di scegliere quale antibiotico assumere, sempre dietro prescrizione medica. Ricordiamo che l’uso inappropriato di questi farmaci può dar luogo all’antibiotico-resistenza, con il risultato di renderli inefficaci quando invece sarebbero necessari [5].
Dottore, anche le allergie possono causare febbre?
Sebbene alcuni sintomi (come il naso chiuso o che cola) siano simili, le reazioni allergiche non causano febbre. L’espressione “febbre da fieno”, che si utilizza popolarmente, non è corretta [3]. L’infiammazione causata da allergeni come polline, muffa, polvere è, appunto, la rinite allergica. In questo caso, il sistema immunitario reagisce con sintomi diversi dalla febbre, che necessitano diverse terapie [4].
Dottore, queste indicazioni valgono anche per i più piccoli?
I bambini sono più soggetti a febbre perché esposti al contagio con coetanei con infezioni o malattie infantili. Inoltre, le vaccinazioni periodiche comportano spesso un aumento della temperatura come effetto collaterale [6]. In alcuni bimbi, inoltre, il sistema immunitario può reagire anche senza virus o batteri; ne abbiamo parlato nella scheda “La febbre ricorrente nei bambini deve preoccupare?”.
In presenza di febbre moderata, senza dolori o senza sintomi gastrointestinali (vomito, diarrea), basta attendere il decorso della malattia senza preoccuparsi. Se però la febbre dura più del solito, se non si abbassa o comporta sintomi più insoliti (convulsioni, emicrania) è necessaria una visita dal pediatra [7].
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