Fare la seconda dose con un vaccino diverso è pericoloso?

3 Settembre 2021 di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

vaccinazione eterologa: Fare la seconda dose con un vaccino diverso è pericolosoIn seguito alle modifiche dei criteri di idoneità al vaccino AstraZeneca (di cui noi avevamo parlato nella scheda “Su AstraZeneca cambiano spesso opinione?”), alla diffusione di nuove varianti di SARS-CoV-2 e alle difficoltà che si stanno riscontrando nella fornitura delle dosi, in molti si chiedono se sia opportuno fare la seconda dose con un vaccino contro Covid-19 diverso da quello utilizzato nella prima. Cioè, ad esempio, se avendo fatto la prima dose con il vaccino AstraZeneca può essere appropriato fare la seconda con quello di Pfizer- BioNTech o di Moderna.

Le domande che sorgono, tra esperti e non, sono tante: utilizzare due vaccini diversi, uno per la prima dose e un altro per la seconda, è sicuro ed efficace? Gli studi disponibili sono scientificamente solidi? Ci sono vantaggi collegati a questa scelta?

Come funziona la vaccinazione eterologa, cioè quella in cui si fa la seconda dose con un vaccino diverso?

La vaccinazione eterologa consiste nel variare la tipologia di vaccino usato nella prima e nella seconda somministrazione. Non è la prima volta che si combinano vaccini diversi, in alcuni casi con risultati positivi (come nel caso dei vaccini contro lo pneumococco e contro la poliomielite), in altri con studi ancora in corso (come per il vaccino per contrastare l’HIV). Anche nel caso di Covid-19, con il vaccino Sputnik i ricercatori russi avevano già realizzato il primo esempio di vaccinazione eterologa: infatti, l’adenovirus della prima dose è diverso da quello della seconda (per sapere come funzionano i vaccini che utilizzano gli adenovirus, leggi la nostra scheda “Ci sono differenze tra i vaccini anti Covid-19?).

Oggi la pratica di utilizzare vaccini contro Covid-19 diversi tra la prima e la seconda dose è in uso in un certo numero di Paesi dell’Unione Europea, tra cui Spagna, Francia e Germania, spiega in un rapporto di giugno il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC): “Dopo casi di trombosi con sindrome da trombocitopenia a seguito della vaccinazione con AstraZeneca, alcuni Paesi hanno iniziato a raccomandare una seconda dose di un vaccino a mRNA” [1].

Anche la Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), nella riunione del 13 giugno 2021, si è espressa sulle modalità di utilizzo della vaccinazione eterologa nelle persone al di sotto dei 60 anni di età che avevano già ricevuto una prima dose del vaccino di AstraZeneca. L’AIFA ha ritenuto che la seconda somministrazione con vaccino a mRNA potesse avvenire a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione di Vaxzevria [2].

Dottore, qual è il vantaggio della vaccinazione eterologa?

vaccinazione eterologa: Fare la seconda dose con un vaccino diverso è pericoloso“Queste indicazioni — prima AstraZeneca e poi Pfizer — potrebbero disorientare, specialmente perché all’inizio avevamo detto alle persone che avrebbero avuto un richiamo con lo stesso vaccino, dobbiamo spiegare invece che quella delle due dosi diverse è un’opportunità”, si legge sul New York Times [3]. Ma quali sono i motivi?

Lo spiegano bene Fiona Russell e John Hart su The Conversation: “Combinare e abbinare i vaccini aumenterebbe notevolmente la flessibilità. Avere un programma d’immunizzazione flessibile consente di rispondere meglio ai limiti dell’offerta globale. Se manca un vaccino, invece di interrompere l’intero ciclo per attendere la fornitura delle dosi, si può continuare con un vaccino diverso, indipendentemente da quale sia stato somministrato come prima dose. Se un vaccino è meno efficace di un altro contro una determinata variante, i programmi mix and match potrebbero garantire che chi ha ricevuto la prima dose di un vaccino con un’efficacia bassa ottenga un richiamo con un prodotto più efficace contro la variante” [4].

