Fare esercizio fisico distoglie i giovani dal bere alcol?

10 Gennaio 2022 di Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Fare esercizio fisico distoglie i giovani dal bere alcolSiete in cerca di buoni propositi per il 2022? Ridurre o eliminare il consumo di alcol è sempre una buona idea, soprattutto se siete giovani. Sempre più evidenze mostrano che, specie negli Stati Uniti e in Europa, un numero preoccupante di persone sotto in trent’anni fa un uso esagerato di bevande alcoliche, con conseguenze molto negative per la salute [1,2,3]. Una situazione, questa, che sembra essersi ulteriormente aggravata dall’inizio dell’emergenza Covid-19 [4]. Ridurre o eliminare il consumo di alcol non è però una missione semplice. Se non è la prima volta che vi avvicinate al nuovo anno con questo proposito, tuttavia, sappiate che questa volta potreste avere un’arma in più a vostra disposizione. Uno studio ha infatti recentemente mostrato come l’esercizio fisico, anche di brevissima durata, permetta di ridurre la voglia di bere. La prossima volta che state per sedervi al bancone di un bar, quindi, potete provare a lanciarvi in qualche flessione o in una corsetta.

Dottore, cosa dicono i risultati di questo studio su esercizio fisico e consumo di alcol?

I ricercatori della Loughborough University hanno valutato 60 studenti di età compresa tra 18 e 25 anni, risultati bevitori a rischio o patologici a un questionario ad hoc dell’Organizzazione Mondiale della Sanità [5]. Questi sono stati interrogati sulle loro abitudini alcoliche, spinti a parlare dei loro cocktail preferiti, ed è stato mostrato loro un video su bar e drink allo scopo di innescare in loro il cosiddetto craving: lo stato mentale caratterizzato da un forte impulso a bere (o ad assumere la sostanza da cui si è dipendenti) e accompagnato da continui pensieri sull’alcol [6].

Fare esercizio fisico distoglie i giovani dal bere alcolImmaginatevi un alcolista appena uscito da un percorso di disintossicazione. Non beve da più di un mese e, nonostante ogni tanto gli capiti ancora di desiderare un drink, si sente forte abbastanza da resistere alle tentazioni. Eppure un giorno, guidando verso casa, si accorge per caso di essere passato di fronte a un bar che frequentava spesso nei suoi periodi più bui. Nel giro di qualche minuto la voglia di bere riesce a prendere il sopravvento su qualsiasi altro suo pensiero. Allora decide di entrare, si siede e ordina un drink. Ecco, quella voglia irresistibile innescata da uno stimolo associato alla dipendenza è il craving.

Ebbene, i ricercatori della Loughborough University hanno sottoposto una parte degli studenti coinvolti nello studio a brevi sedute di attività fisica – con flessioni, squat e altri esercizi – e a un breve video informativo, prima di chiedere loro di compilare nuovamente il questionario sul craving. Dai risultati è emerso che l’esercizio fisico era in grado di ridurre in modo significativo la voglia di bere nei giovani che avevano partecipato allo studio.

Quali sono le conseguenze di un uso eccessivo di alcol da giovani?

L’uso eccessivo di alcolici da parte dei giovani può portare a diverse conseguenze negative. In primo luogo, è stato dimostrato che episodi di binge drinking (assunzione rapida e smodata con l’obiettivo di ubriacarsi) e di intossicazione estrema da alcol in età giovanile si associano a un rischio maggiore di sviluppare una dipendenza da adulti [7]. È risaputo poi che un eccessivo consumo di alcol può portare a diverse gravi malattie, come infarti e ictus [8], cancro [9], demenza [10] e diabete [11]. Per non parlare poi del rischio di sviluppare disturbi mentali [12,13], adottare o trovarsi a gestire comportamenti aggressivi e pericolosi [14] o, in ultimo, di andare incontro problemi nel corso della propria carriera scolastica [15].

Quanti sono i giovani che bevono troppo alcol?

Fare esercizio fisico distoglie i giovani dal bere alcolSoprattutto nei Paesi occidentali, il consumo esagerato di alcol nei giovani sta diventando sempre più diffuso e socialmente accettabile. Uno studio realizzato recentemente nel Regno Unito su quasi 1.500 studenti universitari, ad esempio, ha individuato una percentuale di bevitori del 68,9%, con il 31,7% dei partecipanti che ha dichiarato di bere più di 12 unità alcoliche (es. un bicchiere di vino o una lattina di birra) a settimana [16]. Anche negli Stati Uniti poi, sebbene con una percentuale in riduzione rispetto a qualche anno fa, è emerso che il consumo di alcol riguarda uno studente delle scuole superiori su tre, mentre uno su sei è da considerarsi un binge drinker [17].

E per quanto riguarda il nostro Paese? Secondo i dati forniti dall’ISTAT, nella fascia di età tra 11 e 24 anni sono molto frequenti i giovani che fanno uso di alcol al di fuori dei pasti e bevono volontariamente fino a ubriacarsi: proprio il binge drinking ha riguardato il 15,6% dei giovani tra i 18 e 24 anni nel 2015 e il 17% di loro nel 2017 [18]. Sono stati poi pubblicati di recente i risultati di un sondaggio condotto su più di 1.900 studenti universitari, distribuiti in 10 città italiane, da cui è emerso un consumo di alcol ad alto rischio nel 53,3% dei soggetti e frequenti comportamenti di binge drinking nel 13,1% [19].

Alcune evidenze suggeriscono poi che il consumo di alcol nella popolazione giovanile potrebbe anche essere aumentato nel corso della pandemia di Covid-19 [20]. Di fronte alle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, infatti, molti giovani avrebbero cominciato a fare uso di alcol per affrontare la propria sofferenza e frustrazione. Da un sondaggio realizzato nel corso del primo lockdown su più di 1.500 persone di età compresa tra i 18 e i 26 anni è emerso infine che un consumo problematico di alcol era più frequente nei soggetti più poveri, rispetto a quelli più ricchi, e che vivevano da soli o con dei coinquilini, rispetto a quelli che vivevano con la famiglia [21].

Autore Fabio Ambrosino (Pensiero Scientifico Editore)

Fabio Ambrosino ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Dal 2016 lavora come Web Content Editor presso Il Pensiero Scientifico Editore/Think2it, dove collabora alla creazione di contenuti per siti di informazione e newsletter in ambito cardiologico. È particolarmente interessato allo studio delle opportunità e delle sfide legate all’utilizzo dei social media in medicina.
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