Possono essere provocate dai sandali come dalle scarpe da corsa o da trekking: le vesciche sono davvero un fastidioso inconveniente, sebbene facilmente risolvibile. Si verificano quando una piccola porzione di pelle si solleva, spesso riempendosi di liquido trasparente. Sono frequenti soprattutto in estate quando il piede, oltre a subire pressioni e sfregamenti, suda. Allora, se ci accorgiamo che si è sviluppata una vescica come la trattiamo? E, per prevenirla, è meglio indossare calzature aperte o chiuse?
Dottore, perché si formano le vesciche ai piedi?
La causa più frequente è lo sfregamento tra il piede e l’interno della scarpa, ma si può formare anche per pressione. La formazione della vescica è favorita, poi, da condizioni come il calore e l’umidità. Per questo, è più frequente che questa lesione avvenga in estate, quando si possono indossare calzature senza calze e quando più facilmente si suda [1].
Solo in rari casi l’irritazione può danneggiare anche i vasi sanguigni del piede e la vescica si riempie di sangue. Tuttavia, si tratta quasi sempre di piccole ferite che non devono preoccupare: guariscono in pochi giorni. Se la vescica non si rompe, il liquido viene drenato, cioè si riassorbe e in breve tempo si forma un nuovo strato di pelle sana [2].
Nel frattempo, però, sono davvero fastidiose…
Sì, è un inconveniente fastidioso soprattutto quando accade in vacanza, costringendoci a interrompere le escursioni o rendendo scomoda la giornata in spiaggia. Come tutte le ferite, è importante mantenere pulita e asciutta la zona in cui è comparsa la vescica. E non è sempre facile. Occorre ridurre al minimo ulteriori pressioni e sfregamenti sulla vescica, altrimenti si rischia di romperla prima che la pelle sottostante si sia formata. Il liquido che fuoriesce può infettare ancora la zona e aggravare la ferita [2].
Qual è il miglior modo per trattare la vescica?
Nella maggior parte dei casi non occorre l’intervento di un medico. Una regola generale è: “Se non fa male, non farla scoppiare; se devi farla scoppiare, fallo con molta attenzione” [3]. Quindi: meglio cercare di mantenere la vescica intatta e protetta finché non si riassorbe. E, come detto, è molto importante tenerla asciutta e pulita, senza applicare pomate che non sono necessarie. La pelle integra basta a proteggere la ferita sottostante e non occorre disinfettare. È raccomandato coprire la parte con un cerotto della misura giusta o con una benda, facendo attenzione a ulteriori attriti che potrebbero rompere la vescica.
Se non si riesce a evitare lo sfregamento, e se si sente dolore, si può provocare la rottura della vescica. In questo caso è fondamentale seguire alcune norme igieniche per evitare infezioni [1]:
• lavare le mani;
• disinfettare la vescica con un antisettico o con alcol denaturato;
• pungere con l’ago di una siringa monouso l’area intorno al bordo della vescica, in diversi punti, senza strappare la pelle rialzata;
• lasciar fuoriuscire il liquido;
• disinfettare nuovamente;
• coprire tutta la zona con una garza o una benda sterili.
Dopo pochi giorni la pelle morta si stacca naturalmente. Se ciò non accade, si può eliminare senza forzare e sempre disinfettando.
Si può applicare un antibiotico in pomata?
Non occorre, e non ci sono prove che gli antibiotici possano trattare meglio la ferita.
Solo se notiamo un’infezione, con la presenza di sangue o pus o dolore pulsante, è necessario consultare il medico di medicina generale che, all’occorrenza, prescriverà un farmaco [5]. Il ricorso al medico è raccomandato invece alle persone con diabete, per le quali la guarigione delle ferite ai piedi richiede più tempo e cura [2].
Dottore, è possibile prevenire la formazione di vesciche?
Sì, è possibile. Innanzitutto è consigliabile scegliere scarpe della giusta misura. Soprattutto se si intende praticare trekking o se si è soliti correre e fare sport è fondamentale utilizzare calzature di qualità, traspiranti. Agli sportivi abbiamo dato alcuni consigli nella scheda “Servono scarpe ‘giuste’ per correre in salute?”.
Non è vero che un numero in più è più comodo: il piede non deve “ballare”. Se abbiamo in programma lunghe camminate e abbiamo acquistato un nuovo paio di scarponcini o sandali da trekking, è bene testarli prima su percorsi brevi e verificare che non provochino frizioni o pressioni.
Altrettanto importanti sono le calze: vanno scelte in tessuto traspirante e senza (o con poche) cuciture; e vanno cambiate quando sono umide. Se si indossano scarpe aperte occorre cercare di mantenere il piede asciutto, anche ricorrendo a calzini. [1,3].
Esperti di trekking consigliano prodotti specifici per evitare le vesciche. Funzionano?
In commercio in effetti esistono diversi prodotti come bende medicate, cuscinetti, polveri assorbenti. Gli studi sull’efficacia di queste soluzioni attualmente sono scarsi e le prove poco rilevanti. Secondo una delle poche revisioni esistenti, pomate e polveri non riducono la probabilità di formazione delle vesciche rispetto alla protezione che può offrire un calzino [4].
Per proteggere e alleviare la pelle infiammata, tuttavia, esistono cerotti detti idrocolloidali. Non abbiamo ancora evidenze scientifiche forti sulla loro efficacia, ma gli autori di questo studio, sulla base dell’esperienza clinica, riferiscono che contengono sostanze in forma di gel che possono alleviare il dolore e accelerare la guarigione. Con buon senso e facendo attenzione ad eventuali effetti avversi, si possono utilizzare [5].
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