15 Maggio 2020 di Ulrike Schmidleithner

Covid-19: AAA cercasi risposta perfetta all’emergenza

Nella conferenza stampa dell’OMS del 5 marzo 2020 il Dr. Mike Ryan, direttore esecutivo del Programma Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha detto:

“Vorrei essere chiaro. Secondo la mia lunga esperienza in questo campo nessuno ha mai risposto perfettamente a un’epidemia. Nessuno ha mai risposto in tempo perfetto con la risposta perfetta. Questo è il mondo reale in cui viviamo.”

Nel mondo reale non esiste la perfezione, ma questo viene spesso dimenticato quando si tratta di (s)parlare di altre persone, città, province, regioni, paesi, continenti. Però per se stessi, quando ci rendiamo conto che abbiamo fatto un errore, si pretende la comprensione, l’indulgenza e il perdono. Purtroppo a volte non si vuole ammettere che si è in errore e si continua a difendere la propria posizione, anche se messi di fronte a fatti che dimostrano chiaramente il contrario. Ma gli esseri umani fanno errori, anche le persone più intelligenti, quindi non c’è motivo di rimanere aggrappati a una posizione presa in un momento di scarsa lucidità.

Per tornare al Sars-Cov-2 c’è da considerare che sono passati solo pochi mesi da quando è diventato evidente che un nuovo virus avesse fatto il salto di specie, dagli animali all’homo sapiens, e stesse riuscendo a diffondersi con facilità da persona a persona. I tempi della scienza sono lunghi, e di conseguenza rimangono, attualmente, ancora molte incognite su questo nuovo patogeno.

Da una parte ho la sensazione di vedere il mondo al rallentatore, quasi immobilizzato, come se fosse stato stregato da un personaggio malvagio uscito da una fiaba, e allo stesso tempo osservo con un po’ di disagio una corsa sfrenata. Questa corsa è naturalmente giusta e importante. Siamo spinti dal desiderio di superare la crisi e di tornare al più presto alla vita di prima, che non era senza problemi, anzi, ma a cui eravamo tutto sommato abituati. Un mondo in cui non ci si doveva ricordare costantemente di mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, un comportamento del tutto innaturale.

La fretta imposta dalla gravità degli eventi non deve però diventare una scusa per assumere comportamenti superficiali, perché questo ci può portare in una direzione indesiderata. Non ho dubbi che chi agisce con leggerezza non avrà poi problemi a trovare il “colpevole” di turno: ci sarà sempre qualche nazione, provincia, regione, politico, esperto ecc. su cui scaricare tutta la colpa.

Prima di criticare a destra e a manca ricordiamoci che se la situazione migliorerà o peggiorerà dipenderà da tutti noi, nessuno escluso, perché il Sars-CoV-2 da solo non può fare assolutamente nulla, è una sequenza di RNA che ha bisogno della nostra collaborazione perché può replicarsi solo nelle cellule umane, dopo aver preso il comando delle funzioni cellulari che normalmente servono a mantenerci in salute.

Quando non osserviamo le poche regole essenziali come il distanziamento dalle altre persone, le misure di igiene e il rimanere a casa quando abbiamo sintomi respiratori, facciamo male a noi stessi e al prossimo, che potrebbe essere ad alto rischio di avere un decorso critico in caso di infezione. Non dobbiamo solo guardare il numero dei morti, ma pensare anche alla sofferenza e all’angoscia che deve subire chi deve essere ricoverato e, se è sfortunato, finire in terapia intensiva.

Dobbiamo anche pensare allo stress fisico e psicologico a cui gli operatori sanitari sono sottoposti quando il numero di casi di Covid-19 ricoverati aumenta oltre ogni previsione. E anche ai pazienti con altre gravi patologie, che non possono usufruire delle cure migliori per mancanza di posti in ospedale o perché evitano di andare al pronto soccorso per paura di essere infettati con il coronavirus. Potrebbe succedere a chiunque di avere bisogno della terapia intensiva, per esempio dopo un incidente in moto o in macchina. Covid-19 è una minaccia che ci coinvolge tutti, e chi continua a comportarsi come se nulla fosse non fa un dispetto a chi ha dettato le regole ma a se stesso, ai propri cari e alla comunità.

D’altra parte, la veloce diffusione del virus in tutto il mondo dimostra come siamo tutti connessi: c’è una grande collaborazione, tutte le nostre attività sono intrecciate, nessun paese è del tutto indipendente dal resto del mondo. Siamo un’unica grande nazione globale. Impariamo gli uni dagli altri – anche dagli errori, naturalmente – e questo si vede in modo molto evidente da quando è cominciata l’emergenza.

Le critiche costruttive sono salutari, basta non perdere d’occhio che con il senno del poi è molto più facile sapere cosa sarebbe stato giusto fare. Perciò prima di condannare senza pietà e pieni di pregiudizi, fermiamoci cinque minuti per pensare se noi, nelle stesse circostanze, con le conoscenze del momento e i mezzi a disposizione avremmo veramente saputo fare meglio. O se magari avremmo fatto ancora peggio.

Cito ancora Mike Ryan (conferenza stampa del 13 marzo):

“Una delle grandi lezioni nella risposta alle emergenze – e chiunque sia coinvolto nella risposta alle emergenze lo saprà – è che se vuoi essere sicuro del fatto tuo prima di muoverti non vincerai mai. La perfezione è nemica del bene quando si tratta di gestire le emergenze. La velocità supera la perfezione e il problema nella società che abbiamo al momento è che tutti hanno paura di sbagliare, tutti hanno paura delle conseguenze dell’errore.

Ma l’errore più grande non è quello di muoversi, l’errore più grande è quello di essere paralizzati dalla paura del fallimento e penso che sia la singola lezione più grande che ho imparato (…) in passato.”

Bibliografia

Conferenza stampa dell’OMS – 5 marzo 2020
Conferenza stampa dell’OMS – 13 marzo 2020

Autore Ulrike Schmidleithner

Una mamma che segue dall’inizio del 2002 con grande passione la questione vaccini. In tutti questi anni ha approfondito ogni aspetto di questo tema. Conosce praticamente tutti gli argomenti usati dalle persone contrarie alle vaccinazioni. Ha controllato accuratamente ciascuno di questi assunti e ha scritto moltissimi articoli sul suo blog Vaccinar...SI’! e sulla pagina Facebook omonima, per spiegare in modo pacato e comprensibile anche a chi non ha studiato medicina come stanno realmente le cose secondo il parere della comunità scientifica. Ha sempre fatto controllare i suoi articoli da uno o più esperti per assicurare la correttezza scientifica, che è indispensabile per un tema così importante. Sul nostro sito cura “La rubrica della mamma” in cui si rivolge ai genitori stando al loro fianco.
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