La vaccinazione eterologa, inoltre, potrebbe fornire al sistema immunitario più strade per riconoscere il virus sfruttando le peculiarità di ciascun vaccino. In particolare, i vaccini a mRNA – come quelli di Pfizer- BioNTech e Moderna – sarebbero particolarmente efficaci nel generare risposte immunitarie sotto forma di anticorpi. Al contrario i vaccini a vettore adenovirale – come quelli di AstraZeneca e Janssen – sarebbero particolarmente indicati per sviluppare la produzione di linfociti T, che hanno il compito di attaccare le cellule già infettate dal virus per poi distruggerle [5,6].

Ma la vaccinazione eterologa è sicura?

Nel dare il parere sull’eterologa , AIFA ha citato diversi studi svolti sull’utilizzo di due vaccini diversi nell’ambito dello stesso ciclo di vaccinazione. Tra questi, uno studio inglese realizzato su 830 partecipanti ha mostrato buoni risultati in termini di sicurezza. Nonostante, infatti, si sia osservato che le persone che hanno ricevuto vaccini diversi hanno avuto una maggiore probabilità di avere effetti collaterali lievi e moderati (brividi, affaticamento, febbre, mal di testa, dolori articolari, malessere, dolori muscolari e dolore sul punto di iniezione), si è trattato di reazioni di breve durata e non hanno destato preoccupazioni [7].

Altre ricerche sono state condotte in Spagna. In particolare, uno studio realizzato su 676 partecipanti ha offerto i risultati dell’utilizzo di una seconda dose del vaccino di Pfizer-BioNTech in persone con meno di 60 anni che avevano ricevuto una prima dose del vaccino AstraZeneca. Il sistema immunitario ha risposto in modo corretto e non si sono verificate particolari reazioni avverse: la totalità dei partecipanti ha sviluppato anticorpi neutralizzanti Covid-19 in due settimane [8]. Dunque la vaccinazione eterologa – spiega un articolo pubblicato su The Lancet relativo allo studio spagnolo sopra citato – sembra avere le potenzialità per produrre una risposta più forte, con una migliore efficacia ai fini dell’immunizzazione [9].

Fare la seconda dose con un vaccino diverso, oltre che sicuro, è anche efficace?

Uno studio realizzato in Germania ha concluso che chi ha ricevuto una seconda dose di Comirnaty (Pfizer-BioNTech) dopo una prima dose di Vaxzevria (AstraZeneca) ha avuto una risposta immunitaria superiore di circa dieci volte rispetto a quella registrata nei pazienti che avevano ricevuto due dosi di Vaxzevria. Secondo lo studio, inoltre, somministrando una seconda dose del vaccino di Pfizer-BioNTech a chi aveva ricevuto una prima dose di quello di AstraZeneca si ottengono risultati leggermente migliori di quelli ottenuti somministrando due dosi del vaccino di Pfizer-BioNTech per quanto riguarda gli anticorpi neutralizzanti, quelli che impediscono direttamente l’ingresso del virus SARS-CoV-2 nelle cellule [10].

Si tratta però di uno studio in preprint – ovvero che non è stato ancora sottoposto a revisione – e per affermare con certezza questi risultati c’è bisogno di ulteriori ricerche. Come abbiamo spiegato diverse volte (ad esempio nella scheda “Gli studi su COVID-19 sono tutti attendibili?”) non tutti gli studi hanno la stessa attendibilità o rilevanza.

In conclusione, possiamo dire che se gli studi futuri dovessero confermare quanto rilevato dalle ricerche finora svolte, la vaccinazione eterologa potrebbe garantire una risposta più efficace contro il nuovo coronavirus e, come abbiamo visto, garantire ulteriori vantaggi anche in termini di programmazione di eventuali future campagne vaccinali.

vaccinazione eterologa: Fare la seconda dose con un vaccino diverso è pericoloso

Argomenti correlati:

CoronavirusVaccinazioniVaccini

Autore Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Rebecca De Fiore ha conseguito un master in Giornalismo presso la Scuola Holden di Torino. Dal 2017 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per riviste online e cartacee di informazione scientifica. Fa parte della redazione del progetto Forward sull’innovazione in sanità e collabora ad alcuni dei progetti istituzionali con il Dipartimento di epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio.
Tutti gli articoli di Rebecca De Fiore (Pensiero Scientifico Editore)

Bibliografia